La dittatura antivirus di Conte fa solo danni, danni enormi alla salute e alle condizioni di vita e di lavoro del popolo italiano. Pur avendo avuto sette mesi di tempo, Conte non è riuscito a preparare il Paese alla seconda ondata del coronavirus. Un crimine.
Non è stato fatto nulla, o adottati solo dei pannicelli caldi, per quanto riguarda la sanità, il lavoro, i trasporti, la scuola, la sicurezza nei luoghi di lavoro; si è solo pensato a limitare le libertà costituzionali, a realizzare l’“autonomia differenziata”, che dà il colpo di grazia al sistema sanitario nazionale, oltre a dividere l’Italia in venti staterelli, e a potenziare l’armamento dell’Italia al quale l’ultimo Dpcm assegna altri 12 miliardi che si aggiungono ai 26 miliardi precedenti.
Da qui la scintilla scoccata da Napoli che ha infuocato Torino, Milano, Catania e altre città d’Italia purificando l’aria dal morbo del regime capitalista neofascista e dal governo Conte che ne tutela gli interessi.
Il PMLI appoggia risolutamente queste manifestazioni popolari spontanee contro il Dpcm e condanna l’uso mussoliniano dei manganelli contro i manifestanti che invocano libertà e lavoro e che assediano le sedi delle regioni governate dal “centro-destra” o dal “centro-sinistra”.
Le infiltrazioni di camorristi, di fascisti, di negazionisti e di ultrà, come gli atti individualistici, assurdi e controproducenti, non possono certo inficiare la giustezza delle proteste anche violente di chi è stato colpito dall’ingiustizia del Dpcm di Conte. Possiamo accettare la “forte raccomandazione” di stare in casa (il più possibile, secondo il PMLI) ma non il coprifuoco, che è un lockdown di fatto. Ovvio che le misure di sicurezza basilari vanno rispettate, ma non le altre penalizzanti e che vanno contro i diritti costituzionali.
Secondo il PMLI per soddisfare gli attuali bisogni delle masse occorrono: il lavoro prima di tutto; blocco dei licenziamenti permanente; cassaintegrazione Covid a salario pieno; 1.200 euro al mese ai senza reddito e ammortizzatori; nazionalizzazione della Whirpool e dell’ex Ilva; congrui e immediati indennizzi agli esercizi che sono stati costretti a chiudere; più medici, infermieri e personale sanitario; medicina di base, terapie intensive, tamponi e nazionalizzazione della sanità privata; scuole aperte e didattica di presenza; potenziamento del trasporto pubblico con più mezzi e frequenza. Ancor meglio: ritirare il Dpcm del 24 ottobre.
Questo governo e i governi regionali della destra e della “sinistra” borghese vanno spazzati via. Vanno sostituiti dal potere politico del proletariato e dal socialismo. Quando le masse sfruttate e oppresse e le nuove generazioni prenderanno coscienza che questa è l’unica alternativa al capitalismo e al potere della borghesia, che sono la causa di tutti i mali che soffrono il popolo, la natura, l’ambiente e il clima.
L’Ufficio stampa del PMLI
Redazione - inviato in data 27/10/2020 alle ore 15.35.28
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commenti
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- @MAO - da Anonimo - inviato in data 28/10/2020 alle ore 13.21.08
Tolta la fucilazione di untori, ogni altra cosa scritta nel commento (ovviamente ironico, io invece dico sul serio) sarebbe stata molto più saggia di come sta venendo gestita la cosa.
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- MAO - da Anonimo - inviato in data 28/10/2020 alle ore 1.20.04
Il tipo nello stemmino del partito è Mao suppongo. Ecco, se ci fosse Mao un paio di milioni di morti sarebbero considerati un costo ammissibile. Quindi, se ci fosse Mao, dato che con questa epidemia di morti ce ne saranno molti meno, non chiuderebbe un bel nulla e la vita continuerebbe come prima. A parte qualche salutare fucilazione di untori.
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