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  • 23/01/2024 09:02

La perdita del finanziamento a causa della mancata bonifica è l’occasione per ripensare le case popolari alla ex Gesam

Al Sindaco di Lucca


Quattordici anni fa l’esposto dei cittadini portò alla consapevolezza che l’area Gesam a S.Concordio era gravemente inquinata da idrocarburi. Nonostante il tanto tempo passato la bonifica è ancora al palo. Questo non sorprende: nei dieci anni del suo governo l’Amministrazione Tambellini sembra essere stata più interessata a portare a termine lo Steccone - Piazza Coperta, contro il volere dei cittadini, che a prestare attenzione alle molte problematiche ambientali e storiche dell’area, alcune dei quali aggravate da quella nuova contestatissima costruzione.


Di buono, con la perdita dei finanziamenti regionali per i progetti dell’area Gesam, eredi diretti del PinQua della precedente Amministrazione, c’è che ora è possibile rivedere quello che era uno degli aspetti più controversi di quei progetti, cioè la realizzazione di case popolari “per giovani coppie” e di alloggi di social housing nella ex palazzina degli uffici Gesam. Non vi è alcun bisogno a Lucca, ove ci sono 14.000 abitazioni vuote, di ulteriori case popolari. La politica dell’emergenza abitativa, per essere veramente efficace, dovrebbe invece incentivare il ritorno sul mercato degli immobili vuoti, con garanzie per i proprietari, contributi per gli inquilini, assistenza nella gestione dei conflitti: gli attuali vuoti urbani infatti fanno male alla città non meno dei ghetti che inevitabilmente si vanno a creare nelle case popolari.


La palazzina di via Nottolini, nata per gli uffici della storica azienda del Gas che si è insediata nell’area nel 1865, potrebbe essere destinata, invece che all’edilizia pubblica, a quegli uffici comunali che con la variante dello scorso 12 gennaio, proposta da Erp, ora si vorrebbero spostare nella Piazza Coperta.


Nell’area Gesam, oltre al grave problema dell’inquinamento, c’è quello rappresentato dal tremendo ingombro della Piazza Coperta: costruita senza sapere veramente cosa farne e quasi per dispetto contro la cittadinanza, che aveva presentato petizioni popolari con migliaia di firme certificate, cui non è mai stato risposto, per chiedere che i fondi pubblici fossero destinati non a quella nuova costruzione, ma alla bonifica e al restauro del Chiesone.


Sono stati spesi ad oggi circa 10 milioni di euro, tutto denaro pubblico, per costruire questo edificio fuori misura e avulso dal contesto, di cui non solo non si sa bene cosa fare, ma, qualsiasi funzione pubblica gli si volesse assegnare, sarebbe meglio collocata negli immobili di proprietà comunale che già ci sono nella zona: i tre edifici dell’area Gesam e la ex Circoscrizione di via Urbiciani, tutti immobili storici bisognosi di lavori di messa a norma.


L’area Gesam, già intensamente costruita, che grava su uno degli incroci più ingolfati della città, quello tra via Consani e via Formica, che confina ad ovest con le ex Officine Lenzi ed a est con la ex Lombardi (due aree enormi sulle quali, secondo il Piano Operativo in corso di approvazione, è possibile costruire, con alti indici di edificazione, di tutto e di più), che presenta una falda acquifera affiorante e che racchiude due aree archeologiche, era il posto più sbagliato che potesse esserci, in tutta Lucca, per costruirci la Piazza Coperta.


La sovrapposizione, duplicazione e sovraccarico di funzioni pubbliche che si prospetta nell’area Gesam evidenzia inequivocabilmente come la Piazza Coperta, oltre a rappresentare un conclamato errore urbanistico e ad avere un pesante impatto ambientale, sia anche assolutamente superflua: nessuna vera riqualificazione dell’area Gesam sarà mai possibile, finchè ci sarà la sua presenza.


Per quanto concerne le funzioni da assegnare ai tre edifici di proprietà comunale che si trovano nell’area Gesam (palazzina uffici via Nottolini, Chiesone, uffici tecnici prospicienti gli scali del Porto), il cui restauro è stato rinviato per la perdita dei finanziamenti, il Comitato chiede che, nelle more della bonifica, il Comune compia il passo successivo a quello del sondaggio di gradimento affidato a Demopolis lo scorso ottobre: avviare una “cooprogettazione” con gli abitanti del quartiere, nel rispetto delle varie indicazioni emerse dal sondaggio stesso.


22/01/2024 - 



Comitato Per S.Concordio

I commenti

Quando le cose cominciano male, finiscono peggio. La piazza farà una brutta fine. Quel Comitato ha ragione. Anche sulle case popolari che non servono.

anonimo - 23/01/2024 17:56

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