Errore medico a Lucca, la famiglia ottiene 700mila euro dopo 13 anni di battaglia legale
Tredici anni dopo la morte di un uomo di 71 anni, avvenuta nell’agosto 2012 all’ospedale San Luca di Lucca, arriva la parola fine: l’Asl dovrà risarcire i familiari con 700mila euro. La vicenda ruota attorno a un intervento alla vescica perfettamente riuscito, seguito però da complicazioni post-operatorie gestite in modo negligente, secondo quanto accertato dai periti nominati dal Tribunale.
Il paziente, ricoverato il 5 agosto e operato il giorno successivo per la rimozione di un carcinoma, morì il 27 dello stesso mese a causa di un’infezione contratta dopo l’operazione. Un quadro che i consulenti tecnici hanno definito “evitabile con un adeguato monitoraggio e cure tempestive”.
In primo grado, la struttura sanitaria era stata condannata a versare oltre un milione di euro alla moglie, ai tre figli e alle due sorelle dell’uomo. L’Asl aveva però presentato ricorso, ottenendo in appello una riduzione dell’importo a 700mila euro.
I giudici fiorentini non hanno messo in dubbio la responsabilità dell’ospedale, ma hanno rivisto la valutazione economica del danno. A incidere è stata la condizione clinica generale del paziente, che soffriva di altre patologie gravi. Secondo le perizie, tali comorbilità avrebbero comunque ridotto la sua aspettativa di vita, stimata in circa cinque anni.
La sentenza chiarisce: “Il decesso è stato causato dalla gestione non corretta del decorso post operatorio, ma le condizioni di salute preesistenti incidono sulla quantificazione del risarcimento. L’evento ha provocato una perdita anticipata della vita e del rapporto familiare, rispetto a una morte che sarebbe comunque sopraggiunta in un momento successivo”.
Un epilogo amaro per la famiglia, che ha dovuto attendere più di un decennio per vedere riconosciuta — anche se solo in parte — la responsabilità dell’errore che ha strappato loro il congiunto.
Comunicazione Alternativa