Norma Cossetto era una giovane studentessa
Norma Cossetto era una giovane studentessa istriana, nata a Visinada nel 1920, figlia di un funzionario pubblico legato al regime fascista. La sua storia è una delle più note e simboliche tra le vittime delle violenze avvenute in Istria e Dalmazia durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale.
Nel settembre del 1943, dopo l’armistizio dell’8 settembre e il crollo del regime fascista, la zona dell’Istria cadde temporaneamente sotto il controllo dei partigiani jugoslavi di Tito. In quel clima di caos e vendette politiche, Norma — che era studentessa di Lettere all’Università di Padova e stava preparando una tesi sull’Istria — venne arrestata perché appartenente a una famiglia considerata “fascista”.
Fu imprigionata dai partigiani a Parenzo, poi trasferita a Visignano e infine a Villa Surani. Lì, secondo le testimonianze successive, venne seviziata e violentata da più uomini, quindi uccisa e gettata in una foiba — cavità carsica naturale usata come luogo di esecuzione e occultamento dei cadaveri. Aveva 23 anni.
Il suo corpo fu ritrovato dopo la guerra. Nel 1949 l’Università di Padova le conferì la laurea honoris causa in Lettere, come riconoscimento al suo coraggio e alla sua dedizione agli studi.
Negli anni, la figura di Norma Cossetto è diventata un simbolo del dramma delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, ma anche un tema spesso strumentalizzato nel dibattito politico italiano.
Oggi viene ricordata ogni 10 febbraio, durante il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per commemorare le vittime delle foibe e gli italiani costretti all’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia.