Calenda, il politico che cambia vento ma resta sempre in TV
A Lucca come nel resto d’Italia, c’è un fenomeno curioso: Carlo Calenda. Il suo partitino, Azione, prende pochi voti ma lui spunta in televisione più dei telegiornali stessi. Ogni sera è lì, con l’aria di chi sa tutto e corregge tutti, anche se rappresenta una fetta minuscola del Paese.
Ora arriva pure qui, a sostenere la giunta del sindaco. Non perché condivida una visione, pare, ma perché conviene starci. È il solito schema: dove tira il vento, Calenda apre la vela. Un giorno riformista, il giorno dopo moralista, e se serve pure oppositore di sé stesso.
Nel frattempo, sul territorio non si vede nulla. Nessun circolo, nessuna presenza, solo dichiarazioni e telecamere. Un partito da salotto che vive di talk show, non di piazze. Eppure, con due ospitate, riesce a sembrare un gigante.
È la magia dell’apparenza: bastano un microfono e un tono deciso per sembrare il salvatore della patria. Ma quando si spengono le luci, resta solo il rumore delle parole. E la gente, quella vera, comincia a capire che dietro tanto parlare c’è poco da ascoltare.
A Lucca diciamo che “chi mena troppo il can per l’aia, non ha nulla nel sacco”. E Calenda, finora, di concreto ha portato solo se stesso.
Francesco Uomo imperfetto