• 0 commenti
  • 28/10/2025 20:44

PMLI : Sull'Appello di Potere al Popolo

Sull'Appello di Potere al Popolo Una “politica differente” o una politica anticapitalista per il socialismo? Potere al Popolo (PaP) ha lanciato un “Appello alla costruzione di un blocco politico e sociale indipendente verso il 2027”, sulla base della parola d'ordine “Il momento di cambiare tutto”, che sarà il tema di un'Assemblea nazionale convocata a Roma il 25 ottobre. L'Appello (peraltro non inviato al PMLI), come si spiega nelle conclusioni, è rivolto all'“alleanza tra settori del mondo studentesco e giovanile, sindacati conflittuali come l’USB, reti ecologiste, case del popolo, centri sociali e comitati locali, mondo della cultura radicale e organizzazioni politiche”, che ha dato vita a grandi manifestazioni nazionali come quella del 21 giugno contro la NATO e lo sciopero generale del 22 settembre contro il genocidio a Gaza: “Ora vogliamo allargare quest’alleanza. Vogliamo farla diventare un blocco sociale e politico che nel 2027 riesca a far entrare nelle istituzioni i soggetti sociali che non sono rappresentati”, spiega il documento, che si presenta quindi come un appello a queste forze a formare con PaP una lista elettorale unitaria per partecipare alle prossime elezioni politiche del 2027. È questa infatti la soluzione che l'Appello dà al problema di dare uno sbocco politico alle grandi mobilitazioni di massa che si si sono espresse in queste ultime settimane in solidarietà con la lotta del popolo palestinese e contro il genocidio perpetrato dai nazisionisti israeliani. Un problema così formulato in apertura del documento: “Oggi che si fa avanti il bisogno e il desiderio di ribellarsi, non possiamo permettere che questi movimenti siano sconfitti o assorbiti dal sistema. Dobbiamo svilupparli e costruire una vera alternativa”. La proposizione è giusta, ma spingere questi movimenti spontanei e non controllati dai partiti parlamentari nel vicolo cieco di una battaglia elettoralista per mandare qualche rappresentante nel parlamento borghese, un'istituzione ormai ridotta di fatto ad un'appendice senza più alcun potere decisionale del governo neofascista Meloni, può davvero assicurare la loro continuità e sviluppo per costruire una vera alternativa di carattere strategico al regime capitalista neofascista? La via giusta da indicare ai movimenti di lotta A nostro avviso questa dell'Appello di PaP è una risposta miope e perdente ad un'analisi della situazione che fa degli ultimi trent'anni in Europa e in Italia, e che – rileva giustamente il documento - “ha visto allargarsi la separazione tra popolo e istituzioni”, e ciò in conseguenza dell'applicazione di un'unica politica economica, sociale, migratoria e di “sicurezza” neoliberista, neofascista, razzista e guerrafondaia, portata avanti sia da governi di destra che di “centro-sinistra”. In Italia, sottolinea il documento, “il governo Meloni è arrivato per fare quello che sempre fa la destra: comprimere ulteriormente i diritti delle classi popolari, dare più soldi ai ricchi, additare falsi nemici che distolgano l’attenzione. Al di là di qualche dichiarazione populista, Meloni ha continuato la stessa politica anti-popolare di Draghi e Von der Leyen per accreditarsi presso le élite occidentali e sperare di ricevere qualche briciola”. Qui il nostro giudizio politico diverge nettamente da quello di PaP, che considera il governo neofascista Meloni come una semplice continuazione del governo Draghi sotto altre forme e della politica neoliberista e antipopolare dell'Ue, non cogliendo il salto di qualità politico che si è prodotto col suo avvento. Questo governo rappresenta invece il ritorno di Mussolini nelle vesti femminili, “democratiche” e costituzionali di Giorgia Meloni, sta attuando esattamente la stessa politica interna ed estera del duce fascista e sta completando col premierato e la controriforma della giustizia il “Piano di rinascita democratica” della P2 di Gelli e Berlusconi. E ciò senza incontrare alcun ostacolo concreto e risolutivo dall'imbelle opposizione parlamentare, che è stata ampiamente scavalcata a sinistra anche dalla mobilitazione di massa per Gaza. Il governo neofascista Meloni va pertanto fermato dalle piazze, e realizzare un largo fronte unito di tutte le forze anticapitaliste, antifasciste, democratiche e progressiste per conseguire questo obiettivo è la vera priorità da indicare ai movimenti per alzare il livello politico della lotta. Non basta indicare genericamente, come fa l'Appello di PaP, di “mettere pressione ai nostri governi dal basso”, ma è necessario buttare giù il governo neofascista della Mussolini in gonnella con la lotta di piazza. Questa è la via giusta da indicare ai movimenti di lotta, e non certo quella di “entrare nelle istituzioni e nei media”, con la tesi del tutto campata in aria che “dove questo è accaduto – come in Francia, Spagna, Belgio, America Latina… – alcuni risultati sono arrivati” (e quali sarebbero?), mentre “dove l’opposizione sociale non ha prodotto anche una forte rappresentanza politica e mediatica, le politiche guerrafondaie e anti-popolari sono proseguite indisturbate”. Sfiducia nella politica o nelle istituzioni borghesi? L'Appello invece insiste proprio su questo punto, quello del partecipazionismo elettorale e istituzionale come sbocco politico per i movimenti, che è il suo vero punto focale. E lo fa partendo dal riconoscimento che “c’è una vasta sensibilità popolare contro il genocidio, le politiche di guerra, il neoliberismo, l’ingiustizia del forte contro il debole. C’è una grande consapevolezza di cosa non va. C’è ancora un grande odio contro i privilegi piccoli e grandi”; e che di conseguenza “entra in difficoltà il sistema e nasce la voglia di qualcosa di nuovo”. Ma questo sentimento “deve fare i conti con molta sfiducia nella politica”, tanto che “milioni di cittadini, soprattutto delle classi popolari, non si informano nemmeno di politica, perché sono convinti di non poter cambiare le cose”. “Noi vogliamo combattere questa sfiducia e far apparire in Italia una politica differente”, prosegue l'Appello, definendo con tale termine “una politica di moderno socialismo, in grado di garantire eguaglianza sociale, pianificazione ecologica e giustizia climatica, redistribuzione della ricchezza, diritti e partecipazione alle lavoratrici e ai lavoratori, controllo popolare. Che sappia abolire l’apartheid per i migranti, i sistemi elettorali truccati ripristinando un sistema proporzionale, facendo rispettare le parti più avanzate della nostra Costituzione”. Ma se c'è una cosa che le grandi manifestazioni di questi giorni hanno dimostrato, è che la sfiducia delle masse popolari non è verso la politica, come sostiene falsamente PaP, bensì verso i partiti borghesi e le istituzioni politiche: cosa c'è di più politico della partecipazione di massa spontanea, convinta e combattiva a scioperi internazionalisti e antimperialisti promossi dal basso in solidarietà con un popolo oppresso come quello palestinese? La sfiducia delle masse popolari è piuttosto verso quell'elettoralismo e parlamentarismo a cui PaP vorrebbe riportarle, tant'è vero che sono proprio quelle classi (tra cui le masse giovanili e studentesche che hanno animato di più le piazze), che costituiscono il grosso dell'astensionismo elettorale. Non a caso, infatti, l'astensionismo punisce di più i partiti della “sinistra” borghese rispetto a quelli della destra. Occorre allora cercare di dare una coscienza politica di classe in senso antifascista, antigovernativo e anticapitalista all'astensionismo spontaneo delle masse di sinistra, che disertano sempre più le urne ma riempiono come si è visto le piazze, se sono motivate da una giusta causa e da obiettivi chiari, e non cercare di riportarle all'ovile dell'elettoralismo e del parlamentarismo rilegittimando le marce e screditate istituzioni borghesi. Nessuna alternativa al capitalismo e all'UE imperialista E poi, su quali basi ideologiche e politiche, e con quali obiettivi finali si cerca di convincere le masse di sinistra ad abboccare all'ennesima e fallimentare illusione elettoralista? Come se le masse popolari non avessero già fatto questa fallimentare esperienza con Rifondazione trotzkista di Bertinotti e Vendola e con il PdCI di Cossutta, Diliberto e Rizzo, non solo con ben più nutriti gruppi parlamentari ma addirittura con tanto di ministri nei governi di “centro-sinistra” di Prodi e D'Alema? Sulla base - dice il documento - di una “politica differente” e di un “moderno socialismo” non meglio definiti, che possono essere quindi solo una riproposizione edulcorata del riformismo di stampo socialdemocratico. Tant'è vero che non si parla di abbattere il sistema capitalista, anzi il capitalismo non è neanche mai nominato nell'Appello, e il socialismo viene definito “moderno” proprio per distinguerlo dal socialismo classico e per ribadire che non si vuole rovesciare veramente il sistema di sfruttamento capitalistico né portare la classe operaia al potere, ma ci si accontenta di smorzare la sua ferocia neoliberista attraverso il riformismo e il mutualismo (un cavallo di battaglia riformista di PaP), e con alcune misure solidaristiche, redistributive e partecipative a beneficio del popolo. Non solo l'Appello non parla di abbattere il capitalismo, e nemmeno il governo neofascista Meloni, ma anche a livello internazionale mantiene simili posizioni ambigue e opportuniste, chiedendo da una parte “una politica che ripudi la guerra e l'economia di guerra, che rompa con la NATO e lo Stato di Israele”; ma dall'altra, del tutto incoerentemente, non chiede l'uscita dell'Italia dall'UE imperialista, che impone l'economia di guerra e la politica ferocemente neoliberista che affama e opprime le masse popolari europee. Inoltre nel documento si ripropongono le illusioni sull'“emergere di un mondo nuovo” e su un nuovo ordine multipolare, “tramite strumenti come i BRICS”, mentre bisognerebbe invece mettere in guardia le masse dal sempre più grave pericolo di guerra mondiale tra gli imperialismi dell'Ovest e dell'Est, e in particolare tra l'imperialismo USA e il socialimperialismo cinese per l'egemonia mondiale. Sostenendo la parola d'ordine lanciata dal PMLI di chiamare le masse a bloccarla con la guerra civile nel caso l'Italia dovesse partecipare alla guerra mondiale. La questione del potere politico del proletariato Ma soprattutto l'Appello non affronta la questione principale che dovrebbe essere all'ordine del giorno di ogni partito o organizzazione coerentemente anticapitalista, che è quella del potere politico del proletariato, che è cosa ben diversa e concreta dalla sua evanescente caricatura del “controllo popolare”, e a prescindere dal quale non ha senso immaginare una nuova società senza più sfruttamento, miseria, oppressione e guerre. Il socialismo scientifico e tutta l'esperienza storica del movimento operaio internazionale dimostrano infatti che senza il proletariato al potere ogni diritto, miglioramento e conquista strappati dalle masse lavoratrici e popolari potrà essere sempre rimangiato dalla classe dominante borghese, e men che meno potrà mai esserci un vero rivolgimento sociale a favore del popolo. Invece il massimo di cambiamento del sistema che l'Appello di Potere al Popolo arriva a concepire e rivendicare è quello di “ripristinare il sistema proporzionale”, giusto in sé ma non certo in grado di rovesciare il sistema, e quello di “far rispettare le parti più avanzate della nostra Costituzione”. Una Costituzione borghese, antiproletaria e anticomunista, che peraltro non è neanche più quella del 1948, perché stravolta dalle modifiche piduiste e di destra subite in tutti questi anni di regime capitalista neofascista. Se non si abbandona ogni illusione elettorale, parlamentare, riformista e costituzionale e non si sceglie la via della lotta anticapitalista per il socialismo e il potere politico del proletariato, nulla di sostanziale potrà mai cambiare in Italia. Su questo si dovrebbero confrontare senza pregiudizi e senza settarismi i sinceri anticapitalisti, avendo a cuore solo gli interessi e il futuro del proletariato e delle masse popolari italiane. 22 ottobre 2025 https://www.pmli.it/articoli/2025/20251022_38L_AppelloPaP.html

Gli altri post della sezione

Il fascio folgorato

Il Vicesindaco Barsanti - ...

Mala tempora currunt

Leggo l’appello dei 110 ...

Il vero degrado

Il vero degrado L'asses ...