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                                                                Altopascio,
 23 gennaio 2023 - Una serie di appuntamenti, tra mostre e presentazioni
 di libri, per ricordare ed educare all’importanza di fare memoria. Così
 l’amministrazione comunale di Altopascio celebra la Giornata della Memoria
 con diverse iniziative proposte alla cittadinanza e agli studenti 
attraverso cui ricordare le vittime dell’Olocausto e l’orrore della 
Shoah.
Si inizia proprio venerdì 27 gennaio, alle 18.30 in Sala Granai, piazza Ospitalieri, con la presentazione del libro, organizzata insieme all’Anpi - sezione Altopascio, Montecarlo, Porcari, “Vite sospese. Memorie e storie della Shoah nel pistoiese” del professor Andrea Lottini.
 Il volume si basa sui diari, sulle testimonianze dirette e sulle 
denunce degli ebrei della provincia pistoiese, vittime di persecuzione e
 violenza, raccolte in queste pagine facendo riemergere storie di un 
passato lontano, ma incise per sempre nella memoria del territorio.
Mercoledì 1 febbraio, alle 18 in Sala Mediateca di piazza Ospitalieri, si terrà invece la presentazione del romanzo storico “Il vescovo degli ebrei” (Puntoacapo edizioni) di Paola Fargion e Meir Polacco
 che, per l’occasione, dialogheranno con lo storico Luca Alessandrini. 
Nelle pagine di questo volume i due autori ripercorrono le vicende della
 famiglia di Adolfo Salvatore Ancona, il rabbino capo di Alessandria, 
Asti ed Acqui di cui lo stesso Meir Polacco è il pronipote, costretto a 
fuggire per scampare alla furia nazista. Il libro racconta della fuga 
della famiglia Ancona, una fuga che fu aiutata dai cittadini del 
territorio acquese che, con il loro silenzio e la loro protezione, hanno
 salvato la famiglia Ancona e molti altri ebrei, a costo di rischiare la
 propria vita. Paola Fargion – nata a Milano nel 1957, figlia di salvati
 e pronipote di deportati e vittime di Aushwitz – e il marito Meir 
Polacco – nato in Israele nel 1953 - sono autori ebraici che, con i loro
 scritti e le loro testimonianze, perseguono ogni giorno l’obiettivo di 
fare memoria e di ricordare ciò che è stato facendosi promotori di 
iniziative a favore del pubblico giovanile e studentesco. Con la loro 
scrittura e l’orgoglio per la propria cultura religiosa portano avanti 
da anni eventi e iniziative per far sì che la memoria non si offuschi.
Sempre loro saranno i protagonisti dell’appuntamento di giovedì 2 febbraio, alle 11 al Teatro comunale “G. Puccini”, con gli studenti delle scuole altopascesi: dal titolo “Il ricordo e la vita”,
 l’iniziativa porterà Fargion e Polacco insieme allo storico 
Alessandrini a confrontarsi con i ragazzi sulla Shoah. Partendo proprio 
dal romanzo storico degli autori, gli studenti saranno invitati a un 
approfondimento a tutto tondo, con domande, riflessioni ad alta voce, 
ricordi personali, con l’obiettivo di rendere la memoria lo strumento 
principale attraverso cui valorizzare e tramandare la storia di ciò che è
 stato e le storie dei tanti che non ci sono più. 
Spazio poi anche all’arte e alla fotografia: sabato 4 febbraio, infatti, aprirà ad Altopascio la mostra “1938. Il banco vuoto. Le leggi razziali nella scuola in provincia di Lucca”, che resterà visitabile in Sala Granai fino a domenica 12 febbraio.
 Curata da Silvia Quintilia Angelini, con disegni di Franco Anichini e 
il progetto grafico di Michele Paoli, su un progetto della Scuola della 
Pace della Provincia di Lucca e dell’Istituto storico della Resistenza e
 dell’Età Contemporanea, la mostra ripercorre i momenti in cui la 
persecuzione antisemita entrò a far parte della vita quotidiana del 
territorio della provincia di Lucca, anche tra i banchi di scuola. 
La scuola fu infatti il primo settore a sperimentare l’antisemitismo di 
Stato e l’inizio dell’anno scolastico 1938-1939 fu segnato 
dall’espulsione dagli istituti scolastici degli insegnanti ebrei e dal 
rifiuto dell’iscrizione per alunni ebrei, sia che già frequentassero le 
scuole, sia che si affacciassero alla prima esperienza scolastica. In 
provincia di Lucca, dove gli ebrei residenti erano alcune centinaia, 
circa una ventina tra scolari, studenti e docenti furono espulsi dalle 
scuole. A Viareggio fu possibile istituire una piccola scuola elementare
 statale in via Fratti. In questa piccola scuola fu mandata ad insegnare
 la maestra Gabriella De Cori, un’insegnante ebrea che in quanto 
tale era stata licenziata dalla scuola pubblica. Frequentarono la 
piccola scuola anche bambini provenienti dalle vicine città di Lucca e 
Carrara e alunni sfollati da Livorno e dalle più lontane Torino, Milano,
 Genova. La piccola scuola funzionò dal 1940 al 1943. Con 
l’intensificarsi della persecuzione antiebraica, nell’autunno di 
quest’anno, la scuola non riaprì. Le alunne e gli alunni, con le loro 
famiglie, si dispersero clandestinamente nel territorio. La maestra 
Gabriella, arrestata e deportata nella primavera del 1944, non fece 
ritorno da Auschwitz. 
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