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  • 03/05/2023 13:05

Riflessioni a margine dell’omicidio della psichiatra Dr.ssa Barbara Capovani

Riflessioni a margine dell’omicidio della psichiatra Dr.ssa Barbara Capovani 23/04/2023 da Valerio Rosso La morte della Dr.ssa Barbara Capovani, psichiatra responsabile del SPDC di Pisa, non può non suscitare delle emozioni fortissime in ogni operatore della salute: si parla di morire mentre si cerca di aiutare le altre persone a vivere. È questo un paradosso che chi lavora nel campo della salute, in particolare in psichiatria, riesce a sentire sulla propria pelle. I dati sono chiari e ci dicono che sono sempre più frequenti i casi di violenza verbale e fisica nei confronti degli operatori della salute, sino ad arrivare alla violenza estrema che ha toccato la collega psichiatra. La sensazione che la quota di aggressività e di violenza stia aumentando nei pazienti affetti da disturbi mentali è molto diffusa tra gli psichiatri, meno chiaro è il perchè. Ho parlato qualche giorno fa del concetto di disadattamento e di come questa condizione abbia molto a che vedere con le manifestazioni che la malattia mentale ed il disagio sociale possono avere. La malattia mentale è sempre stata presente tra le persone di ogni Era, ma negli ultimi anni è il Mondo ad essere profondamente cambiato: accelerazione, alienazione, social media fuori controllo, scontri tra culture e tra ideologie e visioni del Mondo, solitudine, volatilità, crisi economica, comunità sempre meno accoglienti, presenza di dipendenze vecchie e nuove, instabilità sociale, rabbia. È verosimile pensare che tutto questo abbia prodotto maggiore disadattamento sia per le persone affette da patologie mentali ma anche per coloro che presentano ancora un buon equilibrio mentale. Nel dilagare della condizione di disadattamento, la violenza e la rabbia saranno sempre più presenti nell’ambito generale della sofferenza, in particolare in quella mentale. Ma la psichiatria ha le risorse per far fronte a tutto questo? Ma non solo, siamo sicuri che questo fenomeno sia di sola pertinenza sanitaria? La psichiatria ha sempre meno risorse ed operatori, mentre il carico di lavoro cresce in termini di numeri e di complessità. Inoltre la psichiatria da anni deve subire, ad ondate, infamanti accuse di essere intutile, coercitiva, una pseudoscienza, certo la psichiatria necessita di grandi cambiamenti ma il Mondo, lo vediamo molto bene, avrà sempre di più bisogno di vedere protetta la salute mentale dei suoi abitanti. In questi giorni con il caso della Dr.ssa Barbara Capovani, la psichiatra violentemente uccisa da un paziente, ha fatto si che tutta l’opinione pubblica realizzasse che i rischi di chi lavora a contatto con il pubblico nel campo della salute sono oggettivamente aumentati. Che cosa fare? Come non perdere la testa in questi momenti? Come muoverci con saggezza? Un primo passo è certo: chi si dedica a gestire il paese provveda a difendere al più presto gli operatori sanitari da ogni forma di violenza, fisica, verbale, psicologica e legale. Inoltre, nel caso specifico della psichiatria, direi che è assolutamente da rivedere la situazione dei pazienti psichiatrici autori di reato che è, al momento, davvero critica e priva di risposte efficaci e strutturate. Questa emergenza della psichiatria si sta riversando come un’onda nei pronto soccorso, nei reparti di psichiatria, nelle REMS e nei centri di salute mentale senza che siano presenti percorsi strutturati in appoggio agli operatori. C’è tutto un Mondo a cavallo tra disagio mentale e crimine che, ad oggi, non ha risposte certe. Questo drammatico caso riaccende con ancora maggiore intensità i riflettori sulle troppe aggressioni subite dal personale sanitario negli ultimi anni. Il fenomeno sta assumendo dimensioni enormi e si rende necessario trovare soluzioni che possano garantire adeguata protezione a chi lavora in sanità per prevenire casi come questi. Voglio manifestare grande vicinanza alla sofferenza di Barbara Capovani, la collega psichiatra, ed alla sua famiglia, ma il mio pensiero va anche a chi questa notte (e nelle prossime notti) sarà in pronto soccorso, in spdc o sulle strade a vivere il paradosso di rischiare la propria vita mentre prova a salvare quella degli altri. Pensiamoci tutti. ValerioRosso.com

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