VIAREGGIO. JOVA BEACH / MURAGLIONE

Le Associazioni Ambientaliste, Italia Nostra e i Gev Toscana, contrarie alla distruzione delle dune embrionali e delle specie protette, propongono lo spostamento dell’evento in piazza Mazzini e nella spiaggia prospiciente.

La Croce Verde e La Croce Rossa rifiutano il subappalto che prevederebbe un compenso orario di 3,75 euro l’ora , considerato non dignitoso, trattandosi di una manifestazione a fini di lucro e dove il comune vi mette a fondo perduto ben 250 mila euro prelevati dalle tasche dei cittadini.

Il presidente regionale Anpas, Dimitri Bettini commenta così il vergognoso corrispettivo proposto di 3,75 euro l’ora : “ E’ assurdo che un evento organizzato a scopo di lucro e legato a una rock star nostrana che a più riprese ha manifestato sensibilità verso valori come la solidarietà e l’aiuto del prossimo, stanzi budget totalmente inadeguati per servizi essenziali come il soccorso sanitario. Non è una questione venale, ma di equità e dignità”

Il sindaco poi evidenzia, a suo parere, l’importanza della manifestazione e la “ non necessità di tutelare alcunché, trattandosi di sabbia di riporto”, negando di fatto la realtà che ha visto insediarsi nella spiaggia del Muraglione alcune specie protette di piante documentate dal botanico prof. Bacaro, specie che hanno attivato un processo embrionale di formazione dunale riconosciuto e protetto dalla Legge Regionale 56 del 2000, all.C. Processo di costituzione dunale che verrebbe di fatto cancellato dall’enorme impatto conseguente al verificarsi dell’evento in tale luogo.

Arpat dal canto suo asserisce, come si ricava dall’articolo sul quotidiano “La Nazione”, che la zona del Muraglione non risulta nella classificazione degli habitat dunali riportati nella Direttiva Habitat 92/43/CEE, all. I., e che l’area non ricade nel perimetro del Parco di S.Rossore Massaciuccoli per cui “ non è soggetta a divieti o ad azioni di protezione particolare”.

In relazione a ciò Arpat sembra ricondurre divieti e azioni di protezione esclusivamente alle aree ricomprese nel Parco suddetto, e sembra dimenticarsi che:

- In realtà Lo stesso Piano di Indirizzo Territoriale regionale, richiamato dalla Soprintendente Acordon prevede divieti e azioni di tutela, laddove, come ricordato dalla Soprintendenza si ricorda che “ la prescrizione 3.3b della scheda inerente il sistema costiero della Versilia, documento che è parte integrante del PIT della regione, stabilisce che non è ammesso alcun intervento che possa influire con la conservazione integrale degli habitat di interesse comunitario o regionale o delle aree caratterizzate dalla presenza di specie vegetali o animali di interesse conservazionistico. Pertanto tutto ciò premesso – qualora il Jova Beach Party - coinvolga direttamente o indirettamente le parti di arenile relata dal citato studio botanico ( studio del prof. Bacaro ), si ritiene necessario che, ai fini della tutela paesaggistica e ambientale, l’evento debba essere verificato nell’ambito del procedimento di autorizzazione paesaggistica”.

- Che la LRT 56/2000, art.6. c.1, recita: (Tutela della flora). Fatto salvo quanto previsto dall’art. 4, sono considerate protette, ai sensi della presente legge, tutte le specie vegetali individuate dall’allegato C, in relazione alle quali è espressamente vietato il danneggiamento, l’estirpazione, la distruzione e la raccolta.” Tale allegato ricomprende anche le “ Dune mobili embrionali mediterranee con vegetazione psammofila. ( proprio ciò che è stato ritrovato e documentato in loco dal prof.Bacaro )

- Si ricorda che inoltre l’art.13 dell stessa legge 56/2000 prevede una Consulta tecnica per le aree protette e per la biodiversità e che nel caso in questione la biodiversità è questione di interesse presente. La Consulta tecnica supporta la Giuta Regionale, è presieduta dall’assessore regionale competente per materia o suo delegato ed è composta da esperti particolarmente qualificati nelle discipline inerenti la protezione ambientale, la gestione delle aree protette e la tutela delle biodiversità.

- Che la la legge regionale n°10 del 2010 prevede all’art.43, che i progetti aventi possibili effetti negativi sull’ambiente siano sottoposti a V.I.A.

- Che il Codice dei Beni Culturali all’art.142, c. 1, lett. a) tutela ope legis i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia. Si tratta di una tutela di livello costituzionale vedi art. 9 della Costituzione che tutela il Paesaggio e la Biodiversità, così come recentemente modificato, il quale stabilisce che la Repubblica «tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni».

Arpat dice che per quanto riguarda l’habitat dunale e la vegetazione presente : “ non ci risultano esservi specie e habitat protetti al sensi della Direttiva Habitat e solo quatro specie vegetali---risultano protette dalla legge regionale n° 56/2000.

Quanto afferma Arpat sembra però essere contraddetto dallo studio del prof. Bacaro che afferma esattamente il contrario, il prof. Bacaro infatti cita la presenza al Muraglione di specie e habitat protetti ai sensi della citata direttiva.

Arpat, per le specie protette dalla legge 56/2000, considerate a bassa copertura, suggerisce infine , eventualmente, “ forme di segnalazione e sensibilizzazione al pubblico presente. Considerazioni queste che lasciano, a mio parere il tempo che trovano. Vanno bene per la frequentazione dei bagnanti o di chi si trova a fruire ludicamente di questo luogo, ma non certo per un evento che in due giornate vi concentra circa ottantamila persone, e che sembra presupporre opere di spianamento.


Claudio Pardini Cattani

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