Fanini e il Giro d'Italia, tutti i successi dell'unico team professionistico nella storia di Lucca e Capannori
Il ciclismo lucchese raggiunse l'apice
della sua popolarità a cavallo degli anni 80-90 grazie alle squadre
professionistiche di Ivano Fanini che ne divenne lungimirante presidente
e proprietario, tanto da rappresentare un fenomeno a livello sportivo
mai più eguagliato nell'intero sport lucchese. Martedi 20 maggio il Giro
torna a Lucca con la cronometro Lucca-Pisa di Km. 28,6, la stessa che
nel precedente di 48 anni fa, era il 1977, si impose il norvegese Knut
Knudsen e che decretò vincitore nella classifica finale il belga Michel
Pollentier davanti a Francesco Moser. Le poche volte che torna il Giro a
Lucca vengono in mente i ricordi degli unici successi di tappa di una
squadra lucchese nella storia della corsa rosa, successi di una
generazione che ha contribuito ad innalzare gli standard del ciclismo e
di atleti fino allora poco conosciuti, tanto da rendere la squadra di
Fanini una vera e propria leggenda. La sua passione ciclistica sfocia in
tempi remoti quando da ragazzo vinceva in volata nelle categorie
esordienti ed allievi ed a soli 21 anni era già nel quadro societario
delle prime squadre Fanini, fondate da quel pioniere del ciclismo
lucchese che è stato suo padre Lorenzo, pronto a mutarne la storia
arrivando al professionismo e lo ha fatto provando già da ragazzo cos'è
la fatica a livello agonistico e cosa volevano dire lo sforzo fisico e
la sofferenza per raggiungere gli obiettivi. Facendosi spazio fra mille
difficoltà Fanini dimostrò subito un forte intuito nello scoprire
giovani talenti e nel 1984 fondò la prima squadra professionistica a
Lucca che ha tirato avanti abbinata a vari sponsor, legandosi per ultimo
al messaggio Amore e Vita, per 37 anni consecutivi, vincendo classiche
in tutto il mondo, offrendo atleti alle varie nazionali sia su strada
che in pista dove vanta diversi titoli iridati. Con grande abilità nel
motivare i suoi corridori, li ha indotti a focalizzare l'attenzione e la
concentrazione, invitandoli all'autostima e ad una strategia vincente
per raggiungere obiettivi individuali e di squadra.
DA CHIOCCIOLI A MAGNUSSON, I SUCCESSI DI TAPPA IN 15 PARTECIPAZIONI AL GIRO
I suoi rapporti con la corsa rosa
ebbero inizio nel 1984 e da allora sono state ben 15 le partecipazioni
con le sue squadre. Nel 1985 il suo primo successo grazie ad uno
strepitoso assolo di Franco Chioccioli nella 14.a tappa Frosinone-Gran
Sasso d'Italia con la Maggi-Fanini. Un successo maturato dopo aver
staccato anche la resistenza dell'australiano Matthew Wilson e Francesco
Moser, giunti rispettivamente secondo e quarto nel Giro comandato fino a
quel momento e poi vinto dal grande Bernard Hinault. Una vittoria dello
scalatore aretino che gli dette la consapevolezza di puntare negli anni
seguenti alla classifica generale tanto da vincere il Giro nel 1991 a
quasi 32 anni di età. Da un successo in solitaria ad uno allo sprint. La
seconda gioia di Ivano Fanini al Giro fu nel 1987 quando si aggiudicò
con la Remac Fanini la 14.a tappa da San Marino a Lido di Jesolo grazie
al romano Paolo Cimini che ebbe la meglio a sorpresa su Paolo Rosola, il
velocista del momento. Ormai una squadra lucchese era collocata di
routine fra le grandi del ciclismo internazionale fra l'incredulità di
tanti sportivi che avevano assistito ai trionfi delle squadre Fanini in
tutta Italia ma a livello dilettantistico ed a questo punto l'asticella
si era alzata ulteriormente. Nel 1988 a trionfare al Giro fu la volta di
un pisano: Alessio Di Basco, pupillo dello stesso Fanini. Era l'anno in
cui per la prima volta al mondo nel professionismo una società
ciclistica correva e vinceva con due squadre. Di Basco con i colori
della Seven Up-Fanini si aggiudicò la 9.a tappa da Pienza a Marina di
Massa, superando allo sprint grandi velocisti come Guido Bontempi e Urs
Freuler, ma nello stesso tempo la Pepsi-Fanini vinceva in altre
classiche. Lo stesso Di Basco fu artefice di un finale discusso nella
20.a tappa di quella edizione risolta allo sprint. Nella Arta Terme-Lido
di Jesolo fu preceduto sulla linea del traguardo da Paolo Rosola ma gli
fu attribuita la vittoria con il conseguente declassamento dello stesso
Rosola accusato di aver ricevuto una spinta da Pagnin nel corso della
volata. Dopo qualche ora la giuria accolse il reclamo della Bianchi
riconsegnandogli il successo. Alcuni siti del ciclismo però
attribuiscono tutt'ora il successo a Di Basco. Quella del 1988 fu
l'edizione che consentì per la prima ed unica volta al ciclismo lucchese
di aggiudicarsi la classifica finale della maglia bianca come miglior
giovane andata a Stefano Tomasini (Fanini-Seven Up) che si piazzò al
nono posto della classifica generale.
AL GIRO DEL 1990 FABRIZIO CONVALLE APRE L'ERA DI AMORE E VITA
Inizia l'era di Amore e Vita ed un suo
atleta nel Giro del 1990 fa centro nella 5.a tappa da Sora a Teramo:
Fabrizio Convalle. Il passista carrarino fa sua una tappa di 233 km.
massacrante. Si superò anche in salita scollinando fra i primi ai 1395
metri di Rocca di Cambio ed ai 1295 metri di Passo delle Capannelle in
un'edizione vinta da Gianni Bugno che tenne la maglia dalla prima
all'ultima tappa.
TRIPLETTA DELLO SVEDESE GLENN MAGNUSSON DAL 96 AL 98
Il ciclista in maglia Fanini che ha
vinto più tappe al Giro d'Italia è lo svedese Glenn Magnusson con tre
vittorie siglate con la maglia rossonera come il Milan e denominata
Amore e Vita-Forzarcore: la prima nel 1996 quando si impose nella 2.a
tappa da Elusi a Lepanto in Grecia, il bis nel 1997 nella 13.a tappa da
Varazze a Cuneo di km. 150 e la terza nel 1998 nel corso della 9.a tappa
da Foggia a Vasto. Per la prima volta nel 1996 la squadra lucchese
vinse due tappe nella stessa edizione. Replicò al successo di Magnusson
il danese Bo Larsen che si aggiudicò la 17.a tappa da Losanna a Biella.
NESSUNO COME MARIO CIPOLLINI
Quando il 19 maggio 2003 il lucchese
Mario Cipollini vinse l'ennesimo sprint a Montecatini stabilì il nuovo
record con 42 vittorie di tappa al Giro, superando Alfredo Binda che in
carriera ne aveva vinte 41. Un record che difficilmente potrà essere
eguagliato negli anni a venire. Cipollini è stato il più grande
velocista del mondo di tutti i tempi ed ha regalato emozioni a non
finire a tutti gli sportivi. Ivano Fanini anche in questo caso ha il
vanto di averlo scoperto e di avergli consentito la trafila giovanile
nei suoi primi 12 anni di carriera. Un altro particolare che lega il
nome di Fanini al Giro d'Italia riguarda uno fra i più forti velocisti
oggi in circolazione: il due volte campione del mondo e olimpionico
della pista Jonathan Milan che ha fece centro nell' edizione dello
scorso anno nella quarta tappa da Acqui Terme ad Andora, nell'
undicesima tappa da Foiano di Val Fortore a Francavilla al Mare e nella
13.a tappa da Riccione a Cento. Il velocista della Bahrain Victorius è
figlio di Flavio Milan che Ivano Fanini tesserò per Amore e Vita nel
1993 facendolo esordire tra i professionisti dopo che l'anno precedente
vinse diverse corse fra le quali l'Ezio Del Rosso di Montecatini.
Peccato che Flavio deluse un po' le aspettative e chiuse precocemente la
sua carriera.
Il nome di Fanini è legato quindi
anche alla storia del Giro d'Italia. Lo ascolti quando parla e capisci
che un manager così sapeva mandare i propri ciclisti alle corse
motivati. La cosa che colpisce di più di lui è che vive di ciclismo da
più di 60 anni, da quando bambino batteva i suoi rivali negli arrivi
allo sprint. Oggi a 73 anni è lo stesso. Vive d'istinto, sente il
ciclismo e non si perde una corsa in tv. Senza di lui a Lucca si poteva
parlare soltanto di qualche vittoria chimerica senza futuro. Invece per
un trentennio il ciclismo lucchese è stato fra i più vittoriosi di
sempre a livello nazionale fra la strada, la pista e il ciclocross.
Pochi altri sono riusciti ad accendere la passione nelle persone come ha
fatto lui. Il legame con il territorio e la goliardia lo hanno reso
popolare. La sua focosità ha suscitato amore ed odio, ma sicuramente ha
fatto crescere tutto il movimento ciclistico giovanile quanto meno in
Toscana.
Ed ora quindi salutiamo il Giro che
martedì 20 maggio parte da Lucca per la decima tappa che può avere un
peso sulla classifica generale, pronti ad applaudire il passaggio dei
vari Tiberi, Ciccone, Ayuso, Yates, Carapaz, Bernal, Roglic, i
protagonisti di oggi in assenza di Pagacar dominatore della scorsa
edizione. Ogni volta che torna è una festa rosa per tutta la città
perchè il Giro ha un fascino unico ed ineguagliabile, ma indubbiamente
in tutti gli appassionati rimane un po' di nostalgia, di quando una
squadra lucchese, l'unica nella storia, correva ad ogni tappa per
vincerla ed ora senza quella squadra c'è un vuoto incolmabile.
TAPPE VINTE NELLA STORIA DEL GIRO DAL TEAM FANINI
Giro d' Italia 1985 31 Maggio, 14.a tappa (Frosinone-Gran Sasso d' Italia Km. 195) 1.o Franco Chioccioli (Maggi-Fanini)
Giro d' Italia 1987 5 Giugno, 14.a tappa (San Marino-Lido di Jesolo Km. 260) 1.o Paolo Cimini (Remac-Fanini)
Giro d' Italia 1988 31 Maggio, 9.a tappa (Pienza-Marina di Massa Km. 239) 1.o Alessio Di Basco (Fanini-Seven Up)
Giro d' Italia 1988 Classifica Generale di Miglior Giovane (Maglia Bianca) 1.o Stefano Tomasini (Fanini- Seven Up)
Giro d' Italia 1988 11 Giugno, 20.a tappa (Arta Terme-Lido di Jesolo Km. 212) 1.o Alessio Di Basco (Fanini-Seven Up)
Giro d' Italia 1990 22 Maggio, 5.a tappa (Sora-Teramo Km. 233) 1.o Fabrizio Convalle (Amore e Vita)
Giro d' Italia 1996 19 Maggio, 2.a tappa (Elusi-Lepanto-Grecia Km. 235) 1.o Glenn Magnusson (Amore e Vita-Forzarcore)
Giro d' Italia 1996 4 Giugno, 17.a tappa (Losanna-Biella Km. 236) 1.o Nicolaj Bo Larsen (Amore e Vita-Galatron)
Giro d' Italia 1997, 30 Maggio 13.a tappa (Varazze-Cuneo Km. 150) 1.o Glenn Magnusson (Amore e Vita-Forzarcore)
Giro d' Italia 1998, 25 Maggio 9.a tappa (Foggia-Vasto Km. 169) 1.o Glenn Magnusson (Amore e Vita-Forzarcore)