Vannacci: “La Palestina non esiste”
di Gloria Callarelli
Dopo l’annuncio di Macron sul riconoscimento dello Stato di Palestina, accolto con favore dall’Inghilterra e dal Vaticano, la Lega si smarca con le ultime dichiarazioni di Vannacci che si è detto contrario alla proposta citando Trump e specificando che la Palestina non esiste. Dichiarazioni forti, in controtendenza rispetto a un sentire comune che guarda a quanto sta accadendo nel Vicino Oriente come a un genocido e a una profonda ingiustizia. Sul caso abbiamo intervistato Roberto Fiore.
Onorevole Fiore, che ne pensa delle parole di Vannacci. Sono dichiarazioni, in questo momento, politicamente suicide?
Gianfranco Fini iniziò il suo tramonto con la visita a Gerusalemme e le famose frasi a proposito del “male assoluto”. Vannacci ha finito la sua carriera politica con le disgraziate dichiarazioni a proposito di Israele. Infatti, da un generale ci si attendono nozioni di politica, geopolitica e storia tali da evitare strafalcioni che hanno delle conseguenze dal punto di vista politico disastrose. Infatti una posizione in cui si dica che la Palestina non ha diritto a una patria oggi, a parte andare contro il diritto internazionale per come si è sviluppata la vicenda dal 1948 ad oggi, va contro la posizione di tutti i popoli europei, del consesso internazionale e, soprattutto, siamo in Italia, contro la Santa Sede la cui posizione orienta miliardi di Cristiani.
In Italia, forse, mai si era visto tanto cieco servilismo sionista nella classe politica. Tutt’altro, in effetti, se andiamo a ripercorrere alcuni nomi della prima Repubblica…
La Prima Repubblica in Italia, piena di colpe, totalmente agganciata agli Stati Uniti e responsabile oltretutto di aver permesso la commissione di stragi da parte degli stessi settori internazionali atlantici, ebbene quella Prima Repubblica nelle persone di Andreotti, Moro, Craxi ebbe una posizione apertamente filopalestinese, contraria a qualsiasi accordo con Israele. Ricordiamo le frasi di Andreotti in Parlamento che disse: “Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo profughi e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista”, oppure la vicenda di Sigonella in cui emerse un Craxi coraggiosamente filopalestinese (a proposito cosa dice Stefania Craxi oggi?) e il famoso lodo Moro che era sostanzialmente un aperto supporto alle posizioni di resistenza Palestinese. Tutto questo avviene perchè in Italia vige una tradizione mediterranea legata appunto a Roma e alle logiche dottrinarie sia cattoliche che post fasciste, ma anche legata a quello che era il bagaglio dottrinario della sinistra comunista e della DC, che non permettevano di glissare sulla Palestina ed i suoi diritti.
Vannacci, per spiegare la sua tesi, parla addirittura di mancanza di popolo, di confini del territorio e di sovranità.
Dire che la Palestina manchi di un popolo, manchi di sovranità, manchi di confini è un paradosso cinico e una violenza alla Verità oltre che una sudditanza verso lo stato sionista che, dopo l’inchiesta di Report su Ustica, appare il più indicato ad essere considerato il responsabile della strage. Gli accordi poi di diversi dirigenti della cdx italiana e Israele, che riguardano cibernetica e informatica aprono una questione di affidabilità delle nostre strutture di intelligence su cui è inutile soffermarsi…
Impossibile, dopo queste dichiarazioni, qualsiasi avvicinamento politico con il generale per chi, come voi, è fortemente antisionista.
La posizione di Vannacci è contraria alla nostra tradizione di politica estera, è contraria alla posizione della Santa Sede ed è contraria al diritto naturale perchè ancora non è uscita una tesi secondo la quale un popolo ha il diritto di annientare un altro popolo con la fame e con le armi per un suo preteso diritto. Vannacci ed il centrodestra divengono pertanto incompatibili con qualsivoglia forza nazionalpopolare.
Perchè sta accadendo tutto questo oggi in Palestina?
Il problema va ribaltato: ci dobbiamo chiedere quale sia la ragione scatenante del disordine in Palestina e di quello che si trasforma, di fronte ai nostri occhi, in un vero e proprio genocidio. Noi riteniamo che sia il sionismo, infezione che ha trasformato la legittima volontà del popolo ebraico di avere una casa in una scatenata guerra contro tutto e tutti, ad avere come primo fine quello di spappolare la Palestina. Palestina che si è trovata, per sua disgrazia, a dover fronteggiare l’incubo sionista che consiste nel raggiungere un’Israele che inizia dal Mar Rosso e arriva fino all’Eufrate. Siamo coscienti del fatto che lasciar fare oggi a Israele, significa consentire questo “sogno” che di fatto disgregherebbe tutto il Medio Oriente e dovrebbe passare attraverso il genocidio del popolo palestinese e di decine di migliaia di altri essere umani ?
Già in passato, in Italia, si posero chiare le premesse per individuare la radice negativa di Israele.
Ricordiamo la nostra posizione italiana nel periodo del fascismo che inizialmente aprì a Žabotinskij e a quello che sarà poi il Likud, per chiudere poi per preciso volere di Mussolini qualsiasi rapporto. Il capo del Fascismo capì infatti che non si poteva parlare di fascismo israeliano o di un nazionalismo giudaico ma di qualcosa che andava radicalmente contro la nostra fede cattolica, contro la nostra civiltà e gli interessi dell’Italia.
Quella della Santa Sede fu da sempre, per altro, una posizione netta.
Il Vaticano non riconobbe Israele fino al 1989 perchè riteneva e tutt’oggi ritiene che l’idea di Israele, terra promessa e data da Dio al popolo ebraico, fosse divenuta incompatibile con l’evoluzione del rapporto fra Dio ed il popolo ebraico che secondo Roma cambia dopo la crocifissione di Gesù. L’accordo biblico (che dava agli ebrei quella terra) cessa e la Terra Promessa è per i cattolici il Paradiso. Oggi, dal punto di vista dottrinario, abbiamo nelle posizioni della Santa Sede il più forte baluardo al sionismo e quindi il conflitto fra destra italiana (vedi Fratelli d’Italia e Lega) e Santa Sede. Non ho dubbi che la destra sia destinata a soccombere perchè non è motivata da un’idea di giustizia ma solo dall’apparente vantaggio che potrebbe facilmente svanire.
Forza Nuova, da sempre, politicamente, ha mantenuto con coerenza e forza la sua posizione.
Per quanto ci riguarda, nella vita politica con Forza Nuova e prima di Forza Nuova la nostra posizione pro Palestina è sempre stata adamantina e chiarissima, in linea con la nostra visione rivoluzionaria e di equilibrio tra popoli. Una visione che si staglia come posizione di pax romana in un contesto in cui oramai, da decenni, è evidente che chi vuole costantemente e in modo pertinace e ostinato instabilità e guerra sono i sionisti.
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