Lucchese: la memoria della Pantera, passione senza tempo
Le origini e lo stadio Porta Elisa
La Lucchese nasce nel 1905 come Unione Sportiva Lucchese Libertas. Negli anni tra le due guerre cresce fino a diventare orgoglio cittadino.
Il 1935 segna una data fondamentale: l’inaugurazione dello Stadio Porta Elisa, la casa della Pantera, che negli anni diventa teatro di gioie, sofferenze e identità. Negli anni ’40 la squadra vive il suo massimo splendore con stagioni in Serie A.
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L’epopea di Corrado Orrico e la gabbia
Il mito rossonero si accende a fine anni ’80 con l’arrivo di Corrado Orrico, allenatore massese geniale e controcorrente. La sua invenzione più celebre è la “gabbia”, un allenamento durissimo in spazi stretti dove i calciatori si affrontano a colpi di pressing e contrasti: sudore, botte e resistenza, fino allo sfinimento.
Da quella gabbia escono uomini veri:
Massimo Barbuti, bomber di cuore e trascinatore;
Piero Braglia, motorino infaticabile a centrocampo;
Stefano Colantuono, giovane talento poi diventato allenatore;
Giancarlo Carruezzo, il goleador che con le sue reti accendeva la curva.
Nel 1989-90 arriva la promozione in Serie B, e il Porta Elisa diventa una bolgia.
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Derby e battaglie di orgoglio
In quegli anni i derby con Pisa, Livorno, Carrarese, Viareggio non erano solo partite ma battaglie di identità. In campo marcature uomo su uomo, in curva cori che scuotevano la città. Ogni vittoria era festa popolare, ogni sconfitta una ferita collettiva.
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Gli uomini dello spogliatoio
Dietro i riflettori c’erano figure silenziose ma fondamentali:
il professor Enrico Castellacci, medico sportivo che cominciò proprio a Lucca e arrivò fino alla Nazionale italiana campione del mondo 2006;
Álvaro Vannucchi, storico massaggiatore rossonero, amatissimo da giocatori e tifosi, sempre presente in panchina, simbolo di dedizione e professionalità.
Uomini che tenevano insieme lo spogliatoio, colonne invisibili ma indispensabili della storia lucchese.
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La Curva Ovest: cuore e anima
La Curva Ovest è sempre stata il cuore pulsante della Pantera.
I grandi gruppi che l’hanno resa celebre:
Teste Matte;
Red Kaos;
Bulldogs;
Panthers.
Accanto a loro, sigle minori ma ricordate come i Tori Flesciati e i Quei Bravi Ragazzi, che davano colore e spontaneità.
La curva non era fatta solo di striscioni ma anche di personaggi popolari: Lo Scimmiato e Il Puffo, volti che incarnavano lo spirito genuino e verace del tifo lucchese.
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Scontri, diffide e repressione
Negli anni ’80 e ’90 la curva vive anche il lato duro: scontri con Pisa e Livorno, contatti con la polizia, trasferte infuocate.
Molti ragazzi finiscono sotto diffida, mesi o anni lontani dallo stadio. Ma anche fuori dai cancelli la voce non mancava: tamburi e cori per farsi sentire lo stesso.
Un capitolo particolare riguarda i Bulldogs, gruppo caldo e passionale, che col tempo si è reso “fuorilegge” per gli episodi eccessivi. Una storia controversa, ma parte integrante dell’identità della Ovest: tifo viscerale, senza compromessi.
I fallimenti societari
Se la curva ha resistito, la società ha vacillato più volte. Negli ultimi 20 anni la Lucchese ha conosciuto quattro fallimenti: stipendi non pagati, fideiussioni saltate, promesse mai mantenute.
Ogni volta la Pantera ha dovuto ricominciare dai dilettanti: prima nel 2011, poi ancora.
Oggi, nel 2025, la Lucchese è di nuovo costretta a ripartire dall’Eccellenza, una ferita che pesa ma non piega l’amore della città.
Linea del tempo rossonera
1905 – Fondazione della Lucchese.
1935 – Inaugurazione del Porta Elisa.
1940-50 – Anni d’oro: la Pantera gioca anche in Serie A.
1989-90 – Con Orrico, la promozione in Serie B e la leggenda della gabbia.
Anni ’90 – Derby infuocati, Barbuti, Braglia, Carruezzo trascinano la squadra.
2000-2010 – Primi grandi problemi societari.
2011 – Primo fallimento clamoroso, ripartenza dall’Eccellenza.
2010-2020 – Alternanza di rinascite e nuovi crolli.
2025 – Quarto fallimento in 17 anni: la Lucchese torna ancora all’Eccellenza.
Ieri e oggi
Ieri: la gabbia di Orrico, i gol di Barbuti e Carruezzo, il Porta Elisa pieno, i medici e massaggiatori come Castellacci e Vannucchi, la curva Ovest ruggente con Teste Matte, Red Kaos, Panthers, Bulldogs, e i personaggi come Lo Scimmiato e Il Puffo.
Oggi: fallimenti, Eccellenza, un calcio più freddo, ma una curva che resiste, e un Porta Elisa che nonostante tutto non ha smesso di sognare.
Un filo che non si spezza
La Lucchese è caduta mille volte, ma non è mai morta. È fatta di gloria e cadute, di uomini veri e personaggi popolari, di curve ribelli e spogliatoi pieni di sacrifici.
È la storia di una città che soffre ma si rialza, di un amore che non conosce tempo.
Finché al Porta Elisa sventolerà una bandiera rossonera, il ruggito sarà sempre lo stesso:
“Lucchese mia, non ti lasceremo mai.”
Un Tifoso
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