La Lega scopre l’odio… ma solo quando lo fanno gli altri
Chi ha memoria corta potrebbe quasi crederci: oggi la Lega accusa i Cinque Stelle di fomentare odio. Peccato che la storia racconti altro.
Negli anni ’90 il grido era “Roma ladrona” e qualcuno, tra le fila padane, lanciava pure un “Forza Etna!” come invito poco velato a spaccare l’Italia in due. Poi sono arrivati i bersagli successivi: dall’Europa “vampira” ai migranti descritti come invasori, con tanto di ruspe brandite da Salvini come simbolo elettorale. Non mancavano le felpe identitarie, una per ogni occasione, e i gazebo dove il volume era sempre al massimo.
Ora, con un tempismo degno di nota, il Carroccio scopre che il linguaggio tagliente divide, e accusa i grillini di esasperare i toni. Certo, i Cinque Stelle non hanno mai fatto mistero di usare rabbia e indignazione come strumenti politici – dal “vaffa” di Grillo alle campagne social contro la “casta” – ma sentire la Lega ergersi a paladina della moderazione fa sorridere.
È un po’ come se chi ha passato trent’anni a urlare con il megafono si lamentasse perché il vicino ha alzato la radio.
Raggi X
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