Bundu insultata: il razzismo non è opinione, va fermato

Da Lucchese, da toscano e da cittadino che crede nei valori della sinistra, non posso stare zitto davanti a quello che è successo ad Antonella Bundu. Una donna nata e cresciuta a Firenze, candidata di Toscana Rossa, si trova sommersa da insulti razzisti: “tornatene in Africa”, “fuori le scimmie dall’Italia”, “buttatele in mare”. Vergogna pura. Non è una questione di battaglia politica, qui si va oltre: è un attacco alla dignità, alla nostra stessa democrazia. Perché se in Italia c’è ancora chi pensa che l’italianità dipenda dal colore della pelle, allora significa che il veleno del fascismo non è mai stato davvero estirpato. Bundu ha risposto con ironia, mostrando forza e intelligenza. Ma non basta che lei tenga testa da sola. Tocca a noi, come cittadini, come antifascisti, come persone che credono nella giustizia sociale, dire basta. Le organizzazioni che si richiamano al fascismo non devono avere né agibilità politica né spazio mediatico. In un Paese nato dalla Resistenza, non si può più tollerare che chi diffonde odio e razzismo trovi sponde e microfoni. Il razzismo non è opinione: è violenza. E la violenza o la fermi, o la subisci. Giovanni
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