Eugenio Giani, governatore della Toscana: i lucchesi applaudono alla “novità”
Lucca, terra di mura, di chiese e di sottile ironia, si scopre improvvisamente innamorata di una “novità” che di nuovo ha ben poco: Eugenio Giani, governatore della Toscana. Perché chiamarla novità? Beh, perché a Lucca si sa, l’abitudine è forte: quando una cosa resta uguale troppo a lungo, qualcuno deve pur avere il coraggio di dire che è fresca, scintillante, quasi rivoluzionaria.
I lucchesi, con la loro calma secolare e il passo lento sulle Mura, guardano a Firenze e sorridono: “Abbiamo un governatore che ci conosce, che parla di Toscana come se fosse una famiglia allargata… e noi, che famiglia ne sappiamo, non possiamo che essere fieri”.
Fieri, sì, ma sempre con quella punta di sarcasmo che non guasta. Perché in fondo Giani non è piovuto dal cielo: è lì da tempo, conosce ogni piega istituzionale, eppure a Lucca lo si saluta come fosse un colpo di scena. Un po’ come quando al mercatino dell’antiquariato ritrovi la stessa lampada vista dieci volte, ma all’improvviso ti convince che è quella giusta.
E allora via agli elogi, ai brindisi (con vino rigorosamente locale) e ai commenti sornioni: “Lui è un governatore che ci rappresenta davvero… fino al prossimo dibattito, almeno”.
Serio e faceto, come sempre accade sotto le Mura: perché a Lucca si applaude, ma senza mai smettere di strizzare l’occhio.
POLIFEMO
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