La Lippa proposta per un fuoco di altri tempi

La lippa: il ritorno di un gioco senza tempo Un cortile polveroso, due bastoni e tanta voglia di stare insieme: bastava questo per accendere le sfide di generazioni di ragazzi. La lippa, gioco antico diffuso in tutta Italia con mille nomi diversi (cacciapie, scuccetta, mazzacchiu), è parte viva della nostra memoria collettiva. Oggi, mentre le piazze cercano occasioni per ritrovare comunità e tradizioni, la lippa torna a essere proposta dai Comuni come rievocazione ludica: un’attività semplice, economica e sorprendentemente coinvolgente, adatta a tutte le età. Come si gioca Si prepara un bastone lungo circa mezzo metro e una “lippa” più corta, appuntita alle estremità. Con un colpo secco si fa saltare la lippa da terra e subito dopo la si colpisce per lanciarla il più lontano possibile. Gli avversari devono recuperarla e riportarla vicino al punto di partenza: le varianti delle regole cambiano da paese a paese, ma l’essenza resta la stessa—abilità, riflessi e spirito di gruppo. Perché proporla oggi Inclusiva: non servono attrezzature costose né abilità particolari. Culturale: rievoca tradizioni popolari radicate nella storia locale. Sociale: riporta in piazza bambini, genitori e nonni, accomunati dallo stesso gioco. Turistica: può arricchire sagre, feste patronali e rassegne estive con un momento di partecipazione genuina. Un invito ai Comuni Rilanciare la lippa non significa solo “fare un gioco antico”, ma ridare spazio alla comunità. È un modo concreto di rendere vivi i centri storici, trasformando le strade e le piazze in un’arena di risate, sfide amichevoli e ricordi che si intrecciano con il presente. La tradizione non appartiene al passato: basta un bastone, una lippa e la voglia di giocare insieme perché torni ad essere attuale. Tempo Libero News
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