Gaia Tortora a L'Augusta: "La riforma della giustizia in Italia
la può fare solo un governo di destra, la sinistra ha troppa paura"
Gaia Tortora ha aperto la stagione autunnale de L’Augusta – la Fortezza
delle Idee, patrocinato dal Comune di Lucca. La giornalista e vice
direttore del tg La7 ha presentato il suo libro “Testa alta e avanti”,
dedicato ad uno dei casi di malagiustizia più clamorosi della storia
d’Italia, quello che ha investito nel 1983 il padre Enzo, uno dei più
famosi volti televisivi del momento.
“Sono molto contenta di essere per la prima volta a Lucca - ha esordito
Tortora, intervistata dal collega Fabrizio Vincenti – e sempre
orgogliosa di parlare della tragedia vissuta dalla mia famiglia, quando
mio padre, da tutti considerato uomo integerrimo, al culmine della
propria carriera televisiva, venne arrestato con le infami accuse di
traffico di droga ed associazione di stampo camorristico. Le
dichiarazioni di alcuni pentiti, rivelatesi poi tutte false, gli sono
costate 4 anni di calvario giudiziario e una gogna mediatica che si è
placata senza alcuna scusa solo quando è stato assolto con formula piena
per l’insussistenza del fatto. Una ferita ancora aperta, che mai si
rimarginerà”.
“Ho aspettato qualche decennio per poter elaborare il dolore che mi
porto dentro e poter scrivere questo libro - ha continuato Gaia Tortora -
che spero sia anche un piccolo faro in grado di illuminare la
situazione della giustizia italiana, che non è cambiata da quei tempi,
in cui finiscono in carcere circa 1000 innocenti all’anno, accompagnati
da titoloni sui giornali che poi non concedono alcuno spazio al momento
dell’assoluzione”.
"Sono convinta che una riforma della giustizia sia sacrosanta - ha
concluso Tortora - a partire dalla separazione delle carriere, che deve
essere solo un primo passo e che tutto questo lo potesse fare solo un
governo di destra, visto che la sinistra ha sempre dimostrato timore
nella prospettiva di mettersi contro parte della Magistratura. Fino a
oggi chi ha cercato di cambiare questo sistema o si è bruciato le penne,
o ha desistito, o ha fatto una riforma che non cambia nulla, come fu
per Matteo Renzi”.