La deriva nazista in Europa
La deriva nazista in Europa: vecchi fantasmi, nuove maschere
Negli ultimi decenni l’Europa ha visto riaffiorare spinte politiche e culturali che richiamano direttamente, o pericolosamente riecheggiano, l’eredità del nazifascismo. Non si tratta di semplici nostalgie isolate, ma di un intreccio più ampio di crisi economiche, sociali e identitarie che aprono terreno fertile a ideologie radicali.
Radici storiche e continuità
Il dopoguerra aveva promesso un continente “vaccinato” contro totalitarismi e suprematismi. Eppure, già dagli anni ’50 e ’60 piccoli gruppi neofascisti mantennero viva la fiamma dell’estremismo, spesso intrecciandosi con movimenti giovanili, curve calcistiche, sottoculture musicali. Quello che era marginale è tornato ciclicamente a farsi sentire, soprattutto nei momenti di crisi.
Le nuove forme
Oggi la deriva nazista non si presenta quasi mai con svastiche e camicie nere. Le strategie sono più sottili:
Partiti elettorali che parlano di “identità nazionale” e “difesa dei confini”, cercando legittimazione istituzionale.
Movimenti di piazza che combinano violenza, simboli storici e retorica anti-migranti.
Cultura alternativa: dal nazi-rock ai canali social che diffondono complottismo, antisemitismo e xenofobia sotto forma di meme.
I terreni fertili
Tre fattori hanno favorito questa rinascita:
1. Crisi economiche: disoccupazione e precarietà diventano benzina per la retorica del “nemico esterno”.
2. Migrazioni: fenomeno complesso strumentalizzato come minaccia alla “purezza” europea.
3. Disinformazione digitale: la rete moltiplica la velocità di diffusione di idee tossiche, dando visibilità a gruppi prima marginali.
Il rischio politico
La normalizzazione è il vero pericolo. Quando partiti con radici nell’estrema destra entrano nei parlamenti e partecipano ai governi, la retorica discriminatoria smette di essere tabù. Si passa da slogan urlati nelle piazze a provvedimenti concreti che erodono diritti, libertà civili e convivenza democratica.
Antidoti possibili
Non bastano leggi repressive: la memoria storica da sola non è più sufficiente. Servono educazione critica, informazione libera, spazi sociali inclusivi e una politica capace di dare risposte reali ai problemi economici e sociali, sottraendo terreno alla propaganda.
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La deriva nazista europea non è un ritorno al passato in fotocopia, ma un’ombra che cambia pelle. E se viene sottovalutata, rischia di diventare parte del panorama politico normale.
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