Così dichiarano i membri del Circolo del Partito Democratico del Centro Storico di Lucca.
“Il
prossimo 23 gennaio si terrà all’asta, presso la Camera di Commercio di
Lucca, la vendita dell’isolato dell’ex Giorgi, tra via San Nicolao e
via del Giardino Botanico. Si tratta di una decisione importante per
tutta l’area, ma che rischia di essere gestita con corto respiro:
l’ennesimo nuovo condominio di fascia alta, affidato alle solite ditte,
con numerosi appartamenti che diventeranno investimento, non casa per
chi abita o vuole vivere davvero Lucca”.
“Come circolo confidiamo
che all’atto di vendita sia rispettata la clausola prevista nel piano
operativo per la quale una quota obbligatoria di volumi sia destinata
all’affitto controllato a lungo termine, riservato a famiglie,
lavoratori e giovani lucchesi. In alternativa, chiediamo che
l’indennizzo previsto da corrispondere al Comune sia destinato al
sostegno delle politiche abitative. Non è accettabile - sottolineano gli
iscritti - che l’amministrazione di destra confonda il centro storico
con un grande palco eventi allestito solo per il turismo, invaso durante
il giorno e vuoto durante le notti. Il centro deve essere parte
integrante della città, con scuole, case, servizi, attività artigiane e
culturali, non solo eventi e grandi catene commerciali che rendono il
nostro centro storico uguale a tanti altri”.
“Come Partito
Democratico intendiamo presentare in consiglio comunale una serie di
proposte concrete per affrontare l’emergenza abitativa: vogliamo
soluzioni utili, sia nel breve che nel lungo periodo. È necessario
destinare parte del patrimonio del centro storico alla residenzialità
locale, aumentare e stabilizzare il contributo affitto e velocizzare
l’assegnazione delle case popolari, stanziando più fondi. Vogliamo
soluzioni che parlino davvero ai giovani e alle nuove generazioni,
quelle che oggi non riescono a trovare un affitto sostenibile o a
restare a vivere nella propria città perché il mercato è completamente
snaturato dalle locazioni a breve termine. Il nostro messaggio è chiaro:
vogliamo una città diversa, una città che costruisce un’alternativa
credibile. Il centro storico deve tornare ad essere casa, lavoro,
comunità”.