Infermieri: eroi quando fa comodo, costi inutili quando c’è da pagarli

Eccoci qui, 2025. Facciate illuminate, congressi patinati sulla salute, slogan emozionanti su quanto gli infermieri siano “fondamentali”, “pilastri del SSN”, “eroi della cura”. E poi, nel mondo reale, arriva la classica stilettata mascherata da interpretazione tecnica: l’Agenzia delle Entrate comunica che alcuni straordinari non saranno più agevolati fiscalmente. Quelli della pronta disponibilità? No. Quelli legati alle elezioni? Assolutamente no. Tradotto: se ti chiamano nel tuo giorno libero o di notte perché manca personale, o se garantisci il diritto di voto ai pazienti – cioè uno dei doveri più basici di una democrazia – non solo non ti viene riconosciuto come straordinario agevolato, ma lo devi tassare “come Cristo comanda”. Che poi, ironia della sorte, il contratto collettivo dice chiaramente che lo straordinario è uno. Punto. Fine. Non ci sono categorie mistiche di “straordinario ordinario”, “straordinario meno straordinario”, “straordinario ma non troppo”. Ma siccome in Italia la burocrazia ha bisogno di sentirsi creativa, ecco che nasce una distinzione da manuale di surrealismo amministrativo: ci sono straordinari che valgono e straordinari che non valgono. Un po’ come il basket giovanile: tutti giocano, ma solo alcuni contano. E poi c’è il capolavoro: il lavoro legato alle consultazioni elettorali non è agevolabile perché non sarebbe programmabile. Certo, perché le elezioni in Italia arrivano come i terremoti: impreviste, improvvise, imprevedibili. Nessuno sa quando succederà, è davvero una sorpresa ogni volta. Mai vista una cosa scritta sul calendario, figurati. Nel frattempo le stesse istituzioni che prendono queste decisioni ti ricordano continuamente quanto sei importante. Ti applaudono quando serve, ti usano nelle campagne istituzionali come simbolo di sacrificio altruista, ti definiscono “motore silenzioso della sanità pubblica”. Poi però al momento dei fatti ti trattano come un fastidio contabile da contenere. La sensazione è chiara: quando bisogna chiedere disponibilità, sacrifici, flessibilità, spirito di servizio… gli infermieri sono indispensabili. Quando bisogna riconoscere economicamente tutto questo, diventano improvvisamente un costo troppo alto. E quindi si va avanti così: turni massacranti, organici insufficienti, responsabilità crescenti, straordinari tassati al massimo, interpretazioni normative che sembrano scritte da qualcuno che non ha mai messo piede in un reparto. Mentre intorno scintillano luci blu, hashtag sulla prevenzione, fotografie istituzionali sorridenti. Gli infermieri sono eroi? Certo. Ma eroi a corrente alternata. Solo quando serve. Solo quando torna utile. Solo quando c’è da fare scena. E la realtà, amara e semplice, è questa: un sistema che chiede continuamente dedizione, competenza e senso del dovere, ma fatica a riconoscerli davvero, sta giocando con una risorsa che non è infinita. Il cuore della sanità batte. Sempre. Ma un giorno potrebbe stancarsi. E quando succederà, non basteranno le luci blu per accenderlo di nuovo. Infermieri Autonomi Infermieri Ribelli https://fai.informazione.news/438B9B9C-3989-4198-B96B-A9771208F274/Infermieri-eroi-quando-fa-comodo-costi-inutili-quando-c-e-da-pagarli
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