Il fuoco e la memoria: la storia di Vania Vannucchi

Il 2 agosto 2016, a Lucca, una vicenda drammatica sconvolse la comunità. Vania Vannucchi, quarantasei anni, operatrice socio-sanitaria, fu attirata in un luogo appartato da un uomo con cui aveva avuto una relazione ormai conclusa. Lì venne cosparsa di benzina e data alle fiamme. Le ustioni riportate erano gravissime e, nonostante l’intervento dei soccorritori e il ricovero ospedaliero, morì poco dopo. Il responsabile del gesto fu processato e condannato a trent’anni di reclusione, riconoscendo la volontarietà e la crudeltà dell’azione. Dopo l’omicidio, la città decise di non lasciare che questa storia diventasse solo un ricordo doloroso. Con il tempo sono stati avviati progetti, percorsi scolastici e iniziative di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, trasformando il luogo della tragedia in uno spazio simbolico di memoria e impegno. Nel corso del 2025, la comunità ha aggiunto un nuovo gesto concreto per ricordarla. È stata realizzata e inaugurata un’opera murale nel luogo esatto dell’aggressione, grazie al lavoro di studenti e realtà locali. Il murale rappresenta un simbolo di trasformazione: da un punto fisico di violenza a un luogo che invita alla riflessione e alla responsabilità. Un ulteriore passo avverrà il 22 novembre 2025, quando sarà inaugurata una mostra interamente dedicata alla storia di Vania e al tema della violenza di genere. L’evento si terrà alle ore 11 nella Sala dell’Antica Armeria di Palazzo Ducale a Lucca. L’esposizione è stata progettata con contributi artistici, testimonianze e lavori di studenti, con l’obiettivo di rendere la memoria non un esercizio formale, ma un mezzo per prevenire, educare e sensibilizzare. Raccontare la storia di Vania significa mantenere vivo ciò che spesso viene ignorato o normalizzato: il crescere silenzioso della violenza nelle relazioni, i segnali trascurati, la percezione distorta del controllo e del possesso. La memoria, quando trasformata in azione, diventa uno strumento di protezione collettiva. La tragedia che ha segnato la vita di Vania non cambia, ma ciò che una comunità costruisce attorno a quel dolore può trasformarlo in consapevolezza, presenza e responsabilità. In questo modo, il suo nome non resta legato solo a ciò che è accaduto, ma a ciò che da quella ferita è nato: un impegno a non lasciare spazio all’indifferenza. Memoria Lucchese
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