La bella addormentata di Lucca
Nonostante sia un’opera di fama mondiale, uno dei più grandi capolavori del gotico funerario e la creazione più celebre di Jacopo della Quercia, a Lucca l’Ilaria del Carretto è poco conosciuta, poco valorizzata e quasi mai pubblicizzata. Molti lucchesi – sorprendentemente – non sanno neppure cosa rappresenti davvero, né comprendono il suo valore storico, artistico e identitario.
Eppure dovrebbe essere uno dei simboli più luminosi della nostra città.
Nel 1995, per motivi legati ai lavori di restauro del Duomo di San Martino, il monumento venne spostato nella sacrestia laterale come soluzione provvisoria. Da allora, però, lì è rimasto, senza un vero riallestimento definitivo. Ancora oggi l’opera appare non completamente assemblata: la tomba è suddivisa in sei pannelli separati, tenuti insieme da pezzi di ferro e giunture visibili.
Una soluzione transitoria diventata permanente, che rompe l’armonia della scultura e ne compromette l’impatto emotivo e visivo, degradando il senso stesso del monumento funebre dedicato a una delle figure storicamente più importanti della corte lucchese.
Invece di trovarsi in un contesto solenne, l’Ilaria del Carretto oggi è collocata in un ambiente buio, angusto e profondamente inadatto, sopra una pedana di legno provvisoria, circondata da muri scuri che non rispettano né la luce né le proporzioni del capolavoro.
Un destino paradossale per un’opera che il mondo studia, ammira, fotografa, e che qui – nella sua città – vive ai margini.
Proponiamo, se possibile, di trasformare l’attuale sacrestia che ospita l’Ilaria del Carretto in uno spazio monumentale.
Un ambiente con illuminazione studiata, pensata per valorizzare le proporzioni quasi perfette, la morbidezza delle linee, il gioco di ombre e prospettive scolpito da Jacopo della Quercia.
Uno spazio che restituisca dignità al monumento funebre e permetta ai cittadini e ai visitatori di vedere Ilaria come merita, non come un’opera “accantonata” in attesa di un destino migliore.
Lucca ha il privilegio di custodire un tesoro unico nel suo genere.
È arrivato il momento di chiedersi se questo tesoro stia ricevendo le attenzioni, la cura e il rispetto che merita.
Dopo trent’anni, una cosa è chiara:
Ilaria del Carretto merita finalmente la sua luce.
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