L’estremismo liberticida dell’assessore regionale Monni.


L’Assessore all’Ambiente della Toscana ha sponsorizzato una proposta di legge regionale che obbliga i Comuni a perseguire e multare chi accende camini e stufe a legna non di ultima generazione, minacciando multe, responsabilità e danni a carico degli stessi Comuni inadempienti.

Monni non solo rifiuta la cosa più logica e umana in questi momenti di grande crisi economica e di costo di gas ed elettricità: una moratoria per l’inverno 2022/23 del divieto di accendere camini e stufe, ma cerca di perseguitare i cittadini più in difficoltà con la creazione di multe stratosferiche.

Da buona sinostrorsa la Monni non ci mette la faccia ma vuole obbligare i Comuni a pugnalare alle spalle i loro cittadini, ricattandoli con chiamate di responsabilità.

Chiediamo, come già visto in questi giorni, che i Comuni si rifiutino di fare da aguzzini nei confronti dei cittadini che devono scegliere fra mangiare o riscaldarsi e che la proposta di legge sia contestata e respinta al mittente.

A parte la priorità dell’oggi di consentire a tutti di potersi riscaldare a costi accettabili, la documentazione allegata alla proposta di legge Monni è molto confusa e ricca di decine e decine di pagine, grafici, sproloqui, per rendere tutto molto incerto.

Sembra evincere che tutta questa questione iniziata molti anni fa, si basi su uno studio “Progetto Patos” il cui ultimo approfondimento è del 2019 e i superamenti dei parametri continuano a registrarsi oggi SOLO presso L’UNICA stazione di LU-Capannori.

Il superamento di parametri su una sola stazione posta in zona residenziale di Capannori determina la chiusura di caminetti e stufe a legna in 14 Comuni, per decine di migliaia di cittadini.

L’Inventario Regionale sulle Sorgenti di Emissione in aria ambiente IRSE – pare aggiornato all’anno 2017, anche se i dati completi sembrano essere del 2010, ultimo anno disponibile, conclusioni: la sorgente dell’inquinamento è incerta e datata.

L’individuazione come responsabili del superamento dei parametri per camini e stufe a legna è accertato solo per deduzione.

Nelle altre stagioni i parametri di quella centralina sono a norma, in inverno no e allora la colpa deve essere della legna, che si brucia in inverno, senza avere nessuno dato di quanti siamo i camini e le stufe e per quanti giorni bruciano legna.

Un po’ poco per condannare al freddo e alle multe della Monni migliaia di cittadini.

Quando studi indipendenti parlano dei venti invernali freddi del nord che porterebbero sulle nostre pianure inquinamenti da abbruciamenti delle zone del Caucaso, mai smentite da nessuno.

I Riformisti chiamano all’impegno contro questa legge regionale liberticida e dalle motivazioni incerte e raffazzonate.

I Sindaci dei Comuni interessati dimostrino nei fatti di non accettare queste imposizioni di un ambientalismo estremo nelle scelte e superficiale nell’approfondimento tecnico.

Conclusioni: il decreto del Governo Meloni sui Rav-party e questa proposta di legge Monni ci sembrano abbiano alla base una stessa sottocultura estremista.

 

Francesco Colucci, Riformisti per Italia Viva e il Terzo Polo

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