Mammini (PD): “Ancora silenzio sul Piano Operativo. E la città aspetta”

La consigliera comunale Serena Mammini (Partito Democratico) interviene sul Piano Operativo.


“Il sindaco, nel corso della conferenza stampa di fine anno di qualche giorno fa, è tornato sull’argomento Piano operativo. Leggendo le parole che ha dovuto dire al riguardo, mi viene in mente l’incomunicabilità, tema che Michelangelo Antonioni, con la sua trilogia di film agli inizi degli anni Sessanta, portò nel dibattito culturale. Un senso di disagio che, ahimè, costringe a ulteriori precisazioni”.

"Peccato dover constatare che per giustificare l’ingiustificabile impasse di sei mesi il sindaco sia costretto a screditare un gran lavoro fatto. Un lavoro che certo non sarà perfetto, anche perché il Piano è ancora in fase di adozione e sarebbe stato comunque migliorato – come previsto dalla legge e senza alcuna sorpresa – dall’accoglimento di alcune osservazioni; ma non è nemmeno quello che vuol far intendere il sindaco con le sue parole. Si spinge infatti a dire: “non avremmo dovuto trovarci in questa situazione, in mezzo al guado con 280 osservazioni”. Peccato che per l’ennesima volta occorra precisare che quel “guado” faccia parte dell'iter previsto dalla legge regionale da ormai molti anni: si raccolgono le osservazioni dei cittadini, l’amministrazione le analizza rispondendo a una a una, si portano in commissione e poi in consiglio che le approva o meno. Una cosa vera, tuttavia, l’hanno raccontata al sindaco: l’iter previsto dalla legge è piuttosto lungo e complicato. E quindi, se dopo il cambio di amministrazione di quel Piano se ne perdono le tracce mentre il percorso viene affidato a un consigliere che nemmeno fa parte della commissione urbanistica, che invece tutte quelle osservazioni dovrà esaminare, viene da pensare che sulla materia qualche difficoltà sussista. E la città aspetta. Città che è la stessa di un anno fa, con le stesse necessità, i soliti problemi, le solite debolezze e i suoi punti di forza; città che grazie alle osservazioni, ai tanti incontri si è potuta esprimere su una proposta di Piano e che in quel Piano sperava di trovare risposte”.?
“Intanto, sindaco, si informi meglio perché le osservazioni sono molte di più di 280: chissà quel numero da dove sarà saltato fuori. La precedente amministrazione le aveva lasciate georeferenziate e pronte per essere esaminate in modo da approvare il Piano nei primi mesi del nuovo anno. Ci chiediamo invece in tutto questo tempo con chi siano state discusse le osservazioni! Nella commissione preposta tutto tace”.

La scorsa primavera era in fase di redazione anche il Regolamento edilizio, senza il quale il Piano operativo non sarà completo, visti i numerosi rimandi. Con il rosso Piano strutturale, il verde Piano operativo e il bianco Regolamento edilizio, mi riferisco anche alla veste grafica degli elaborati, si andava a completare la nuova strumentazione urbanistica della città. Ovviamente il Piano operativo, dopo alcuni mesi dalla sua definitiva approvazione, avrebbe potuto prevedere anche una piccola variante di manutenzione, perché funziona così quando l’urbanistica procede su basi nuove e ripulite. I piani sono strumenti che possono invecchiare facilmente, che necessitano di costante attenzione. Allora Sindaco, mi perdoni se insisto, ma se non lo avesse ancora fatto, faccia un giro direttamente nei suoi uffici, ascolti e si renda conto personalmente di che cosa si parla, confrontandosi direttamente con le sue dipendenti e con vecchi e nuovi dirigenti”.

“Vede, per esempio, la rotonda che “avete pensato” e che vuol realizzare in via Salicchi è già inserita nel tanto denigrato Piano operativo. Qualcuno l'ha pensata prima di lei e ha determinato le condizioni urbanistiche perché possa realizzarsi. Così come sono presenti altre previsioni possibili da lei annunciate. A conferma che la risoluzione di alcune problematiche non ha, e non dovrebbe avere, nessun colore, ma obiettivi condivisi. Forse vi siete abituati un po’ male. La situazione ereditata dalla precedente amministrazione, evidentemente, non era poi così negativa come sbandierato in campagna elettorale. E in effetti lavorare per terminare, con l’ultima fase, un piano urbanistico è un pochino più impegnativo che pensare agli addobbi di Natale e ai relativi sponsor, o portare avanti atti già definiti. Ma, per quanto, purtroppo, sempre più importante, non si vive di solo marketing. Soprattutto in politica: il consenso va e viene, la responsabilità di lasciare contenuti rimane, semina. E non è rendendo l'urbanistica una cenerentola, come è stato fatto in questi mesi, che si sostiene la città a crescere ordinata, con regole certe uscendo da quel “regime transitorio” che certo non aiuta, chi vuole farlo, a ben operare. A meno che gli interessi non siano altri. E allora, sindaco, approfitti della possibilità di riflettere, vista l’arrampicata sugli specchi nel tentativo di giustificare questi mesi di pubblico silenzio".

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