PER I PACIFISTI DI LUCCA E D'ITALIA

Vedo che tutti o quasi i candidati sindaci a Lucca hanno tra i loro sostenitori "pacifisti" o filo russi. Gottardo è un pacifista di sinistra, il Colombini è su posizioni filo russe, Veronesi, appoggiato da movimenti moderati ha nella compagnia anche la lista di Sgarbi, che è anti ucraino dichiarato, Pardini ha la Lega dell'impresentabile Salvini, mentre Barsanti ha perfino la Rete di Patrioti del camerata Mari, movimento che si propone di promulgare una nuova costituzione ispirata a quella della Federazione Russa. Raspini poi ha sfoggiato, penso per compiacere la sinistra cattolica, la bandiera della pace sul groppone in occasione della manifestazione tenutasi a Lucca subito dopo lo scoppio della guerra. Solo il Cecchini non ha compiuto chiari atti di pacifismo/filo putinismo e non è ufficialmente affiancato da movimenti di tal genere, ma sono sicuro che anche tra i suoi candidati pacifisti e filo putinisti abbondano. Per tutti i pacifisti riporto qui di seguito un passo del discorso tenuto il 7 giugno a Londra dal Primo Ministro dell'Estonia Signora Kaja Kallas. Sperando serva per riflettere. "........ Dobbiamo tenere a mente che la pace non significa automaticamente che le atrocità finiranno. Qui parlo dell’esperienza di molti nell’Europa centro-orientale. Per l’Estonia, la pace dopo la seconda guerra mondiale significò l’inizio delle repressioni. Ha comportato un enorme costo umano e ha portato rinnovate sofferenze attraverso uccisioni di massa, repressioni, deportazioni di massa e altri crimini contro l’umanità. Mia madre aveva solo sei mesi quando fu deportata su un carro bestiame, insieme a sua madre e sua nonna in Siberia, mentre mio nonno fu mandato nel campo di prigionia siberiano. È stato un miracolo che la mia famiglia sia sopravvissuta, ma molti no. Mentre gli estoni venivano deportati, i russi occupavano l’Estonia, cercando di cancellare la nostra cultura e lingua. Nel 1922 la minoranza russa ammontava al 3,2% della nostra popolazione, alla fine dell’occupazione sovietica la popolazione russa era aumentata a oltre il 30%. Ora stiamo assistendo a ciò che si ripete in Ucraina nei territori occupati dalla Russia: bambini deportati in massa in Russia, donne violentate, uomini imprigionati. Le immagini di Irpin e Bucha hanno portato alla ribalta globale la brutalità e l’imponenza dei crimini di guerra russi contro i civili. E non conosciamo ancora l’intera portata delle atrocità di Mariupol e altrove. E probabilmente non lo sapremo fino a quando queste aree non saranno liberate dall’Ucraina, ma tutti i segni suggeriscono che sarà Bucha molte volte. L’esperienza di mezza Europa dopo la Seconda guerra mondiale dovrebbe ricordarci che non possiamo dare all’aggressore nulla che non avesse prima, altrimenti l’aggressione prima o poi tornerà. Abbiamo già commesso questo errore diverse volte, sia nel caso della Georgia, della Crimea o del Donbass. Ecco perché sono preoccupato per gli appelli prematuri al cessate il fuoco o alla pace: non ci sono segnali che la Russia abbia cambiato obiettivi e calcoli. Fino a quando il Cremlino non rinuncerà al suo obiettivo di conquistare nuovi territori in Ucraina, è difficile credere nella prospettiva di un vero dialogo di pace. Non credo nella buona volontà di un vero aggressore e di un criminale di guerra a sangue freddo........"....
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