Sulla scuola ovvero “Veder l’erba dalla parte delle radici “

“Lucca merita di crescere in ogni sua parte” è questo il pensiero del nostro candidato sindaco Francesco Raspini. E infatti le proposte programmatiche sullo sport, la cultura, l’ambiente, la sanità,…vanno in questo senso.
Vero è che il nostro Comune in questi anni “ce l’ha messa tutta” ma è innegabile che resta ancora molto da fare.
Per quanto riguarda la scuola le criticità da affrontare al più presto concernono, ovviamente, gli aspetti strutturali e la messa in sicurezza degli edifici scolastici ma, dal mio punto di vista, che è quello dell’insegnante, l’altro nodo riguarda gli studenti che mostrano “sofferenza” scolastica.
Penso in particolare ai ragazzi drop out, cioè a quella parte di popolazione scolastica che non ha superato le proprie difficoltà di apprendimento o che si è “disaffezionata” alla scuola.
Questi sono i ragazzi che, al termine delle medie o dopo i primi due anni di superiori, si iscrivono ai corsi delle agenzie formative seguendo il percorso drop out o IFP (Istruzione e Formazione Professionale) spesso perché è la loro unica scelta.
I corsi, finanziati dalla Regione e da fondi europei, sono completamente gratuiti ma, non sempre, ciò è sufficiente per raggiungere il successo scolastico e completare gli studi.
Penso anche a tutti gli altri studenti che, in varia misura, stanno male a scuola.
Ecco, questa è l’altra nota dolente da affrontare e di cui ci si farà carico.
Insomma non è sufficiente curare “il corpo” (l’edilizia scolastica) ma è necessario, fondamentale e prioritario, curare “la mente” (cioè i ragazzi) affinché diventino veramente cittadini attivi e responsabili.
È anche importante chiedersi che cosa non è andato a buon fine in questi percorsi che, collettivamente, riguardano la comunità.
Facendo scorrere il pensiero sulla scuola lungo un circolo continuo che procede dal basso all’alto e viceversa, non ci resta che analizzare le singole tappe dell’istruzione per individuare le debolezze della scuola, per capire che cosa non ha funzionato in questo processo di crescita educativa.
Che cosa è mancato?
Che cosa si può fare?
Questo continuo bottom up e top down richiama un po’ il romanzo di Davide Lajolo “Veder l’erba dalla parte delle radici” (Premio Viareggio 1977) in cui l’autore fa i conti con sé stesso e prende coscienza in modo più profondo dei rapporti di vita.
E allora ritengo che dovremo ripensare ai concetti di DEMOCRAZIA, FORMAZIONE e PREVENZIONE per calarli CONCRETAMENTE nella nostra realtà. Penso allo sport, alla musica, al teatro, … che devono avere un ruolo prioritario in questo processo di crescita. Penso al piacere di imparare e di educare giocando. Penso a una scuola di scambi culturali con altri Paesi. Penso a quante e quali opportunità possono nascere da tutto questo.
Non tratto volutamente altri temi riguardanti la scuola, e ce ne sono molti, per non annoiare.
Chiudo con le parole di Francesco Raspini “noi dobbiamo investire tanto in prevenzione, inserire l’obiettivo della salute dentro le politiche per l’ambiente, dentro le politiche per lo sport, dentro le politiche sociali, in qualsiasi politica perché l’obiettivo deve essere di immaginare la salute non solo come la cura della malattia ma anche come la condizione per promuovere il ben-essere delle persone”
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