Cose dell’altro Polo

Massimo Gramellini - corriere.it 

Magari la cosa sconvolgerà solo me, ma rimango ogni volta basito dai dibattiti della tv russa. Lì di pacifisti non ce ne sono, ed è ancora il problema minore. Nel salotto di Vladimir Solovyov l’altra sera si discuteva il destino dei tre «mercenari» britannici e marocchini arrestati. Un ospite suggeriva di metterli al muro senza farla tanto lunga, ma veniva zittito da un altro che proponeva di appenderli. Scelta duramente criticata da un terzo ospite, per il quale sarebbe stato meglio squartarli, a riprova che la varietà di opinioni è il sale della democrazia. Il conduttore fingeva di indignarsi, per cui si tornava al quesito di base: fucilarli o impiccarli? Un quarto convitato azzardava l’ipotesi di rilasciare i prigionieri in cambio del ritiro delle sanzioni, ma veniva guardato da qualcuno con compassione e da qualcun altro con sospetto. Leggiamo e sentiamo dire ogni giorno che questa guerra sancirà la fine della Fine della Storia, cioè del dominio dell’Occidente a trazione anglosassone, e l’avvento di un mondo multipolare. Da occidentale non anglosassone ne sono preoccupato, ma anche incuriosito e persino contento. Però lo sarei di più se chi in Italia esercita lo spirito critico in un certo modo non fosse così egoista da riservarlo tutto alle storture del polo occidentale e ne conservasse un pezzetto anche per quelle, ben più sconvolgenti, degli altri poli. Tra la Cnn e Solovyov, come tra il Green Pass e la chiusura coatta di Shanghai, c’è ancora qualche differenza, o no? 

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