Tambellini-Pardini-Pardini-Tambellini andata e ritorno

A un anno ormai dall'insediamento della nuova giunta, sulle pagine de "La Voce" continuano a comparire recriminazioni nei confronti della vecchia amministrazione Tambellini. Giusto e sacrosanto, in considerazione dell'eredità pesantissima che quella compagine ha lasciato alla città. Sarebbe però il caso adesso di guardare avanti di giudicare l'operato del nuovo sindaco e dei nuovi assessori sulla base delle scelte concrete, del concreto agire, del concreto operare. Il prossimo lunedì, per dirne una, verrà insediato il cantiere per la costruzione del nuovo sottopasso a piazzale Ricasoli. Dal progetto si deduce che si tratta di un'opera impattante, invasiva, sostanzialmente inutile, il cui unico vantaggio sarebbe evitare un attraversamento pedonale (un semaforo a chiamata, come in tutti i paesi civili, no?) Soprattutto dai nuovi elaborati si capisce che il tiglio monumentale, quello che io che i che si chiamano affettuosamente "il tiglio della stazione" è destinato all'abbattimento. Quella del tiglio, come i lettori di questa testata ricorderanno, fu una delle operazioni più squallide, ipocrite e opportuniste della giunta Tambellini: l'unica cosa che interessava era spendere i soldi per gli appalti. Tante belle parole sull'ecologismo, la tutela del verde, degli alberi monumentali eccetera eccetera non valsero a coprire l'operazione brutale di abbattimento di un albero centenario, un vero e proprio "monumento vivente" sacrificato in nome degli affari. Tutti ricorderanno la penosa sceneggiata dell'albero "malato", addirittura pericoloso, transennato, e poi miracolosamente "guarito". Ebbene, quello stesso albero oggi è miseramente scomparso dal progetto dei lavori. Possibile che la nuova giunta, con un anno a disposizione, non sia riuscita ad approvare una variante del progetto? Possibile che questa giunta eletta proprio in opposizione alla precedente, per cancellare alcune sue scelte dissennate e irrispettose della cittadinanza, non capisca quanto sia importante, anche sul piano dell'impatto simbolico, tutelare un bene comune di quella visibilità, di quell'importanza, vero e proprio "biglietto da visita" che si offre da decenni allo sguardo di chi entra in città? E il consulente urbanistico, il buon architetto Cecchini, non ha niente da dire? Niente da proporre? Si è assuefatto al suo ruolo di "foglia di fico" di un'amministrazione affaristica e spregiudicata al pari della precedente? Davvero tra Tambellini e Pardini non c'è nessuna differenza? Il sindaco ha l'occasione di dimostrare che questa differenza c'è. Lo dimostri.
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