Ho passato quasi trent’anni a non morire berlusconiano: alla fine penso di esserci riuscito

Ho passato quasi trent’anni a non morire berlusconiano: alla fine penso di esserci riuscito di Giorgio Boratto E così ho passato quasi trent’anni della mia vita – come penso tanti come me – per non morire berlusconiano. Alla fine penso di esserci riuscito, anche se il berlusconismo ha intriso molto la nostra società. E’ bastato lui, grande anticomunista, a sdoganare la destra; quella destra che era delimitata fino allora dall’arco costituzionale. Così con Berlusconi e la sua clava brandita dalle sue televisioni e il suo giornale ha picchiato duro contro le opposizioni anche incurante dei suoi conflitti di interesse. Berlusconi è stato così un monopolista e insieme un campione del neoliberismo: il capitalismo più bieco; ma per quello non c’era battaglia, oltretutto sconfitto il comunismo in Europa il neoliberismo vinceva su tutto. In Italia chi era contro Berlusconi automaticamente veniva definito comunista, anche se a lui sarebbe piaciuto avere come avversario il solo Bertinotti: la partita sarebbe sempre stata vinta alla grande. LEGGI ANCHE POLITICA | DI MARIO PORTANOVA. Silvio Berlusconi è morto – Primo dei populisti, recordman di inchieste dalla corruzione alla mafia, mago della comunicazione. Un primo (molto parziale) ritratto dell’imprenditore che si inventò politico Con Berlusconi non solo si sdoganò la destra più reazionaria, ma anche buona parte dell’incultura politica; con lui iniziava un degrado che portò Dell’Utri, Previti, Scilipoti, Razzi e molti altri a completare il degrado dell’agone politico. Quel periodo viene ricordato come la ‘seconda Repubblica’: un periodo davvero triste in cui l’unico gaudente era Berlusconi con le sue ‘olgettine’, ‘rubacuori’ ed ‘escort’. Si può ben dire che fosse più bravo come tombeur de femmes e imprenditore che capo del governo. Tempo passato in cui tra un prete (Baget Bozzo) che perdeva le brache al suo cospetto e un giornalista (Emilio Fede), gran commis di sala in salsa Rete4, veniva scandito il cronometro del suo potere fatto soprattutto da fan riverenti. Molti sono stati sedotti da Berlusconi. Così ora con la sua fine termina un’era: non morirò berlusconiano e meno male che neppure le mie nipotine assisteranno a quel periodo che sembrava infinito. Oggi abbiamo come priorità l’ambiente e il neoliberismo che è il suo principale nemico… ma questa è una battaglia per il futuro. Senza Berlusconi troveremo forse un po’ di saggezza senza riportare al sesso il suo senso profondo. Il Fatto Quotidiano
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