Il fritto misto

Si fa un gran parlare del cosiddetto “libro” pubblicato da tal generale Roberto Vannacci. Questo cosiddetto “libro” è un oggetto, che io ho visto ed esaminato, costituito da un insieme di fogli rilegati, tenuti insieme da una copertina colorata e ricoperti di scrittura in caratteri latini, maiuscoli e minuscoli. Per il resto, che dire? Si può definire “libro” un gran fritto misto di luoghi comuni, di scemenze, di banalità raccattate qua e là nella rete? Si può definire “pensiero” un’accozzaglia disordinata di sciocchezze tipo: «non sono io che sono razzista, sono loro che sono negri», «froci, culattoni e checche non sono veri maschioni come me, e dovrebbero vergognarsi», «le donne è meglio che non lavorino e che stiano ai fornelli», «crisi climatica? Quale crisi climatica, fa solo un po’ di caldo», «modestamente, io discendo da Leonardo da Vinci, da Michelangelo e da Lorenzo de’ Medici», «rispetto per gli animali? In culo agli animali: io li mangio al forno con le patate», «io sono un vero maschione, e ai veri maschioni come me piace la topa». Ovviamente si tratta di sintesi mie ma, credetemi, il livello è questo. Per offrire un saggio del reale livello di elaborazione mentale di cui è capace quest’uomo, riporto, questa volta alla lettera, un brano del libro in cui viene descritto lo stupore del generale alla vista dei negri, e il suo tentativo di comprendere meglio lo strano fenomeno: «a Parigi … per la prima volta, cominciai a venire a contatto quotidianamente con persone di colore. Mi ricordo nitidamente quanto suscitassero la mia curiosità tanto che, nel metrò, fingevo di perdere l’equilibrio per poggiare accidentalmente la mia mano sopra la loro, mentre si reggevano al tientibene dei vagoni, per capire se la loro pelle fosse al tatto più o meno dura e rugosa della nostra». Ma ci rendiamo conto? Questo signore, che ragiona e che si comporta come un preadolescente, fa il generale di divisione! Va bene che nell’esercito italiano ci sono più generali che soldati, ma pagare uno stipendio di generale di divisione a questo tipo mi sembra veramente fuori dal mondo. Si è detto che il generale Vannacci ha diritto a esprimere il suo “pensiero”, ma io contesto, a monte, che questo si possa definire “pensiero”. Si è anche parlato di “censura”, ma io domando: che censura? Idiozie del genere posso leggere liberamente, e a tonnellate, in Internet e ovunque. Ma quale censura? Piuttosto, ci sarà da sottolineare la totale e puerile inconsapevolezza del generale, le cui esternazioni sono state immediatamente ripudiate dall’Esercito che può sentirsi solo danneggiato dai suoi sproloqui. Il generale non ha nessun rispetto dell’Istituzione che rappresenta. Il nostro ministro della Difesa, che può essere definito in tutti i modi, ma certamente non come “uomo di sinistra”, ha chiamato gli sproloqui del generale con il loro nome: «farneticazioni». Il nostro ministro della Difesa, che non è uomo di sinistra, ha dichiarato: «mi permetto di dolermi di quanto trovo davvero drammatico e cioè che, soprattutto chi si definisce “di destra” e si riempie la bocca dei concetti di Patria, Onore, Tradizione e Orgoglio nazionale, dimostri di non conoscere, o conoscere davvero poco, cosa vuol dire avere senso dello Stato, delle Istituzioni, rispetto delle leggi italiane e della Costituzione repubblicana». Insomma, la triste figura del generale è «drammatica», e non lo dico io, ma il ministro della Difesa che tutto è, tranne che un uomo di sinistra.
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