Gravissima aggressione a due docenti a Torino. È tempo di un Patto nazionale per la convivenza civile tra scuola e famiglia
Il Coordinamento Nazion ...
Questa
mattina ho toccato con mano come sia facile piangere chi ha un
incidente sul lavoro: passando con la bicicletta, mi sono fermata a
buttare un pezzo di carta in uno dei cestini appesi lungo la strada.
Sulla mia testa stavano però lavorando e un signore mi ha urlato di
allontanarmi e di stare attenta!. Guardando all’insù ho visto un oggetto
metallico molto pesante che stavano calando.
Ho
reagito molto male e ho detto loro che non ero io che dovevo stare
attenta ma che doveva esserci qualcuno per rendere tutto in sicurezza. È
arrivato un ragazzo senza casco e io me la sono presa anche con lui
gridandogli “dov’è il casco” e aggiungendo che sarei andata dai vigili.
E dai vigili sono andata.
La
prima risposta non mi è piaciuta e cioè che il controllo non è di loro
competenza. Ho però aggiunto che se avessi sentito parlare di un
incidente sul lavoro avrei dato i numeri. Credo che, dopo avermi chiesto
nome e numero di telefono, abbia fatto la segnalazione dovuta.
Troppe volte mi chiedo se con un maggiore controllo e sensibilizzazione forse potremmo ridurre gli incidenti sul lavoro.
Gianna Traverso Coli
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