SABATO 21 GIUGNO "UNO, NESSUNO CENTOMILA" di Luigi Pirandello. Con ANDREA BUSCEMI.
Ex ospedale psichiatrico di Maggiano (Lu)
SABATO 21 GIUGNO "UNO, NESSUNO CENTOMILA" di Luigi Pirandello. Con ANDREA BUSCEMI.
Sabato
21 giugno alle 20,30 presso il giardino della Fondazione Mario Tobino,
ex manicomio di Maggiano, andrà in scena uno spettacolo di Andrea
Buscemi: l’adattamento teatrale del romanzo ‘Uno, Nessuno e Centomila’
di Luigi Pirandello.
L'incontro sarà preceduto alle 18 da una visita guidata all'ex ospedale psichiatrico.
Compagnia Tiberio Fiorilli presenta ANDREA BUSCEMI in "UNO, NESSUNO CENTOMILA" di Luigi Pirandello
Uno spettacolo di Andrea Buscemi, riduzione e adattamento Andrea Buscemi, con LIVIA CASTELLANA e MARTINA BENEDETTI
Musiche: Niccolò Buscemi, direzione artistica: Dino Signorile, organizzazione: Luca Amoruso
“La
vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest’albero, respiro
tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola, domani libro
o vento: il libro che leggo, il vento che bevo.Tutto fuori, vagabondo”
Mai
come in questo inquieto momento storico la poetica di Luigi Pirandello
torna attuale. Dopo un secolo, la sua Weltanschauung può essere ancora
una chiave interpretativa per l’uomo contemporaneo, che continua ad
essere afflitto dalle solite assillanti domande.
Perciò Uno Nessuno
Centomila rischia di diventare una sorta di manifesto ideologico anche
per l’essere umano di oggigiorno, un testo e una tematica “urgenti”,
come si usa dire nelle migliori famiglie di intellettuali impegnati.
Peraltro l’ultimo romanzo di Pirandello, pubblicato nella sua stesura definitiva nel 1925, resta denso di enigmi.
Per
l’autore è “sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e la sorgente di
quello che farò”. Il romamzo “più amaro di tutti, profondamente
umoristico, di scomposizione della vita”. Il protagonista Vitangelo
Moscarda appare come il personaggio di maggior autoconsapevolezza di
tutto l’universo pirandelliano. Dapprima inconsapevole e impacciato,
prigioniero delle opinioni altrui, poi sempre più determinato a cercare
l’autenticità sprituale dell’esistenza, fino all’affrancamento finale da
tutte le “rabbie del mondo” più bui e sconfortanti,disumanizzati,
condividono con sempre maggiore. Il titolo stesso allude a un percorso
di progressiva presa di coscienza della verità esistenziale, lontana dai
lacci socialiche irretiscono la libera espressione sprituale dell’uomo
(Pirandello riteneva che l’arte fosse l’unica dimensione veramente
umana, e nobile e degna, perchè libera da interessi materiali e vincoli
sociali di ogni sorta).
Nel
suo percorso verso la verità, intrapreso a seguito della scoperta di un
difetto fisico di cui non sospettava l’esistenza, Moscarda intuisce che
sono centomila i Moscarda prodotti dallo sguardo degli altri, il che
vanifica l’originaria sua certezza di essere Uno. Non accettando più di
essere alcuno degli ingannevoli Moscarda fabbricati dagli sguardi della
società, egli giiunge alla conclusione di essere Nessuno. Mai come in
Uno Nessuno Centomila (adattato per la messinscena dallo stesso
Buscemi), Pirandello mette a fuoco in modo icastico le dinamiche
dell’alienazione moderna e dell’impossibilità di un’esperienza di vita
autentica, com già intuirono molti pensatori a cavallo dei due secoli,
da Nietzche, Shopenhauer, Bergson, Freud, e che in seguito attecchiranno
prepotentemente con l’avvento della società di massa.
Diffidando
profondamente della cosiddetta “civilta’”, costruita dagli uomini sulla
base della loro avidità, Pirandello ci indica che il vero uomo è il
“folle” (alla fine Moscarda sarà internato in un ospizio di mendicità, e
da lì comincerà a narrarci il suo racconto) che, rifiutando di scendere
a compromessi con la società materialistica, non può che aspirare alla
vita spirituale (fino a farsi aria, vento,un angelo puro, e lasciare il
meglio di sè in un libro). Una condizione che Andrea Buscemi e tutti gli
artisti coinvolti in questo progetto, consapevoli di quanto l’umanità
veleggi verso tempi sempre più bui e sconfortanti, disumanizzati,
condividono con sempre maggiore convinzione.