Digiuno per Gaza: il personale sanitario toscano si mobilita
Digiuno per Gaza: il personale sanitario toscano si mobilita
Da oggi la protesta davanti a ospedali e strutture sanitarie
LUCCA – Parte oggi in tutta la Toscana una mobilitazione senza precedenti: centinaia di operatori sanitari hanno scelto di esprimere la propria indignazione per la crisi umanitaria a Gaza attraverso un gesto simbolico ma potente — il digiuno a staffetta, che si terrà davanti a oltre 40 strutture sanitarie, tra ospedali, distretti, pronto soccorso e sedi amministrative.
Anche l’ospedale San Luca di Lucca partecipa alla protesta, che nasce da un gruppo spontaneo di lavoratori della sanità pisana e si è rapidamente diffusa in tutta la regione. Nel giro di pochi giorni, oltre 570 operatori hanno aderito all’iniziativa, e quasi 200 hanno già prenotato data e orario per partecipare al digiuno.
> “Non possiamo più restare in silenzio — si legge nell’appello che sta circolando via WhatsApp —. Dopo 21 mesi di guerra e più di 60 mila vittime, tra cui tantissimi bambini, oggi si muore di fame. È una tragedia a cui non possiamo voltare le spalle.”
La protesta è pacifica, autorganizzata e completamente fuori dall’orario di lavoro. I partecipanti scelgono un giorno, si astengono dal pasto, e durante la pausa si recano davanti alla propria sede lavorativa per un momento di testimonianza silenziosa. Chi partecipa è invitato a farsi una foto con un cartello con la scritta:
“Digiuno contro il genocidio a Gaza”,
da condividere sui social con l’hashtag #digiunogaza.
> “Il nostro corpo è il nostro messaggio — spiegano i promotori —. Digiunare non è solo protesta, ma anche una forma di condivisione e vicinanza verso chi oggi non ha più voce, né pane.”
Il gesto vuole essere una chiamata alla responsabilità per media, istituzioni e opinione pubblica, affinché si rompa il silenzio su quanto sta accadendo.
> “Il governo di Israele sta affamando un intero popolo. Noi ci opponiamo con i nostri volti, le nostre presenze, il nostro tempo. Non è un’azione politica, ma un atto umano.”