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  • 23/10/2025 14:21

Lucca e il suo centro storico: tutti parlano, pochi agiscono

La petizione in questione e' questa : https://www.change.org/p/ridateci-il-centro-storico-di-lucca La petizione che ho trovato on line anche guardano vari articoli su quotidiani e blog, è nata per chiedere maggiore ordine e vivibilità nel centro storico tra traffico, parcheggi introvabili e varchi lasciati al caso e ha raccolto finora poche adesioni. Poche, rispetto alla quantità di cittadini che ogni giorno lamentano le stesse cose. Nei bar, nei gruppi social, nei negozi, è un coro continuo di proteste. Poi, quando si presenta la possibilità concreta di sostenere un’iniziativa civile, l’entusiasmo evapora. Sembra che molti preferiscano sfogarsi a parole piuttosto che assumersi la minima responsabilità di un gesto. C’è chi sostiene che “Lucca deve restare viva”, come se chiedere regole e rispetto per chi ci abita significasse spegnerne l’anima. È una scusa comoda. La vitalità non nasce dal caos, ma da un equilibrio che oggi appare smarrito. La petizione non vuole cancellare eventi né chiudere le porte ai visitatori. Chiede solo che dentro le mura si possa vivere con dignità, senza dover scegliere tra sonno e turismo, tra quiete e inciviltà.Ogni parola senza volto perde parte della sua anima. Se la partecipazione resta bassa, non è perché il problema non esista. È perché molti si sono abituati a subirlo. Penso che chi parla senza metterci la faccia ha già detto tutto: che non ci crede davvero.. Forse Lucca, più che di altre lamentele, ha bisogno di cittadini disposti a mettere una firma dove mettono la voce , ma a lamentarsi e' piu' facile che metterci la faccia o la firma quando vi è la possibilità di portare migliaia di firme e non poche come ora !! Che dire cari amici lucchesi e non : dare un volto alle proprie parole è il primo atto di sincerità. ad maiora

I commenti

Io ho firmato. Certo, il solito furbacchione portavoce (consapevole o inconsapevole) dei bottegai dirà che le firme sono poche. E partirà la solita tiritera: «E chi siete? E quanti siete? E che volete? E perché non andate a vivere in collina? E la città è tanto viva mentre prima era un mortorio eccetera, eccetera, eccetera…». Il fatto è però che ci troviamo di fronte a una deriva pericolosa. Il degrado e la morte dei centri storici (non solo del nostro, anche se il nostro era di particolare pregio) sono un fatto acclarato, ben noto a chi si occupa di questi problemi con un minimo di cognizione economica, storica e sociale. Il degrado dell'antico tessuto urbano comporta una "svendita" che conviene a molti, nell'immediato. Pensate come è facile far soldi affittando camere e appartamenti, affittando fondi utilizzati per rivendere cibarie e paccottiglia. Pensate a come è facile lucrare sullo spaccio di alcolici e di stuzzichini. Chi può opporsi a questa deriva non sono certo i residenti che, spesso non abbienti, o scappano se possono, o lucrano qualcosina, magari su un vecchio appartamento di famiglia. Eppure la deriva c'è, ne paghiamo e ne pagheremo tutti le conseguenze, in termini di mancato sviluppo e di impoverimento collettivo, di perdita di un tessuto urbano di qualità. Le istituzioni potrebbero fare qualcosa, se volessero e, soprattutto, se sapessero. Se sapessero comprendere la contemporaneità, se avessero un minimo di cultura e di lungimiranza. Prendete ad esempio la vicenda (tristissima) della Manifattura: un bene pubblico in pieno centro, in posizione strategica, che si poteva recuperare. Per farne cosa? A che cosa ha pensato la politica? A un centro commerciale!!! Alla faccia del terziario avanzato, del valore aggiunto basato sul lavoro intellettuale sulle tecnologie, sui servizi, sulla ricerca, la consulenza, l’informatica, la comunicazione, l'innovazione e la cultura… Il nostro destino è segnato: siamo e rimarremo un popolo di camerieri. Simpatici, caciaroni e pittoreschi, ma sempre camerieri.

anonimo - 23/10/2025 17:15

si fa col portafoglio, smettete di spendere soldi in centro per qualche mese, e vedrete come tutti gli interessati abbasseranno le orecchie, che solamente di turisti non possono campare.

anonimo - 23/10/2025 17:07

Abbiamo già raccolto oltre 340 firme per chiedere il rispetto della legge e del diritto al riposo.
Le misurazioni ARPAT in via san Giorgio hanno accertato il superamento dei limiti acustici, ma il Comune continua a non intervenire.
Siamo in uno Stato di diritto, e non esiste alcuna norma che autorizzi il rumore notturno o il disturbo alla quiete pubblica.
Se anche un solo cittadino decidesse di agire contro l’amministrazione per omessa vigilanza e mancato rispetto dei limiti di legge, avrebbe in mano le prove ufficiali che documentano la persistenza del disturbo. Se questi 340 cittadini e piu’, insieme, decidessero di rivolgersi a un avvocato e citare il Comune per omessa vigilanza e mancata tutela della salute pubblica, “passerebbe la ruzza a tanta gente”.Siamo in uno Stato di diritto, non chiediamo privilegi, ma il rispetto delle regole e della dignità dei residenti.


anonimo - 23/10/2025 16:51

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