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  • 01/06/2023 23:15

Fare del 2 giugno una giornata di mobilitazione generale contro la partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO in Ucraina

Comunicato CC 12/2023 - 25 maggio 2023 Fare del 2 giugno una giornata di mobilitazione generale contro la partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO in Ucraina, l’economia di guerra e il governo della guerra e della prostituzione del nostro paese agli imperialisti USA! Le masse popolari hanno la forza per impedire le operazioni militari: la useranno e acquisiranno più fiducia in se stesse man mano che vedranno gli effetti delle prime loro operazioni contro la partecipazione alla guerra. Ai loro esponenti d’avanguardia spetta il compito di mostrarli. Denunciare capillarmente con articoli di giornale, scritte murali, con locandine e volantini, attraverso i social network ogni base militare, agenzia e installazione NATO e USA: che la presenza di ognuna di esse risalti in ogni località! Denunciare ogni servitù e operazione militare! Per aggirare la persistente contrarietà alla guerra del grosso della popolazione italiana (come di quella degli altri paesi imperialisti), il governo Meloni ammanta il più possibile di segreto le servitù e operazioni militari: spezzare questo velo di segreto è uno degli strumenti per farle saltare! Organizzare il controllo e la mobilitazione popolare per impedire la decisione del governo Meloni di far addestrare piloti ucraini per i caccia F-16 da parte dall’Aeronautica militare italiana nelle sedi di Galatina (Lecce) o di Decimomannu (Cagliari). Denunciare e rendere pubbliche le operazioni sporche (legalizzate o illegali che siano) degli affaristi della guerra: far conoscere ed estendere l’esempio del comitato Stop RWM, organizzazione popolare che denuncia il ruolo della Rheinmentall Waffe Munition (RWM) - azienda tedesca che in Italia ha sedi a Ghedi (BS) e Iglesias - nella collaborazione con lo sterminio del popolo yemenita da parte dell’Arabia Saudita, il traffico di armi in cui è coinvolta e la corruzione di funzionari pubblici e amministratori locali da essa promossa per ampliare illegalmente lo stabilimento di Iglesias con la costruzione di campi-prove per testare gli armamenti che vende ai paesi in guerra di tutto il mondo. RWM è tra le principali aziende a livello mondiale per la produzione di proiettili da 120mm in dotazione ai carri armati Abrams M1 (USA), Leopard (Germania) e ai carri Challenger 2 (Regno Unito) che il governo britannico, per bocca del sottosegretario alla Difesa Annabel MacNicoll Goldie, ha promesso di inviare in Ucraina insieme ai proiettili perforanti all’uranio impoverito (perforanti KE M829 e M829A1), in gergo militare chiamato DU (depleted uranium) e utilizzato sia per il munizionamento che per la corazzatura di molti veicoli militari. La propaganda di regime cerca di minimizzare gli effetti del DU attraverso “esperti” ben pagati per mentire e giornalisti conniventi con le agenzie di propaganda della NATO allo scopo di confondere le acque e legittimare l’utilizzo di questi armamenti. Ma la loro tossicità è dimostrata dai danni ambientali e dall’aumento di tumori e leucemie in Serbia a seguito dei bombardamenti NATO del 1999 partiti dalle basi italiane di Ghedi (BS) e Aviano (PN) con l’avallo del governo D’Alema e dell’allora Ministro della Difesa Sergio Mattarella, in Iraq a seguito della prima (1991-1993) e della seconda (2003-2011) guerra del Golfo, in cui sono state sganciate rispettivamente 300 e 800 tonnellate di munizioni al DU, in Somalia (1993), Bosnia Erzegovina (1995). È dimostrata dalle contaminazioni tra i civili e i militari che vivono e lavorano dentro e intorno i poligoni militari NATO in Sardegna, dove i paesi del Patto Atlantico, aziende private e signori della guerra testano ogni sorta di armamento e a cui il Ministero della Difesa dà licenza di lasciare dietro di sé inquinamento ambientale e tumori. La tossicità del DU è confermata persino dagli stessi vertici del Pentagono, che già nel 1996 inviarono a tutti i comandi NATO (compreso quello italiano) un video-comunicato in cui istruivano sulle misure di sicurezza da adottare per contenere gli effetti a danno dei militari. Promuovere manifestazioni stradali e iniziative contro la partecipazione alla guerra e contro ogni singola operazione in cui la partecipazione si concretizza: dall’invio di armi all’acquisto di nuovi armamenti, come le nuove bombe atomiche “tattiche” B61-12 in arrivo a Ghedi (BS) e che fanno dell’Italia un bersaglio prioritario in caso di guerra atomica, all’avvio della produzione di due nuovi sottomarini ordinati dal ministro della guerra Guido Crosetto, in ottemperanza agli ordini degli USA. Bloccare e sabotare l’invio e il trasporto di armi verso l’Ucraina, ogni convoglio ferroviario e stradale e ogni caricamento di navi e aerei: generalizzare iniziative come quelle del Comitato Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova contro l’invio di armi dai porti italiani e dei lavoratori aero-portuali di Pisa. Porto Canale di Cagliari, i porti di Livorno, Trieste, gli aeroporti di Trapani e Pisa sono oggi tra le strutture civili più utilizzate per il traffico di armi. A questi si aggiungono gli aeroporti militari di Amendola (FG), Pratica di Mare (Roma), Decimomannu (CA), Ghedi (BS), Aviano (PN) e porti militari di Augusta, La Spezia, Taranto e altri. Carri merci di convogli militari partono dalle province con più alto tasso di produzione militare e con i depositi di mezzi e armamenti più grandi e sfruttano le linee dei Treni ad Alta Velocità (TAV) per le spedizioni in Ucraina: dal deposito di carri armati di Lenta (Vercelli), alle caserme dei reggimenti di artiglieria nelle province di Treviso, Udine, Salerno e Foggia, alle fabbriche di armi nella provincia di Novara, Varese, Brescia, Bolzano. Estendere l’organizzazione e la lotta contro la militarizzazione della scuola pubblica: diffondere le denunce del neonato Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, sviluppare il boicottaggio delle iniziative di propaganda di guerra nelle scuole e università, denunciare il ruolo delle istituzioni scolastiche e universitarie nella ricerca scientifica bellica ordinata dagli USA e Israele e promuovere la mobilitazione di docenti, ricercatori, studenti. Fare agitazione contro la partecipazione dell’Italia alla guerra USA-NATO in ogni istanza delle Forze Armate italiane e delle Forze dell’Ordine: i sindacati militari democratici e non sottomessi alle direttive della casta dei generali asserviti agli USA possono avere un ruolo importante nel mobilitare e organizzare la truppa perché si ribelli alle angherie dei superiori, perché denunci, contrasti, saboti le attività antipopolari che i superiori vogliono far loro fare, perché faccia fronte agli effetti della crisi e delle misure antipopolari del governo Meloni che colpiscono anche loro. Sostenere gli alti ufficiali delle Forze Armate che si oppongono ai compiti infami e ai delitti che il regime della Repubblica Pontificia, infeudato alla NATO e all’UE, assegna agli organismi militari in violazione della stessa Costituzione del 1948 (art.11) e additarli ad esempio per portare altri a mettersi sulla stessa strada. Incitarli ad andare a fondo nella denuncia pubblica delle manovre sporche che la classe dominate svolge dietro il teatrino della politica: a seguire l’esempio di ufficiali come Giusto Tolloy, ex ufficiale della spedizione in Russia del giugno del 1941 ordinata da Mussolini, che divenne partigiano della Resistenza italiana al nazifascismo e operò in clandestinità; come Nino Pasti, generale dell’Aeronautica militare italiana che, una volta resosi conto delle attività criminali della borghesia imperialista alle quali aveva contribuito (ha combattuto nella seconda guerra mondiale e poi ha ricoperto incarichi di vertice nello Stato Maggiore delle Forze Armate e nella direzione della NATO in Europa), si è dedicato con coraggio e coerenza a denunciare quelle attività e ostacolarne la continuazione fondando il Movimento per la Pace e per il Socialismo; come Falco Accame, ammiraglio della Marina in prima linea, fino alla sua morte, nella lotta in difesa della salute dei militari denunciando e lottando contro la presenza di amianto sulle navi militari e a difesa delle stesse vittime dell’uranio impoverito. Il generale Roberto Vannacci e il tenente colonnello Fabio Filomeni nel 2018 hanno depositato una denuncia alla procura di Roma per le evidenti omissioni di informazioni e di tutele dei militari italiani inviati in missione in Iraq che hanno provocato tumori e leucemie tra le truppe: sono l’esempio di cosa possono fare quegli alti ufficiali delle Forze Armate che hanno avuto ruoli di comando e responsabilità nelle missioni militari italiane all’estero e che hanno negato gli effetti del DU sui militari italiani e i civili dei popoli bombardati per evitare di essere chiamati in causa nella lotta che nel nostro paese più di 8.000 militari italiani ammalati a seguito della contaminazione da nanopolveri all’uranio impoverito stanno conducendo contro il Ministero della Difesa, se vogliono smettere di essere compiacenti con il sistema di guerra criminale della NATO a guida USA. Andare fino in fondo e mettere in campo tutte le iniziative di cui sono capaci per denunciare e boicottare il coinvolgimento del nostro paese in guerra, la sottomissione agli USA dei partiti delle Larghe Intese e le manovre sporche di cui il nostro paese è complice, è il miglior modo per onorare il giuramento fatto sulla Costituzione. Coordinare i fronti di lotta contro la guerra, contro il carovita, la devastazione ambientale e il cambiamento climatico, lo smantellamento delle aziende: dagli scioperi di Pomigliano alla contestazione “Meloni basta passerelle” organizzata dagli attivisti di Cambiare Rotta a Forlì, dalla manifestazione di attivisti di Ultima Generazione cosparsi di fango davanti al Senato alle accampate degli studenti a Milano e in altre città contro il caro-affitti, dallo sciopero generale indetto dall’USB il 26 maggio alla manifestazione nazionale del 27 maggio indetta dalla rete “Ci vuole un reddito” contro l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza, dalla marcia Perugia-Assisi alla mobilitazione indetta per il 2 giugno a Cagliari da A Foras contro le esercitazioni militari NATO in corso e più in generale contro l’occupazione militare della Sardegna. Organizzare il non pagamento delle bollette, spese proletarie e altre iniziative per rimediare agli effetti delle sanzioni contro la Federazione Russa che si ritorcono contro le masse popolari italiane: è legittimo tutto quello che è conforme agli interessi delle masse popolari anche se è vietato dalle leggi dei padroni. Sviluppare il coordinamento a livello locale e nazionale degli organismi operai e popolari che organizzano e animano la mobilitazione in ogni fronte di lotta: estendere il fronte unito di tutti gli organismi e gli individui che promuovono la resistenza delle masse popolari. Dare un obiettivo politico alla crescente mobilitazione delle masse popolari: rafforzare in ognuno di essi l’indirizzo a costituire e imporre un proprio governo d’emergenza, costituito da persone di loro fiducia. La fiducia che sia la borghesia imperialista, che siano i vertici della Repubblica Pontificia a cambiare il corso delle cose è un’illusione che le classi dominanti per prolungare l’esistenza del loro sistema sociale fomentano senza successo tra le masse popolari: per sua natura la borghesia oramai non può che condurre l’umanità alla guerra, all’abbrutimento delle menti e dei cuori, all’inquinamento della Terra e alla distruzione della vita. Sta a noi comunisti promuovere la guerra popolare rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari fino a instaurare il socialismo. Non accontentiamoci di moltiplicare e rafforzare mobilitazioni e proteste. Siamo in grado di creare le condizioni perché gli organismi operai e popolari costituiscano un proprio governo d’emergenza, lo impongano alla borghesia e al clero e, a fronte della reazione della borghesia e del clero alle misure che con esso gli organismi operai e popolari prenderanno, lo difendano fino a instaurare il socialismo! Fare di ogni lotta una scuola di comunismo, superando l’economicismo e l’elettoralismo! //www.nuovopci.it/v

I commenti

Andate in piazza, fate presidi, volantinaggio, parlate con la gente. Se state soltanto dietro ai social a mettere i ditini su e giù su Facebook non risolvete niente. Se l' Italia non esce dalla Nato siamo belle e fottuti. Dovremo entrare in guerra in Ucraina e in Cina per far contenti gli americani e distruggeremo la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti. Si può vivere anche senza Nato: l' Austria e l' Irlanda ce lo insegnano

anonimo - 02/06/2023 10:52

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