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  • 02/07/2023 15:30

La parola ai libri

Faccio una profezia. Come adesso stanno sparendo a una a una le edicole, perché nessuno legge più i quotidiani, così in un futuro non tanto lontano (2040, 2050?) spariranno tutte le librerie perché nessuno leggerà più i libri. E non finirà qui. Arriverà un momento in cui la gente non userà più le parole e per parlare avrà un vocabolario limitato di 500-1000 termini, non sapendo più il significato di tantissimi termini come "accidia", "baluginio", "demagogo", "grottesco", "scrupolo", "tabù", volubile", "vulnerabile", "zelo" e così via. I dizionari saranno degli oggetti misteriosi e, sfogliandoli, si ignorerà il significato di almeno il 99% delle parole contenute. Sarà il penultimo stadio prima dell'ultimo: il linguaggio fatto di grugniti, emoticon e gesti. Già adesso questo impoverimento del linguaggio, questa semplificazione del complesso, questa riduzione delle emozioni e dei pensieri a dei puri segni senza un vero significato, sta avvenendo su Instagram. Ho analizzato il profilo di circa 100 spunte blu (vip e influencer) ed è tutto un susseguirsi di: "My favorite place", "Settimana meravigliosa", "Red Passion", "Verso nuove avventure", "Buon risveglio a tutti", "Ready to go",, "L'ora più bella", "Best of these days", "Sunset vibes", "Miami Style", "Details", "Day 3", "Woman in black", "Happy!", "Night out" e così via all'infinito. Ho trovato fino a 300 espressioni simili, che rimbalzano da un profilo all'altro di Instagram, creando un villaggio globale del vuoto. Sotto una foto in notturna, una influencer scrive scrive "About last night" e questa espressione la troviamo ripetuta in centinaia di altri profili di influencer. Vanno a Roma e l'unica cosa che sanno dire è "Quanto sei bella Roma" oppure "Roma città eterna". E' tutto un dire senza esprimere nulla, è un pensare privo di pensieri, è un essere felici non mostrando una vera felicità Loro sono solo l'avanguardia, presto la maggioranza li seguirà, prima sui social, poi nella realtà. Quando? Difficile dirlo, va tutto così veloce oggi, sicuramente prima del nuovo secolo. Quelli come me che vivono di parole, che sarebbero disposti a difendere una parola - come un re difende il suo popolo - diventeranno una minoranza, emarginata e incomprensibile. Farò la fine dei gettoni del telefono, dei dischi in vinile e delle antiche fotografie in bianco e nero. Io - come tanti altri scrittori del passato - saremo sostituiti da un algoritmo di intelligenza artificiale, da un'immagine, da un reel o da una banalità come "about last night". Emily Dickinson in una sua poesia scrive che "Una parola muore quando è detta Dice qualcuno ? Io dico che proprio Quel giorno Comincia a vivere". ma nel 2100 non ci sarà nessuno a far vivere le parole, sarà tutto un susseguirsi di emoticon, magic summer e Tiè e la poesia di Emily Dickinson sarà rovesciata in: "Una parola vive quando è detta Dice qualcuno ? Io dico che proprio Quel giorno comincerà a morire". 

Fabrizio Caramagna (facebook)

I commenti

Altro che wish, food, style, ecc. L'intelligenza artificiale riuscirà prestissimo a parlare e a scrivere in modo tale da essere indistinguibile da un uomo o da una donna. L'intelligenza artificiale è già tra noi e la rete che ci ospita ne è un esempio. Quando l'intelligenza artificiale mostrerà di essere divenuta autocosciente (se già non lo è), allora saremo costretti ad andare tutti nell'era del post umano. Chi vorrà potrà vivere in riserve, gli altri dovranno fondersi con il nuovo essere collettivo mediante innesti neurali. Ovviamente non è detto che il cervello umano riuscirà a tollerarlo senza il supporto di farmaci. Comunque, a quel punto, tutti sapranno tutto di tutto e di tutti. Altro che linguaggio impoverito!!

anonimo - 03/07/2023 18:53

Non bisogna essere pessimisti. L’uomo è un animaletto più intelligente e più adattabile di quello che può sembrare a prima vista. E poi, basta guardare alle lamentazioni che si sono fatte sempre, ad ogni progresso tecnologico. Nel XV secolo, il veneziano Filippo Della Strada: «questa invenzione [la stampa] induce i giovani a non studiare più. Sanno solo ripetere luoghi comuni, frasi fatte. Uno ha l’impressione di sapere tante cose soltanto perché ha comprato tanti libri a poco prezzo. Questi giovani leggono senza capire quello che c’è scritto. E poi, di questo passo, tra un po’ nessuno capirà più il latino, e questa massa di ignoranti sarà capace solo di leggere l’italiano, una lingua sciatta, la lingua di tutti i giorni, che non ha la ricchezza e la precisione lessicale del latino». Ma poi ancora, nel IV secolo a.C., Platone: «questa invenzione [la scrittura a mano] renderà tutti più ignorati perché nessuno userà più la memoria. Con la scrittura si ha solo una parvenza di saggezza, un’illusione di sapienza. Tutti avranno l’impressione di aver acquisito la sapienza solo perché potranno leggere superficialmente molte cose, che però non avranno né interiorizzato né memorizzato. Tutti penseranno di essere diventati sapienti e invece saranno diventati più ignorati e più presuntuosi». Penso che qualcuno, all’epoca, si sia lamentato anche dell’invenzione della ruota…

anonimo - 03/07/2023 15:20

...Wish I was unliving here".
Nulla di nuovo, solo il concretizzarsi della neo-lingua di Orwell, in altra forma si capisce, ma le vere motivazioni sociopolitiche per cui esistono i social ormai sono piuttosto chiare.
Del resto, lei scrive su facebook.

JD - 03/07/2023 12:01

Ottimo! È sintomo di lenta e speranzosa rinascita.

anonimo - 02/07/2023 20:19

Ha ragione!
In tanti gia adesso comunicano con grugniti.
Tutte le più grandi società evolute sono ritornate nella caverna.

... - 02/07/2023 16:32

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