• 12 commenti
  • 10/01/2024 22:38

San Luca un Ospedale da Campo

Si dice da anni e si sta per completare il pensiero. Il San Luca è poco più di un Ospedale da Campo . Senza eliporto . Senza parcheggi . Con una pessima organizzazione interna con infermieri che devono stare dietro a dei reparti accorpati e troppo estesi. Un pronto soccorso al collasso che si doterà , udite udite , di una struttura prefabbricata ! Tutto questo per aver favorito Pisa con il suo ospedale . Lucca Stava bene al Campo di Marte ma Rossi ha detto NO. Anche Prato soffre delle medesime problematiche e va verso L ampliamento . A Lucca non è possibile questo è quale sarà il suo futuro ?. Siamo in mano all ultimo dei padroni . Ringraziamo i nostri sindaci e amministratori . Lucca si ritrova con L acqua alla gola .

I commenti

i dirigenti caposale e medici primari guadagnano lauto premio annuo su risparmio ( meno dipendenti anche )

exio - 17/01/2024 01:02

Personale ridotto in tutta la Toscana nel 2024 su un totale 50 mila dipendenti in organico. Il taglio non raggiunge nemmeno l’1 per cento. L’obiettivo è un risparmio di 7-8 milioni di euro

Gianni bgood - 16/01/2024 09:42

Ed in più ospedale fasullo docce che si intasano di continuo stanze malati allagate per dirne una

Paziente - 15/01/2024 22:23

vero in pochi partecipavano alle manifestazioni, come oggi in troppo pochi partecipano alle manifestazioni Contro gli Assi Viari.....poi quando il danno è fatto non si rimedia più....i lucchesi purtroppo si fidano ancora delle novelle dei politici, dimenticando che con i loro stipendi si possono permettere visite a pagamento per loro e le loro famiglie!!! fregandosene dei poveracci

Anonimo - 12/01/2024 14:55

La Psichiatria È un lager nessuno viene visitarla al periodo che c'era COVID pure in psichiatria un inferno e nessuno ne parlava come se fosse solo il pronto soccorso problematico

Uno - 12/01/2024 13:02

intanto il Presidente Giani se guarda bene dal venire a Lucca ...e gira tutta la toscana .... qua sa che non è gradito per aver fatto con Rossi danni alla Sanità e alla città

io - 12/01/2024 11:50

Dalla sua descrizione sembrerebbe che il resto abbia soffitti alti. Invece tutto il piano terreno ha i soffitti uguali al Pronto Soccorso. La sala gessi, che è lì accanto, è alta come il Pronto Soccorso. Comunque dubito che con il soffitto alto sua madre avrebbe evitato il Covid.

Anonimo - 12/01/2024 02:19

Ecco, qui i politici lucchesi dovrebbero farsi sentire. Infatti la palla va colta al balzo e si deve indurre la regione a fare una struttura stabile, in muratura, che ampli il Pronto soccorso per sempre. L'ospedale San Luca è stato progettato male, si inizi ad ampliarlo. Accanto al Pronto Soccorso c'è un pratino di circa 250 m2; si costruisca lì su tre piani e si otterranno, al netto delle scale e ascensori, almeno 550 m2 di nuovi spazi rendendo funzionale il tutto!!!! Altro che trojai prefabbricati......svegliaaaaa!!!! Poi anche quello schifo di argine che c'è lungo via Lippi Francesconi va spianato ed al suo posto un bel parcheggio con veri alberi e gratuito!!! Forzaaaa!! Si adegui la struttura. Realismo ci vuole!!! Non si può demolire tutto. L'ospedalino imposto dai toscani va ampliato ed adeguato.

Anonimo - 12/01/2024 02:15

Madre ricoverata per scompenso cardiaco, un giorno intero di di una barella, età 84 anni dimessa dopo 36 ore , dopo due giorni polmonite da Covid preso alPS ricoverata per 20 giorni nel reparto di malattie infettiveQuedto è risparmiare sulla sanità? Purtroppo il PS con quei corridoi e piccole stanzette e soffitti bassi è il miglior sistema per spargere virus e batteri. Poveri operatori sanitari!

Rebel - 11/01/2024 16:27

Amplieranno il PS con una tenda tipo circo. Pensateci cari politici se avete soldi vi potete permettere la sanità privata, ma dal PS potreste capitarvi anche voi, poi non vi lamentate!

Anonimo - 11/01/2024 16:22

Tanto discorsi ma è ciò che ci siamo meritati quando c'era chi protestava contro la costruzione del San Luca nessuno partecipava alle manifestazioni

Succede - 11/01/2024 11:40

Liste d’attesa lunghe o bloccate: ma curarsi non era un diritto?

Certo, curarsi è un diritto, ma purtroppo sempre più spesso c’è chi sceglie di non farlo per i costi troppo elevati delle visite e delle prestazioni mediche o per le interminabili liste d’attesa.

E questo, anche nei casi più gravi. La sanità in Italia sta cedendo e a farne le spese è il cittadino.

Ma forse non tutti sanno che esiste un decreto (D.Lgs. n. 124 del 1998) che regolamenta le liste d’attesa, indicando che le Regioni, insieme alle Aziende Unità Sanitarie locali e gli ospedali, devono stabilire i tempi massimi che intercorrono tra la richiesta della prestazione e la sua esecuzione. Questo intervallo di tempo deve essere reso publico e dovrebbe essere comunicato all’assistito al momento della richiesta.

Visita privata ma al costo del ticket

Se i tempi massimi di attesa superano quelli stabiliti, si può chiedere che la prestazione venga fornita in intramoenia senza dover pagare il medico come “privato”, ma corrispondendo solo il ticket. Un diritto che può essere esercitato per tante tipologie di esami e visite specialistiche (ad oggi sono 58 le prestazioni su cui sono state definiti i relativi tempi massimi d’attesa).
La differenza di costo è a carico dell’Azienda Sanitaria locale, e se il cittadino ha l’esenzione dal ticket, allora non paga nulla e il costo è a totale carico dell’Azienda Sanitaria locale.

E se le liste sono bloccate?

Un nuovo strumento adottato dalle ASL è quello di bloccare le liste d’attesa, in genere dopo l’estate. I cittadini in questo modo non entrano nella lista e non possono fare la visita se non con l’avvento dell’anno nuovo. Anche in questo caso il decreto dà diritto alla prestazione in intramoenia pagando solo ticket. L’Asl, bloccando le liste, non non può garantire il rispetto dei tempi, contravvenendo ai suoi doveri nei confronti del cittadino.

Un modulo per la richiesta

Se la lista d’attesa è lunga, ed esce fuori i tempi massimi stabiliti, il cittadino dovrà compilare un modulo in cui richiede la prestazione in regime di libera attività professionale. Il modulo va intestato all’Azienda Sanitaria di appartenenza allegando la ricetta medica e la prescrizione del cup.

Un medico può certificare l’urgenza?
Sì, è prevista la possibilità per il medico (medico del servizio pubblico, medico di famiglia, pediatra, guardia medica) di applicare un codice di priorità alla prestazione richiesta. Sulla ricetta potrà quindi indicare il codice U (urgente) per cui la prestazione dovrà essere erogata entro 72 ore, B (breve) entro 10 giorni, D (differibile) entro 30 giorni le visite e 60 giorni la gli esami diagnostici, P programmabile.

Ma perché non se ne parla?

Il diritto ad accedere alle cure pubbliche in tempi precisi, nonostante sia previsto dalla legge, nella realtà è ancora troppo poco conosciuto e fortemente ostacolato. Tra le cause, c’è la scarsa trasparenza delle amministrazioni sui diritti dei cittadini a cui fa “comodo” prendere tempo e lasciar aspettare, soprattutto in mancanza di soldi. Questa mancanza di informazioni però penalizza ancora una volta i più deboli. Sul rispetto dei tempi di attesa, sul corretto esercizio dell’intramoenia e più in generale sul rispetto dei diritti dei pazienti c’è da fare ancora moltissimo da fare, non da ultimo, intensificare i controlli, troppo pochi e con molte falle.

Brex - 11/01/2024 09:18

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