Il bipolarismo delle banche
Finalmente Antonio Tajani ha spiegato perché sta al governo a parte recitare come ministro degli esteri barzelletta, ruolo in cui è bravissimo.
E' bastato che la Lega di Salvini, altro ministro barzelletta al cui confronto Toninelli era uno statista, minacciasse di togliere qualche briciola alle banche.
“L’anno scorso le banche hanno guadagnato 46 miliardi di euro, come tre leggi di bilancio e una parte di questi enormi guadagni derivano dagli interessi che le banche non danno a chi ha dei soldi sul conto corrente” ha detto l'homo campagnaelettoralepermanentis.
Improvvisamente il Tajani ha mostrato i muscoli come mai in tanti mesi di governo; “minacciare extraprofitti non serve a niente. Finché Forza Italia sarà al governo, non ci saranno mai tasse sugli extraprofitti. Questo lo voglio dire in maniera molto chiara. Io sono assolutamente contrario alle tasse sugli extra profitti, è roba da Unione Sovietica”.
E siccome è roba da Unione Sovietica le banche continueranno a guadagnare dagli extraprofitti, dalla chiusura di sportelli e dal licenziamento di dipendenti. (e così faranno le aziende farmaceutiche, le big di internet, Amazon ecc..).
Pensate che dall'altra parte sia diverso? Senza ricorrere al mitico “abbiamo una banca?” di Fassino basti pensare alla mitica “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario” presieduta dal grande Pier Ferdinando Casini (che infatti poi per finire il giro del Parlamento fu candidato dal PD) e con membri quali Marcucci, Brunetta, Bonifazi, Capezzone, D'Alì, Meloni, Orfini, Tabacci.
Fu istituita nel 2017 dopo Antonveneta, Montepaschi ecc.. uno dei ricorrenti scandali bancari che hanno rovinato migliaia di famiglie mai risarcite.
Sarebbe un altro motivo per chiedere che le banche restituissero qualcosa, ma “è roba da Unione Sovietica” e quindi come sempre finirà com'è finita la Commissione: comodo approdo nel porto delle nebbie protetti dal popolo bue che continua a votare gli uni e gli altri.