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  • 13/11/2025 15:17

Darsena viareggina. I problemi atavici del modello Viareggio che ormai viene adottato in tutta la Versilia


La crescita di un settore importante come quello della nautica, ma non solo, che si è registrata negli ultimi anni ha portato con sé un aumento delle problematiche che denunciamo ormai da oltre un decennio.
Lavori malpagati, poco sicuri, insalubri e carenza di sicurezza, rappresentano una quotidianità che non è sufficiente affrontare dal solo punti di vista negoziale attraverso l’azione sindacale.
Gli esempi emersi nei giorni scorsi, denunciati dal collega Del Vecchio della Cgil di Massa Carrara, dimostrano che siamo in presenza non più di un fenomeno sporadico, ma di un modello di impresa che talvolta definire borderline è assolutamente riduttivo.
L’esempio dei lavoratori extracomunitari, che possono essere ricattati per il permesso di soggiorno e costretti a lavorare nelle peggiori condizioni, rappresenta il picco di una modalità di lavoro che si svolge in itinere su tutta la costa della Toscana e della Liguria. Questo genera situazioni per cui le persone non vedono una corretta retribuzione e magari vengono remunerati in modi non troppo leciti.
Parliamo di lavoratori, anche Italiani, a cui non viene riconosciuto il giusto contratto collettivo nazionale di lavoro, magari attraverso l'applicazione di un contratto pirata, con retribuzione inferiore e minori diritti rispetto agli altri lavoratori del committente.
In questo contesto che è molto articolato si trovano anche esempi virtuosi e un mare magnum fatto di imprese locali e di altre regioni che si portano dietro propri usi e costumi, i quali talvolta cozzano con il rispetto delle norme vigenti sotto il profilo contrattuale e della sicurezza.
Sindacalmente abbiamo sottoscritto accordi con i maggiori players della Darsena Viareggina, ma nonostante si siano individuate delle modalità rispettose dei diritti contrattuali, sotto il profilo del riconoscimento di alcuni elementi, che dovrebbero essere in carico agli appaltatori (per esempio la mensa o il pasto), non si riesce a fare passi avanti. Purtroppo il problema non è quello del dove andare a consumare il pasto, il problema è il suo riconoscimento in termini di diritto: le imprese vogliono risparmiare anche su quello.
La difficoltà che si incontrano nell’allacciare rapporti di relazione con questi lavoratori “itineranti” è innegabile, per il fatto che nei nostri cantieri loro “transitano”, oggi in una azienda e magari domani a La Spezia, o a Livorno, o chissà dove. Conseguentemente la possibilità di sviluppare una contrattazione di filiera viene di fatto negata a coloro che ne avrebbero il maggiore bisogno.
A questi problemi si sommano poi quelli legati alle barriere linguistiche e/o al ricatto, e il risultato è visibile agli occhi di tutti coloro che visitano la darsena di Viareggio.
Lavoratori che vivono in alloggi fatiscenti, in numero superiore a quanto consentito e che magari pagano pure il caporale per poter lavorare, anche per poter venire in Italia con le cosiddette “quote”.
Come Cgil abbiamo avviato un percorso presso le nostre sedi che si chiama “progetto Soleil”, il quale offre assistenza specializzata a coloro che vivono le maggiori difficoltà, ma questo non può bastare. Bisogna mettere in campo iniziative di natura politica, restituendo ruolo e responsabilità alla Istituzioni locali e regionali.
Tutti sappiamo che la attività economiche della nostra Versilia, quelle più ricche, vivono grazie alla possibilità di usufruire di quelli che sono i nostri beni comuni: le concessioni demaniali per i costruttori della nautica, le concessioni balneari per il settore turistico, le concessioni estrattive per il rinomato settore del marmo. Dietro l’esercizio di queste concessioni deve esserci la garanzia di una ricaduta sul piano sociale. Non possono essere solo occasione di mero profitto, o di sfruttamento e di morti sul lavoro.
Siamo stanchi di piangere. È necessario un cambiamento rispetto al passato, e Viareggio, dal punto di vista della Fiom Cgil Lucca, ne è un esempio in negativo. Chi ha il ruolo e la funzione di attribuire l’utilizzo di questi beni comuni si deve fare interprete e garante del fatto che a coloro che lavorano con tali risorse siano garantiti dei precisi diritti: la sicurezza prima di tutto, il giusto contratto e il giusto salario, una stabilità occupazionale e delle certezze per il futuro.
Solo con una gestione oculata e rigorosa dei beni comuni si potranno sviluppare delle ipotesi e delle politiche occupazionali e industriali. Solo se verranno messi in campo dei servizi ispettivi di verifica di quelle che sono le necessarie garanzie insite, per esempio, nel codice della navigazione che regola le concessioni demaniali, si potrà ragionare di sviluppo del settore e di ridisegno della città.
Solo se si rafforzeranno i servizi ispettivi della medicina del lavoro e dell’ispettorato, si potrà ricostruire una condizione lavorativa rispettosa della vita delle persone.
Tra pochi mesi si aprirà la disputa elettorale per il Governo della città di Viareggio. Il nostro auspicio e la nostra richiesta è che questi bisogni diventino parte del programma per il rilancio della città, per il miglioramento della condizione di tanti lavoratori che vivono all’ombra di imprese che macinano utili milionari e che meritano il riconoscimento di diritti fondamentali per un Paese civile.
Per chi vorrà confrontarsi con noi, saremo pronti a portare la nostra testimonianza e il nostro contributo per cambiare una situazione che ha ampissimi margini per poter migliorare.


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