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  • 07/11/2022 19:03

Lucca, la città scomparsa

La sezione di Italia Nostra ha ricevuto e volentieri propone alla stampa questa lettera di un cittadino lucchese che riflette su cosa rischiamo di perdere se continuiamo a considerare la città SOLO una ‘quinta pittoresca per eventi’ che abbiano il solo scopo di generare denaro.

 

 

Lucca, la città scomparsa


Non c'è un centro (storico) c'è una città storica, perché quel complesso di abitazioni, chiese, conventi, piazze e strade, e poi di persone e di attività, era una città a tutti gli effetti, fisici, sociali e comunitari. Non il centro di qualcos'altro.

Senza residenti non c'è città. Né storica né d'altro tipo.

(da una intervista a Pier Luigi Cervellati Intervista di Francesco Erbani, Rep.repubblica.it, 11 novembre 2018)

 

Lucca, non esiste  più: è scomparsa,  finita, estinta, dissolta nel nulla, irrimediabilmente persa.

Ne resta traccia fugace nella memoria degli uomini,  nei libri di storia e di architettura, ma  anch’essa presto svanirà. Anzi, prima accadrà meglio sarà per  tutti, per tutti noi che l’abbiamo  amata e vi abbiamo vissuto a lungo senza accorgerci di quello che stava accadendo, senza riuscire a fermare tutto ciò,  colpevoli per omissione e ignavia, non meno colpevoli di coloro che  scientemente hanno operato perché la  città sparisse.

Ricordo la mia prima volta a Lucca a metà degli anni ‘80. Quello che sarebbe diventato il primo e migliore tra gli amici lucchesi, a bordo della sua  A 112 bicolore  mi portò a San Martino per mostrarmi  Ilaria del Carretto, di cui avevo solo  vaghi ricordi risalenti agli studi liceali.  Allora  il monumento funebre stava nella navata sinistra,  alla quale si accedeva scostando un pesante tendaggio  che nei  giorni d’estate  schermava l’ingresso e smorzava la  luce naturale che dall’alto avvolgeva l’opera di Jacopo  e che  celava, più che  mostrare,   il  marmo,  raffigurazione antica  e immutabile della bellezza in vita e dopo la morte, autentico simbolo di immortalità.

Così era Lucca, un po'  come  Ilaria: nascosta e bellissima.

Da decenni  anche Ilaria ha smesso di esistere, trasportata con vari pretesti in una  angusta sagrestia, male illuminata da  lampadine abbaglianti la cui luce tutto appiattisce, circondata da un cordone   penitenziale, la dama si offre  in cambio di pochi euro  a folle inconsapevoli della sua passata bellezza.

Lucca non esiste più. Esistono le sue mura, le sue chiese romaniche “di commovente bellezza”, i suoi vicoli medievali, le sue corti  nascoste, i  suoi muri scrostati, le sue fontane. Tutto ciò però non costituisce più una città. È solo una quinta, uno sfondo pittoresco per  gli innumerevoli “eventi” che  giorno dopo giorno si susseguono: festival, convegni,  incontri, sfilate di  maschere e costumi bizzarri e poi matrimoni, feste immaginarie e, da ultimo, carnevali. Anzi,  ormai il carnevale è perenne, un ininterrotto divertimento per le migliaia, decine, centinaia di migliaia che si ammassano in questo luogo, un tempo discreto e raccolto.

Certo, in cambio  il danaro scorre, più o meno per tutti. Danaro contante che frutta danaro e ancora altro danaro, ma che non  riesce a trasformarsi in niente di nuovo, di bello o solo di utile e stabile, niente  che si possa  paragonare a ciò che  si è ceduto  in  cambio e che è perduto per sempre. Che non è solo lo spirito di un luogo, non è solo la sua  identità (strana parola di cui molti parlano, ma che pochi sanno riconoscere quando è ormai perduta), non sono solo i suoi abitanti e le  attività o commerci tipici, è la città stessa.

 

 

Un cittadino lucchese

I commenti

Lei ha pienamente ragione. I tempi sono cambiati e così il mercato e quindi gli equilibri di commercio e turismo. Spero solo che si possa evitare di far sì che Lucca esista solo come sfondo al Summer o ai Comics.

anonimo - 08/11/2022 13:17

Si, va bene, come proclametto può anche andare, ma se si volessero analizzare certi fenomeni si dovrebbe capire come mai sono avvenute certe trasformazioni e come mai oggi sia impossibile (I.M.P.O.S.S.I.B.I.L.E) vivere la città secondo le modalità ed i tempi di trenta o quarant'anni fa.

Provo a commentare i punti sopra esposti:

1. Senza accorgervi di cosa stava accadendo; forse se aveste ascoltato i commercianti di quarant'anni fa, che si incazzavano per la pedonalizzazione fatta con i piedi e che annunciavano la prossima impossibilità di svolgere il loro lavoro avreste capito meglio certi fenomeni. Io ricordo bene, pur non avendo mai fatto il commerciante, cosa dicevano i vecchi bottegai (allora non si offendevano se qualcuno li chiamava così) oggi ottantenni, novantenni o defunti e posso dire che loro avevano previsto tutto. Con largo anticipo.

2. Con la A 112 la portò a S. Martino; infatti allora si andava in automobile sulle Mura e per le piazze. Meglio allora o oggi? A voi la scelta. Per me era chiarissimo che buttando fuori le automobili l'economia del centro sarebbe cambiata. Le risposte alla Cervellati non risolvono il problema. Io dico che ogni azione ed ogni scelta ha un prezzo e il prezzo deve esser pagato consapevolmente. Lucca è più bella oggi in tanti aspetti, ma è un dato di fatto che i lucchesi di fora in centro ci vanno solo la domenica e quindi essi stessi ci vanno a fare i turisti.

3. Lucca nascosta e bellissima; una cosa nascosta e bellissima, prima o poi viene scoperta e quando viene scoperta tutti vogliono vederla. Per cui non potrà più essere nascosta. Forse resterà bellissima, ma non è detto. Possibile negare l'accesso a una cosa bellissima quando è stata scoperta? A voi la risposta. Mia nonna e mio nonno avevano visitato Venezia nel 1933; Venezia non era nascosta neanche all'epoca, ma era certo bellissima. Era una città con 160.000 abitanti nel centro (oggi 50.000) e con un turismo sostenibile e ciò per il semplice motivo che il novanta per cento degli italiani non si potevano permettere un viaggio a Venezia. Quando mia nonna rivide Venezia negli anni settanta ne rimase profondamente delusa. Ma era possibile impedire agli italiani, diventati per fortuna ricchi, di andare a Venezia? Era possibile impedire lo spopolamento del centro? A voi la risposta.

4. Ilaria del Carretto in sagrestia; penso ed ho sempre pensato che la scelta migliore sarebbe il riportarla nel transetto, ma questo non potrebbe evitare due cose. La prima è l'avere una certa protezione attorno alla scultura, la seconda è che per accedere al transetto si dovrebbe comunque pagare. Con l'accesso a pagamento il pubblico viene selezionato ed è più rispettoso del luogo e attento a quel che vede. Gli ultimi anni di cattedrale aperta a tutti sono stati orribili, con la chiesa piena di gente vociante, maleducata, vestita in modo osceno. Oggi le cose vanno meglio di prima. Le persone che vengono a Lucca sono un dato di fatto ed è inutile piagnucolare su una Lucca sconosciuta e provinciale. Quella Lucca lì era bella, ma non esiste più, non a causa delle macchinazioni di qualche alieno grigio; non esiste più perché è stata scoperta e le persone di tutto il mondo vogliono vederla.

5. Lucca è una quinta per eventi e basta? Verissimo. Si può far tornare il centro una città? Forse si, ma con modalità diverse da quelle di quarant'anni fa. Per farlo però le convenzioni urbanistiche radical chic che hanno ridotto i centri antichi italiani come sono oggi ridotti vanno cestinate e si deve pensare in modo diverso e pragmatico. Inoltre, come detto, il turismo continuerà ad esserci per lungo tempo. Va gestito, ma pensare di eliminarlo è ridicolo.

6. il danaro; ecco la solita sindrome da mercanti nel tempio e da città svenduta. Come Le ho detto mai ho fatto il commerciante, ma forse avrà capito che nella mia famiglia tutti hanno fatto i commercianti, prima di me e ciò per almeno tre generazioni consecutive. Allora Le posso assicurare che nella Lucca di cinquant'anni fa i soldi circolavano eccome. Oggi quei soldi lì circolano fuori le Mura, nei supermercati e su internet. Potrebbero tornare a circolare in centro? Penso proprio sia impossibile. Chi attribuisce al commercio poteri immani non sa cosa sia il commercio. Il commerciante, se non vuole fallire rimettendo barcate di quatrini (lo scrivo volutamente alla lucchese in omaggio ai miei avi orgogliosamente bottegai), deve semplicemente portare "su piazza" le merci che su tale piazza possono essere vendute. Se oggi un tizio portasse in centro le merci che vi venivano vendute cinquant'anni fa sarebbe un pazzo, in quanto nessuno le comprerebbe. I commercianti di oggi vendono panini e birre solo perché in centro si possono vendere solo panini e birre. Vendono panini e birre perché sono buoni commercianti e se tentassero vendere altro sarebbero solo dei falliti.

Spero di aver offerto spunti di riflessione.

Anonimo - 08/11/2022 02:06

No al Summer dentro Lucca, no ai Comics (li adoro, ma NON dentro Lucca), ecc.

Ma la perdita dell'identità di Lucca non c'entra con tutto questo. Lo scorrere del tempo uccide e pialla ogni cosa (tranne ciò che DAVVERO è, nel bene o nel male, immortale, tipo che ne so Leonardo DaVinci, Marx, Cesare, ecc).

Lucca è una città fantastica ma davanti alla fame che divora l'Eternità stessa, è solo un'altra cosa. Non è più gloriosa di Babilonia o delle metropoli del periodo più fiorente dell'Antico Egitto, le quali oggi sono tutte scomparse. Lucca non fa eccezione, smettetela di cercare di rimandare l'inevitabile, sedetevi, e lasciate passare la Morte.

Ogni cosa muore. Non vale la pena creare nulla se non cultura, non vale la pena difendere nulla se non i valori. Acculturatevi, godete, raccontate cosa avete appreso, morite, e smettetela di cercare di trattenere, di preservare. Tutto muore, tutto deve morire, è una danza, se non lo capite avete vissuto troppo nei salotti e avete perso di vista i vicoli e siete cresciuti saccenti, o troppo nei vicoli, e siete cresciuti analfabeti. Chi sa la verità sa che tutto è nulla e tutto torna al nulla, ed è assurdo cercare di impedirlo. Cultura e valori possono durare per sempre: ogni altra cosa muore, e deve morire. Lasciatelo accadere.

Anonimo - 07/11/2022 22:40

Ciò che viene descritto è un ricordo di altri tempi, ma questo accadeva anche per esempio nel 1461, o nel 1863, o nel 1947...
Si chiama progresso, ogni epoca ha il suo tipo di progresso o regresso, dipende dai punti di vista.
Per esempio quando mi sveglio alle 7:00 di mattino e passeggio per le piazze del centro storico, se non ci fossero auto e mezzi di sitema ambiente potrei quasi dire di percepire la solita atmosfera dei primi del 900 o forse in alcuni contesti anche ai primi dell'800.
Poi il fatto che nessuna attività commerciale rispetti il regolamento sul decoro questo è un fatto appurabile e che nessuno contrasta, o quanto meno controlla. Così come nessuno controlla cosa fanno i privati sui loro beni immobili e se rispettano le normative e le disposizioni in vigore.
Fossi in voi mi appellerei piuttosto al ministro che dia una svegliata ai suoi uffici periferici affinchè controllino e applichino le sanzioni necessarie, o meglio, facciano il loro dovere!

Anonimo - 07/11/2022 21:22

Da ragazzo frequentavo la parrocchia di S.Martino, si parla degli anni 70 e ricordo bene il monumento a Ilaria nel transetto sinistro, ricordo anche altre statue che ho rivisto poi nel museo della cattedrale. Ilaria fu spostata per il noto problema di stabilità, prima nel museo della cattedrale e poi, tristemente, fu messa nella sagrestia, in un ambiente angusto, una collocazione che, anche un non esperto come me, risulta riduttiva e penalizzante. Non dovrebbe essere difficile riportarla nella collocazione originale quando sarà finito il restauro del volto santo, almeno questo dovrebbe essere possibile. Quanto al resto, il sogno è finito. Quando sono state tolte le auto dalle mura e da molte strade e piazze del CS (pardon dalla città s.) ci siamo illusi che tutto sarebbe andato meglio e invece è iniziata la decadenza della città s. che si è trasformata nella città turistica, che di per se non sarebbe neanche male se solo si fosse fatto con l'attenzione e il rispetto che Lucca meritava. Tutto quello che invece è stato e viene fatto (da tutte le parti politiche) è stato occuparsi solo di procurare nuovi eventi di attirare più turisti e visitatori e nulla per la conservazione e la valorizzazione. Esempi se ne potrebbero fare tanti, dai piolini messi e spostati e tolti, dalle pattumiere messe qua e là e a volte anche sui marciapiedi e sempre a servizio dei locali anche in caso di situazioni monumentali (vedi P.SMichele), il campo balilla, ecc.ecc.ecc. In un futuro, per ora remoto, si parlerà di quello che è accaduto nelle nostre città storiche (perchè il problema è generale) e ci si chiederà come sia potuto accadere ma sarà troppo tardi.

Anonimo - 07/11/2022 20:32

nell'opera di distruzione della città hanno svolto parte attiva, Pasquini dei commercinti, Barsanti, il Summer festival, i giornalsti a libro paga di Mimmo, le giunte che per decenni hanno sccheggiato la città. Siamo un popolo di mxxxa! abbiamo trasformati lucca in una specie di dsneyland dei poveri

Anonimo - 07/11/2022 20:06

A proposito di chi parla (e straparla) di identità: fatelo leggere a Barsanti

anonimo - 07/11/2022 19:47

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