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  • 28/04/2023 16:18

L'Amministratore Unico del Teatro del Giglio Lazzarini risponde a Sereni


Leggo con sbigottimento e sconcerto l’intervento del Professor Umberto Sereni sulla stampa. Se da un lato l’articolo è incentrato sulla lodevole iniziativa di promuovere il rifacimento  e l'apertura del Bar Di Simo (ex Caselli) con i fondi del Comitato delle Celebrazioni Pucciniane, egli poi nella parte finale dello scritto sembra attaccare l’ipotesi che con i fondi dello stesso Comitato si contribuisca a restaurare la facciata del Teatro del Giglio, istituzione pubblica culturale della città.

Ma la cosa che sconcerta di più è la volgarità dell’attacco. In un assurdo accostamento partorito da una mente probabilmente in quel momento poco lucida, assimilerebbe la facciata del teatro a i bagni dello stesso (per altro belli e ben funzionanti) e addirittura ai rotoli della carta igienica. Mi chiedo cosa sia successo al Professor Sereni che giudico un amico: non lo riconosco più. Un linguaggio così basso sulla stampa. Incomprensibile. Non condivisibile e del tutto biasimevole.

Non si capisce perché se il Bar Di Simo deve essere considerato un luogo pucciniano (e io sono favorevolissimo), non lo debba essere il Teatro del Giglio di Lucca, il teatro cioè della città natale di Giacomo Puccini.

La storia del Teatro del Giglio ci parla degli stretti legami tra il Maestro Giacomo Puccini e il teatro della sua città natale, Lucca. Al Teatro del Giglio Giacomo Puccini, dopo aver mosso i primi passi come pianista (la prima presenza del giovane Giacomo al Giglio risale al 22 aprile 1878, quando si esibì al pianoforte accompagnando quattro artisti lucchesi), ha curato personalmente e accompagnato fino alla messa in scena gli allestimenti di alcune opere del suo catalogo. Si tratta, nello specifico, di Edgar (1891), Manon Lescaut (1893), La bohème (1896), Tosca (1900), Madama Butterfly (1907) e La fanciulla del West (1911). È di assoluto interesse il fatto che ben tre delle sei opere rappresentate al Teatro del Giglio sotto la supervisione di Puccini – Manon Lescaut, La bohème e Tosca - furono messe in scena lo stesso anno della prima rappresentazione assoluta. Un luogo “pucciniano” per eccellenza quindi, il Giglio, teatro nel quale il Maestro tornava sempre con piacere, dimostrando di tenere moltissimo – lui, artista che poteva vantare notorietà internazionale – ad ottenere riconoscimento e successo nella sua città.

Invito il Professor Sereni a venirmi a trovare a Teatro (dove è stato anche nel recente passato per una conferenza tenuta insieme alla Professoressa Biagi Ravenni volta a raccontare di come Puccini stesso si fosse messo a contrastare l’operato del cognato capofila della cordata a lui ostile e favorevole invece a Mascagni e per far sì che il suo Teatro del Giglio allestisse la sua Butterfly, lui stesso, in prima persona, il Sor Giacomo!), lo invito per parlarne “serenamente” magari davanti un caffè. Grazie.

Giorgio A.Lazzarini
Amministratore Unico del Teatro del Giglio di Lucca    

I commenti

Ma siamo sicuri che un immobile privato si possa restaurare con fondi pubblici? Mah?

Bob - 29/04/2023 22:46

Si ripristini il teatro com'era chiudendo l'immonda galleria e ricostruendo il quarto ordine di palchi e il loggione.

anonimo - 29/04/2023 02:11

il Professore che conoscevamo ormai lo abbiamo perso, troppo occupato a lasciare un segno anche spiacevole ma che dimostri (soprattutto a lui) che è sempre vivo

Anonimo - 28/04/2023 19:34

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