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  • 23/08/2022 22:12

Siamo infermieri e non angeli

Siamo infermieri, siamo professionisti, non siamo angeli chiamati dal Signore e non abbiamo ricevuto nessuna vocazione. Siamo infermieri perché abbiamo scelto questo lavoro. Siamo professionisti con una laurea e anni di studio alle spalle, non mi interessa che mi venga detto che io sia bella. Mi interessa che mi venga detto che io sia preparata e professionale. Non siamo angeli o eroi. Svolgiamo il nostro lavoro quotidianamente come tutti su questa terra, con passione per quello che facciamo, come tutti, ma non per vocazione spirituale. Nella vita qualcuno sceglie di essere architetto, qualcuno informatico, qualcuno camionista. Io ho scelto di essere infermiere senza aver ricevuto chiamata alcuna ma semplicemente studiando. Siamo infermieri e per questo ci siamo Una volta un paziente mi fatto una richiesta e la sua frase finì così: ”Signorina per favore, lei è così bella”. Punto primo non sono una signorina, sono una professionista nonché Dott.ssa in Infermieristica, punto secondo, se la richiesta che mi ha fatto ha una reale necessità assistenziale infermieristica, metto in atto la mia professionalità e le mie competenze altrimenti che io sia bella o meno, non cambia. Siamo professionisti non angeli. Siamo lavoratori ai quali nonostante mal di pancia o mal di testa viene richiesto di essere servizievoli, delicati, sorridenti e sempre a disposizione anche per ciò che non ci compete. Siamo infermieri e non angeli al servizio di qualsiasi richiesta venga fatta. Siamo infermieri e per questo ci siamo quando è richiesta una competenza infermieristica. Non ci siamo quando i pazienti ci chiedono di posizionare l’acqua sull’angolo in basso a destra del comodino che deve essere perfettamente posizionato a sinistra del letto formando un angolo di 95°. Ci siamo quando in preda al dolore i pazienti hanno bisogno di un farmaco o di conforto. Non ci siamo quando se la prendono con noi perché il cibo non viene da un ristorante stellato. Ci siamo quando i parenti ci guardano con occhi pieni di lacrime a causa di un decesso. Non ci siamo nelle richieste assurde di sistemare il letto: un po’ su, no un po’ più giù, no aspetta era meglio prima, no così troppo, ancora un po’ su, ora un pochino giù. Ci siamo quando i pazienti non capiscono che cosa sta accadendo e li aiutiamo a comprendere. Non ci siamo nelle lamentele sul sistema sanitario che funziona a rilento. Ci siamo quando un bambino in ospedale ha bisogno di giocare, perché anche quella è terapia. Non ci siamo quando i pazienti pensano che siamo degli inservienti e ci chiedono di pulire. Ci siamo quando nel cuore della notte i pazienti pigiano quel pulsantino rosso che ci fa correre da loro. Non ci siamo quando quel pulsantino rosso viene premuto continuamente per lamentarsi del letto scomodo. Ci siamo quando le preoccupazioni dei pazienti hanno bisogno di essere ascoltate. Non ci siamo quando i parenti alzano la voce con noi pretendendo che facciamo quello che vogliono loro in barba alle regole. Ci siamo quando i pazienti hanno paura e ci stringono forte forte la mano. Non ci siamo quando in pronto soccorso qualcuno pretende arrabbiandosi di passare davanti agli altri pensando di avere la precedenza su tutto. Ci siamo in ogni piccolo gesto che copiamo ricco di responsabilità e competenze. Ci siamo. Ci siamo quando è necessaria una competenza infermieristica. Ci siamo come lavoratori e come professionisti. Non siamo angeli, siamo infermieri. Articolo a cura di Frigerio Ilaria, Infermiera https://www.nurse24.it/infermiere/testimonianze-infermieri/siamo-infermieri-non-angeli.html

I commenti

...almeno permettetemi di dire che io sono totalmente d'accordo. Rileggete l'elenco di ciò che la persona che ha scritto questo considera come cose che ritiene giusto fare e che fa volentieri, e ditemi se una qualunque vocazione farebbe altrettanto. Fanno fin troppo. Il problema non sono loro ma l'assenza di personale. Ce ne fosse di più sarebbero anche meno oberati. Spesso gli infermieri sono costretti a fare pure cose che competerebbero agli OSS, cose che sono numerose e faticose, ci credo che poi sono sfiniti, però se un OSS prova a richiedere di essere assunto la risposta in genere è "lavorerai 6 giorni a settimana col giorno libero che non cadrà mai nel weekend e che ti verrà comunicato il giorno prima, farai straordinari non pagati tutti i giorni, doppi turni in barba a qualunque legge che dice che oltre 10 ore in un giorno non le devi lavorare MAI, e prenderai se ti va bene 800 euro il mese" a quel punto no grazie vado a lavorare in fabbrica, non per ripicca ma perché con 800 euro non ci pago nemmeno affitto e bollette. Così poi si dice che non c'è personale. E gli infermieri affannano.

Come unica unica unica piccola cosa che aggiungerei/criticherei di quanto ho letto, la gente in ospedale ha paura per definizione e ogni cafonata che fa, la fa come transfer e valvola di sfogo per la propria ansia, verità davanti alla quale secondo me si dovrebbe provare lungimiranza e misericordia perfino se tali comportamenti ricadono nell'elenco di ciò che GIUSTAMENTE questo testo affermi non competere all'infermiere. Detto questo resto dell'idea che la prepotenza di certi parenti/pazienti sia fuoriluogo e che una persona, perché gli infermieri sono persone, eroiche ma persone, una persona può reggere un anno a fare Biancaneve con qualunque problema, ma prima o poi lo stress ha la meglio e uno dice, "Aspetta, questo mi compete, quest'altro no", e per di più le cose dette in questo testo sono " i " su cui è legittimissimo mettere i puntini.

Anonimo - 24/08/2022 15:37

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