Novelle ritrovate per fanciullli : la storia di Pippicoio
La Storia di Pippicoio
(dai fogli ritrovati in un metato garfagnino, estate 2025)
“Questa è istoria antica, che fu tramandata a’ bimbi nelle sere lunghe d’inverno, quanno la legna scoppiettava nel focolare e la luna illuminava i monti.
Scritta su foglietti sparsi, ingialliti dal tempo e dall’umido dei metati, è stata ritrovata di recente e qui ricopiata per diletto della gente d’oggidì.”
Il racconto
In un paesello di Garfagnana vivea Mastro Elio, falegname di mestiere e omo di core buono.
La sua bottega odorava di castagno e d’abete, eppur la sera, finito il lavorìo, un gran silenzio gli stava addosso.
Un giorno trovò un pezzo di legno che pareva vivo: sotto la pialla ridea e quasi parlava.
— Oh Madonna santa! — esclamò Mastro Elio. — Con quest’affare ci vo’ fa’ un burattino!
Così nacque Pippicoio, che appena finito saltò giù e disse con voce chiara:
— Babbo, guarda, io son vivo!
Mastro Elio sgranò l’occhi e, tremando, rise e pianse tutt’insieme.
Delle recchie di Pippicoio
Questo bimbo di legno avea però una particolarità:
quando mentiva, le sue recchie diventavan rosse come braghi accesi;
quando diceva verità, s’accendean d’oro come lucciole di giugno.
Delle avventure
Pippicoio, spiritoso e testardo, prese a girar per il mondo.
Cadde in un circo, ove un direttore lo voleva per mostra:
— Ragazzo di legno co’ le recchie di luce! Vieni che t’arricchisco!
Ma fu menzogna, ché Pippicoio fu trattato come schiavo.
La notte, aiutato da un gattino spelacchiato, fuggì via.
Nel bosco incontrò la Vèccia del Bosco, che così parlò:
— Figliolino, chi vuol diventare omo vero,
verità dica e verità porti, ancor quando fa male.
Così fece, e per molte avventure Pippicoio imparò:
smise bugie, aiutò poverelli, mise pace tra genti.
Del ritorno
Tornato al suo babbo Mastro Elio, l’abbracciò forte.
E allora le sue recchie risplendettero come due lanterne,
e il burattino di legno divenne bimbo in carne e ossa.
Mastro Elio pianse, dicendo:
— Pippicoio mio, di legno o di carne, sei dono del cielo e primavera del core.
Filastrocca della buonanotte
Dormi bimbetto, chiudi gli occhini,
sopra i castagni brillan i grilli.
Pippicoio ride nel sonno sincero,
ha imparato che il vero è leggero.
Le recchie rosse non brucian più,
ora è bambino, proprio come tu.
Dormi sereno, che il tempo t’aggira,
la verità sempre primavera ispira.
Ademaro Nardini detto “il Ravanello