Gli Stereo-Tipi al Serchio delle Muse: musica senza confini sul Lago Santo Modenese
Il festival lirico ha toc ...
Il
festival lirico ha toccato anche quest’anno le sponde del Lago
Santo Modenese al confine tra i Comuni di Barga e Pievepelago.
Stasera gli Stereo-Tipi replicheranno in Pania, alle ore 17, al
Rifugio Rossi
12
Agosto 2025
BARGA/PIEVEPELAGO – Un palcoscenico naturale
unico, sospeso tra Toscana ed Emilia Romagna: così,
ieri pomeriggio (lunedì 11 agosto), il Lago Santo
Modenese - nel cuore del Parco del Frignano - ha accolto
una nuova tappa del festival lirico “Serchio delle Muse”,
con l’esibizione del gruppo vocale Stereo-Tipi, guidata
dalla presentazione del narratore e saggista Luca Scarlini.
La giornata si è aperta con i saluti istituzionali. L’Assessore di Pievepelago Simonetta Galassini ha ricordato come il Lago Santo sia un luogo di confine “dal grande valore simbolico e paesaggistico” e ha sottolineato il filo conduttore di questa edizione: pace e speranza. Un messaggio che, il giorno precedente, aveva già unito musica e poesia a Casa Pascoli di Barga. La Sindaca di Barga Caterina Campani ha ringraziato il Presidente e i collaboratori dell’Associazione Musicale “Il Serchio delle Muse”, oltre all’Asbuc, evidenziando il carattere “diffuso” della rassegna: “Il Serchio delle Muse porta la musica ovunque, anche oltre i confini della Valle del Serchio, in scenari unici come questo”.
Il Presidente dell’Asbuc Omero Togneri ha portato i saluti della comunità, ricordando l’impegno nella gestione del Rifugio Marchetti e annunciando il ritorno della Festa del Gemellaggio il 30 agosto, dopo anni di assenza. Un evento che celebrerà “il crinale che unisce due comunità”. Ha inoltre ringraziato la Fondazione Banca del Monte di Lucca per il contributo che ha permesso il rifacimento della terrazza esterna del rifugio.
Il Presidente del festival Fosco Bertoli ha ribadito la missione della rassegna: “Musica, poesia e canto uniscono”, ringraziando amministrazioni e comunità, comprese quelle di territori limitrofi come Fosciandora. Da parte della Fondazione Bml, il Presidente Andrea Palestini ha ricordato l’impegno filantropico: “Siamo una realtà piccola ma con grandi obiettivi. Sosteniamo progetti come questo grazie a chi li immagina e li realizza”.
Prima dell’esibizione, Luca Scarlini ha intrecciato aneddoti storici e leggende legate al Lago Santo: dall’apparizione della Vergine alla curiosa vicenda del cacciatore e del lupo. Poi, il racconto di due illustri frequentatori del Lago Santo. La prima è Bianca Cappello, nobildonna veneziana dal destino burrascoso. Nel 1564, dopo una fuga rocambolesca da Venezia con l’amante Pietro Bonaventuri, giunse in Toscana. Conquistò il cuore di Francesco I de’ Medici, che sposò dopo la misteriosa morte di Bonaventuri, diventando Granduchessa di Toscana tra scandali e sospetti. Donna controversa, definita “strega” e “cataclisma” dai detrattori, trovò rifugio per quattro giorni proprio al Lago Santo, ospite di Pierone di Frassinoro, per nascondersi dalle autorità medicee. Qui, tra i boschi e le acque, la sua leggenda si intrecciò al silenzio del luogo.
Il secondo è Alfredo Testoni, drammaturgo bolognese, che nel 1894 pubblicò “Sull’Appennino modenese”, frutto di un viaggio a piedi di oltre un mese tra crinali e vallate. Tra i versi, una poesia dedicata proprio al Lago Santo, che Scarlini ha recitato al pubblico, riportando le parole di un tempo in cui la montagna era rifugio e ispirazione per intellettuali e artisti.
Gli Stereo-Tipi hanno costruito una vera e propria architettura sonora usando soltanto le loro voci. Il repertorio, suddiviso in tre sezioni, ha aperto con un omaggio al barocco, dove le linee melodiche si sono intrecciate in un equilibrio perfetto di precisione tecnica e interpretazione. Nel secondo blocco, tradizione e Novecento si sono incontrati: dai ritmi argentini alle atmosfere tribali dell’Adiemus, in uno stile quasi celtico che ha trasformato il lago in un’eco senza tempo. Il momento conclusivo ha abbracciato la coralità alpina, con canti che hanno evocato vallate, silenzi e vento tra le rocce, fino alla chiusura con l’emozionante Signore delle Cime di Bepi De Marzi.
Colpisce negli Stereo-Tipi la capacità di muoversi tra registri completamente diversi senza perdere coesione, passando dal sussurro più delicato alla potenza corale, con un’intonazione cristallina che, in un luogo acusticamente naturale come il Lago Santo, si è amplificata in una risonanza quasi magica. Non c’era bisogno di strumenti: la loro musica è stata un dialogo diretto tra voce e paesaggio, tra interpreti e pubblico.
In questo momento storico in cui i
confini spesso dividono, qui, al Lago Santo, si sono rivelati per
quello che possono essere: luoghi di incontro e di condivisione. La
musica ha fatto da ponte tra comunità e storie, tra leggende e
presente, restituendo al pubblico non solo uno spettacolo, ma
l’esperienza di un territorio che sa unire culture, memorie e
speranze.
Foto di Nicola Tognetti
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