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  • 08/04/2024 03:18

Anche quest’anno a Budapest si celebrano «gli eroi» delle SS

Si chiama Festung Budapest, Fortezza Budapest, la serie di eventi che attira in Ungheria centinaia di neonazisti per la celebrazione delle azioni militari delle SS che combattevano contro l’Armata rossa durante la seconda guerra mondiale. Parate, concerti e rievocazioni storiche. Ma anche violenze e aggressioni, spesso ignorate o sottovalutate dalla polizia locale. Organizza l’associazione Legio Hungaria e, ogni anno, aderiscono realtà note degli ambienti dell’estrema destra europea: il Movimento di resistenza nordica dalla Svezia, il partito Die Rechte dalla Germania, il network internazionale nato nel Regno Unito Blood & Honour , oltre a tanti cani sciolti e gruppi minori. Tutti hanno in comune una mai rinnegata fede hitleriana, molti lambiscono il terrorismo e hanno subito diverse inchieste e processi nei propri paesi di provenienza. Il Giorno dell’onore è stato celebrato per la prima volta nel 1997 e nacque grazie all’impegno dell’ormai disciolto Fronte nazionale ungherese di István Gyorkös, condannato nel 2019 a 25 anni per l’omicidio di un poliziotto. Il Festung Budapest di quest’anno comincia oggi, alle 11 del mattino, davanti alla stazione centrale, per la «Guida all’assedio», tour per i luoghi storici delle battaglie di Buda del 1945, in compagnia dello storico revisionista Tamás Rekte. Sabato prossimo si celebrerà invece il Giorno dell’onore, la commemorazione solenne degli «eroi» nazisti, in un luogo ignoto ai più e che viene comunicato soltanto a chi è già introdotto nel giro dell’estrema destra: l’anno scorso l’appuntamento si svolse in periferia. Per la domenica, invece, è prevista la «Catena di luce sul cammino degli eroi», evento informale senza discorsi né bandiere durante il quale chi vuole può lasciare una candela lungo una serie di strade, cioè quelle che alcuni soldati percorsero la sera dell’11 febbraio del 1945 nel loro disperato tentativo di sfondare l’assedio sovietico e unirsi alle truppe tedesche oltre il confine. Ci sono anche vari eventi paralleli a completare le giornate dei neonazisti, come i due giorni di concerti Oi! e metal organizzati dalla sezione ungherese di Blood & Honour. «L’evento si terrà in un luogo segreto e privato – si legge nei volantini -, non ci aspettiamo l’arrivo delle autorità ma in tal caso ci aspettiamo la collaborazione di tutti». Ovviamente l’ingresso non è pubblico: «Ci riserviamo il diritto di rifiutare la partecipazione di chiunque pensiamo possa creare disturbo». Sarà possibile scattare foto e realizzare video, purché la pubblicazione sui social avvenga almeno 48 ore dopo l’evento. Poi c’è l’escursione estrema organizzata dall’agenzia TTurak: tre i percorsi disponibili, uno da 60 km, uno da 35 km e uno da 25 km. Si tratta di «un evento sportivo e una rievocazione storica» sui sentieri delle battaglie della seconda guerra mondiale, con attori vestiti anche da soldati nazisti. Formalmente, dicono da TTurak, «la politica non c’entra niente» ma va da sé che a partecipare sono soprattutto neonazisti. I media ungheresi riferiscono che quest’anno il governo ha anche elargito 70 milioni di fiorini (180mila euro) come contributo. Negli anni, il Festung Budapest è stato accompagnato da roghi nei campi rom, blitz in locali ritenuti «di sinistra», incursioni in centri studi ebraici, aggressioni contro cittadini stranieri. Da qualche tempo in Ungheria arrivano negli stessi giorni arrivano anche pattuglie di antifascisti, proprio con l’obiettivo di contrastare le scorribande dei nostalgici hitleriani. L’appello «Stop Nazi Glorification!» gira ormai da qualche giorno ed è prevista una contromanifestazione. Un anno fa, oltre agli episodi di cui è accusata Ilaria Salis, si verificarono anche diverse aggressioni neonaziste, come quella del 10 febbraio 2023, quando una ventina di militanti di estrema destra aggredì cinque persone in pieno centro. Due degli aggressori, arrestati in flagranza, vennero rilasciati appena tre giorni dopo i fatti perché, secondo la procura, non serviva la custodia cautelare in carcere ma era sufficiente la semplice «sorveglianza penale». Ai giornalisti è stato impedito di avere dettagli sulla vicenda, al contrario di quanto accaduto per gli antifascisti, i cui arresti sono invece stati celebrati con un gran numero di comunicati, video e fotografie per la stampa. https://ilmanifesto.it/anche-questanno-a-budapest-si-celebrano-gli-eroi-delle-ss

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