Il narcisismo è il carburante del potere assoluto.
Studiare la mente dei ditt ...
"Ogni volta che il disagio sociale monta, si crea un vuoto". Manca la parte più importante cioè come vengono creati disagio sociale e vuoto. l'Italia degli ultimi 30 anni è un esempio perfetto. Dal Pacchetto Treu al Job's Act passando per le leggi Maroni-Biagi il sistema finto bipolare ha distrutto il lavoro creando precarietà povertà disperazione. E ha aggiunto privatizzazioni e tagli al sociale istruzione welfare. Il rischio non è affatto sommerso. Sono più di 30 anni che governa.
Anonimo - 07/10/2025 09:52Se la cosiddetta "destra" diventa populista, lo stesso fenomeno può verificarsi per la cosiddetta "sinistra". Per cui a gruppuscoli che per comodità definiremo "neofascisti" corrisponderanno gruppuscoli che per la solita comodità definiremo "neocomunisti". Ma oltre ai gruppuscoli vi sono anche partiti che, nella mera speranza di attrarre voti, si spostano progressivamente su posizioni populiste. In Italia abbiamo avuto già il governo Lega - M5S, ovvero un governo sostenuto da un parlamento con larga maggioranza populista. Oggi abbiamo Lega, M5S, PALP, AVS, che sono tutti partiti populisti, mentre FdI è sospesa tra il populismo delle origini e un tentativo di diventare una forza di governo più equilibrata, ma sono pronti a ripiombare nel populismo perché la loro cultura democratica è scarsa.... basta vedere il ridicolo tentativo di strumentalizzare l'assassinio di Kirk. Dall'altra parte la Signora Schlein sta gettando alle ortiche decenni di esperienza democratica (PDS, DS, PD) per schiacciare il suo partito su posizioni di estrema sinistra che ridefiniamo per comodità "neocomuniste". Come in Francia le prossime elezioni saranno un confronto tra neocomunismo di France Insoumise e neofascismo della Le Pen e dell'altro partito alla sua destra, così in Italia si rischia di arrivare ad un confronto tra desta egemonizzata da FdI e sinistra - sinistra. In Francia come in Italia un tale confronto elettorale lo vince la destra. Le piazzate filopalestinesi sono un meraviglioso specchio in cui una bella parte della sinistra si guarda compiacendosi, ma spaventano i moderati e quindi non portano voti. Questo basta a definire quale tragedia sia per la sinistra la svolta massimalista di personaggi come Schlein e il vecchio trotzkista Melenchon. Quanto alle frange estremissime, almeno in Italia, il loro peso elettorale è nullo (per ora) a destra e basso (per ora) a sinistra. Ovviamente a parte a Lucca, dove i neofascisti sono stati determinanti alle elezioni comunali; caso unico in Italia per un capoluogo di provincia.
anonimo - 07/10/2025 03:31Se davvero esistesse una dimensione parallela col muro di berlino ancora in piedi preferirei trasferirmici, una germania divisa significa anche niente euto e niente uè e dunque un'Italia dall'economia florida.
anonimo - 06/10/2025 21:54L’anarco-insurrezionalismo è la corrente più radicale dell’anarchismo. Non punta a organizzare un movimento stabile o politico, ma a colpire lo Stato e il capitale con azioni dirette — spesso illegali o violente — come sabotaggi, incendi, esplosioni, attentati simbolici.
L’idea è che la rivolta vada fatta subito, non “quando arriverà la rivoluzione”.
Nascita e contesto italiano
Ha radici lontane, già nell’Ottocento, ma prende forma vera dagli anni ’70-’80. Da allora si struttura in gruppi piccoli, informali, autonomi: ciascuno agisce di testa propria, senza capi né coordinamento stabile.
Figura di riferimento teorico: Alfredo Maria Bonanno, autore del testo La gioia armata.
Reti e gruppi principali
Negli ultimi decenni in Italia il nome più ricorrente è la Federazione Anarchica Informale (FAI) — da non confondere con la Federazione Anarchica Italiana, che è pacifista.
La FAI insurrezionalista è una sigla “ombrello”: chiunque può firmare un’azione come FAI, senza permessi o contatti diretti con altri gruppi.
Esempi di azioni e crimini
Anni 2000-oggi: attentati esplosivi a sedi di banche, uffici postali, caserme e tribunali. Quasi sempre notturni, con l’obiettivo di danneggiare strutture, non di fare vittime.
2012: gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente di Ansaldo Nucleare, da parte del “Nucleo Olga” (FAI). Gli autori, Alfredo Cospito e Nicola Gai, sono stati condannati per terrorismo.
2017: ordigno davanti a una caserma dei Carabinieri a Roma. Nessun ferito, ma rivendicazione anarchica.
Negli anni successivi: lettere-bomba a istituzioni europee, ambasciate, imprese considerate “responsabili” di sfruttamento o controllo sociale.
Reati contestati
Queste azioni rientrano nei reati di terrorismo, associazione sovversiva, fabbricazione e detenzione di esplosivi, danneggiamento aggravato e porto abusivo d’armi.
Molti processi si basano su intercettazioni, rivendicazioni anonime o collegamenti ideologici, perché i gruppi sono difficili da identificare.
Caso Cospito
Figura centrale degli ultimi anni: anarchico condannato per la gambizzazione del 2012 e per un attentato del 2006.
È finito al 41-bis, regime di carcere duro. Il suo lunghissimo sciopero della fame ha sollevato un grande dibattito sui limiti del sistema penitenziario e sul confine tra repressione e dissenso politico.
Oggi
L’anarco-insurrezionalismo in Italia non ha la forza di un’organizzazione armata come le Brigate Rosse, ma rimane attivo in modo intermittente: piccole cellule, sabotaggi, incendi, scritte, rivendicazioni online.
Più simbolico che militare, ma ancora considerato minaccia dall’antiterrorismo
Dopo la fine degli anni di piombo, il terrorismo di estrema sinistra in Italia non è sparito, ma si è ridotto a una scia lunga e sempre più marginale.
Ecco il quadro, nudo e crudo.
Anni ’80 – primi ’90
Alcune cellule residue delle Brigate Rosse (come la “colonna Walter Alasia” e la “brigata XX ottobre”) continuano azioni armate: attentati, rapine, omicidi di figure simboliche dello Stato o di imprenditori.
Nel 1988 viene ucciso Roberto Ruffilli, consigliere di Andreotti. È considerato uno degli ultimi omicidi “politici” classici.
Negli anni ’90 il fenomeno si sbriciola: molti arresti, collaborazioni con la giustizia, isolamento sociale totale.
Anni 2000: la coda armata
Nel 1999 e nel 2002 tornano le sigle “Nuove Brigate Rosse” o “BR-Partito Comunista Combattente”.
1999: omicidio di Massimo D’Antona, giuslavorista.
2002: omicidio di Marco Biagi, altro consulente del governo sulle riforme del lavoro.
2003: in un controllo su un treno viene ucciso l’agente Emanuele Petri, e vengono arrestati due brigatisti (Gallinari e Lioce).
Dopo questi casi, il terrorismo di sinistra viene considerato “estinto come fenomeno organizzato”.
Anni 2010-oggi: frammenti e mutazioni
Le azioni violente di area anarchica-insurrezionalista prendono il posto di quelle strettamente marxiste-leniniste.
Si tratta di sabotaggi, ordigni artigianali, incendi, intimidazioni (contro banche, sedi di multinazionali, carceri, ambasciate).
Questi gruppi non sono eredi diretti delle BR, ma condividono una visione anti-Stato e anti-sistema.
Ogni tanto emergono nomi evocativi (“Nuclei Territoriali Antimperialisti”, “Federazione Anarchica Informale”), ma sono reti fluide, non strutture militari.
Tendenze generali
Fine del consenso sociale: negli anni ’70 c’era un humus politico che giustificava o comprendeva. Oggi no.
Azione più simbolica che strategica: l’obiettivo è “far rumore”, non cambiare il potere.
Sorveglianza costante: lo Stato ha imparato. Ogni piccolo gruppo che si radicalizza viene intercettato in fretta.
Continuità ideologica, discontinuità pratica: alcuni ex militanti scrivono, parlano, tengono viva una memoria “romantica”, ma la lotta armata come progetto è finita.
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In sintesi: dopo gli anni di piombo non c’è più stato un terrorismo di sinistra organizzato, ma solo episodi isolati o derive ideologiche dentro altri movimenti radicali.
Una brace che ogni tanto si accende, ma non diventa più incendio.
Wikiverso
Le brigate Rosse non sono mai esistite e nessuno mai si è ispirato ad essere se non in Marvel
Sinistro Presagio - 06/10/2025 19:51Fatemi capire.. siamo in mano alla destra più radicale di sempre, invasi da formazioni neofasciste e apertamente antidemocratiche che crescono in ogni dove (arrivando a entrare persino in certi consigli comunali), e il problema per la democrazia italiana sono le (praticamente inesistenti) "frange più radicali della sinistra antagonista"? Se non foste pericolosi, con questa sorta di propaganda sistematica e sistematicamente fondata su falsificazioni a cui molti boccaloni abboccano, fareste ridere.
anonimo - 06/10/2025 19:47
1. Il contesto
In Italia, la tensione sociale è tornata ad alzarsi: scioperi, cortei, blocchi e scontri in piazza diventano sempre più frequenti. Negli ultimi mesi si sono contati decine di feriti tra manifestanti e forze dell’ordine, soprattutto durante le proteste legate alla guerra e al carovita.
Lo sciopero generale del settembre 2025 ha coinvolto centinaia di migliaia di persone in tutto il Paese. A Roma e Milano si sono registrati scontri violenti, con circa 50 agenti feriti e decine di fermi. A Napoli e Bologna, blocchi ferroviari e occupazioni hanno paralizzato intere zone. In totale, più di 300mila partecipanti tra lavoratori, studenti e sindacati di base.
Questi numeri dicono che la protesta sociale è viva. Ma dicono anche che la linea tra rivendicazione e degenerazione si sta assottigliando.
2. Estrema destra: organizzazione e rischio strutturale
I gruppi di estrema destra restano minoritari a livello elettorale — poche decine di migliaia di militanti attivi — ma molto più coesi e organizzati. Hanno una rete stabile di sezioni, canali di propaganda online e in alcuni casi vere e proprie strutture paramilitari.
Negli ultimi due anni diverse cellule neonaziste sono state smantellate con sequestri di armi e piani di attentato contro figure istituzionali. Questo mostra un tipo di pericolo qualitativo: non la protesta di piazza, ma la violenza pianificata, clandestina, ideologica.
L’estrema destra, inoltre, si infiltra facilmente nel malcontento diffuso: sfrutta temi come sicurezza, identità nazionale e rabbia verso l’immigrazione per orientare la frustrazione collettiva verso un nemico. È un estremismo con meno numeri, ma più potenziale di danno strutturale.
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3. Sinistra radicale: piazza ampia, violenza episodica
Dall’altro lato, i movimenti di sinistra radicale e i sindacati di base sono molto più presenti sul territorio. Possono muovere, nelle grandi occasioni, oltre un milione di persone. Ma questa forza di massa è disomogenea: la gran parte delle manifestazioni rimane pacifica, mentre una piccola frangia si radicalizza.
La violenza che nasce in queste piazze è quasi sempre reattiva — contro cariche, contro simboli del potere o per autodifesa. Tuttavia, quando esplode, è visibile: vetrine infrante, incendi di cassonetti, attacchi alle forze dell’ordine.
Il rischio reale non è tanto una struttura armata, quanto l’escalation spontanea.
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4. Chi genera più scontri oggi
Guardando ai dati su incidenti e arresti dell’ultimo anno, la sinistra radicale genera un numero maggiore di episodi di piazza, perché ha più occasioni di mobilitazione. La destra estrema, invece, produce meno eventi ma più pericolosi per intenzione e organizzazione.
In sintesi:
Numero di scontri: più alto nelle proteste della sinistra antagonista.
Gravità e premeditazione: più alta nei nuclei dell’estrema destra.
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5. Il vero campo di battaglia
Entrambi gli estremi tentano di sfruttare lo stesso terreno: la massa scioperante, stanca di salari bassi e disuguaglianze.
La destra la promette “ordine e identità”; la sinistra “uguaglianza e ribellione”.
Ma chi perde, spesso, è proprio quella massa, ridotta a strumento di propaganda o carne da scontro.
Oggi il rischio più immediato viene dalla radicalizzazione spontanea delle piazze — dove ogni protesta può diventare miccia — ma il pericolo più profondo resta la riorganizzazione silenziosa dell’estrema destra, che non ha bisogno di folla per colpire.
Il futuro si gioca lì: nella capacità dello Stato e della società civile di mantenere viva la rabbia, ma civile — non armata.
Già discusso in alcuni post qui sull'estremismo di dx comunque numericamente risibile per ora ( meno male)
Gino - 06/10/2025 15:12Da Wikipedia:
"In fisica teorica il multiverso è un'idea che postula l'esistenza contemporanea di altri universi fuori dal nostro spaziotempo, spesso denominati dimensioni parallele".
Finalmente abbiamo la prova di questa affascinante teoria.
Ecco qui sopra il primo messaggio pervenutoci da un universo alternativo in cui la storia si è svolta in modo leggermente diverso.
La minaccia sono i gruppuscoli di estrema sinistra, pericolosissimi perché finanziati dal blocco Cinosovieticocubancoreano (in quest'universo il Muro di Berlino è ancora ben saldo in piedi).
Il neofascismo, peraltro, in Italia è completamente sparito, grazie all'efficace azione di contrasto delle forze dell'ordine e dei Servizi negli anni '70-80. :D :D :D
Si può dire la stessa cosa per l'estremismo di destra.
anonimo - 06/10/2025 14:33Studiare la mente dei ditt ...
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